Quando, dal prossimo autunno, scorreremo l’elenco dei professori della prestigiosa Washington University, il suo nome spiccherà tra le pochissime donne a ricoprire un ruolo tanto gravoso quanto lusinghiero. Maria Piarulli, infatti, già studente del Liceo Scientifico “Nuzzi” di Andria, sbarca in America con una valigia piena di sogni, competenze e tradizioni andriesi, un premio per il suo lavoro di tesi di PhD ed una qualifica di Fisica Nucleare a cui Odysseo ha ritenuto di dover dar voce.

Ciao Maria. Scusami per averti dato del “tu”, ma sono convinto che l’unico modo per abbattere l’imbarazzo di fronte ad una persona così eminente sia proprio entrare subito in confidenza con lei. Puoi spiegare, brevemente, a chi ancora non lo sa, me compreso, di cosa si occupi una fisica nucleare?

Figurati, il ‘tu’ va benissimo. Ormai sono abituata alla lingua Inglese la quale non ha poi tutti questi formalismi. Quindi non ci faccio più caso. La Fisica Nucleare è un campo della Fisica molto vasto. Essa si preoccupa di studiare sia i fenomeni che avvengono nelle profondità dello spazio-tempo del nostro Universo, sia di capire la struttura e il comportamento delle più piccole particelle che compongono la materia di cui siamo fatti. Le scoperte in Fisica Nucleare puntano a una fondamentale conoscenza del Mondo in cui viviamo, cercando di capire le condizioni che hanno prevalso all’inizio dell’Universo così come comprendere i meccanismi attraverso i quali tutta la materia che ci circonda è venuta a crearsi. Allo stesso tempo la tecnologia sviluppata attorno a questa ricerca di base è stata e continua ad essere tremendamente importante per la nostra società. Basti pensare al progresso nel campo della medicina nucleare, alla scoperta di materiali sempre più sofisticati e ai miglioramenti nei sistemi di sicurezza.

Dal prossimo autunno sarai Professoressa presso la Washington University, un onere oltre che un onore. Quali complicazioni può incontrare l’approccio ad una materia scientifica per studenti di lingua diversa da quella dell’insegnante?

Le complicazioni a mio avviso non sono nella lingua. Il linguaggio scientifico della Fisica e più in generale delle Scienze è abbastanza universale. Le complicazioni invece nascono nelle metodologie di insegnamento. Gli studenti universitari americani sono abituati ad una metodologia un po’ più da “scuola superiore”. Loro si aspettano compiti a casa tutte le settimane di cui poi il professore deve fornire dettagliate soluzioni, appunti e materiale extra-didattico. Quindi all’ inizio ci sarà un po’ da lavorare…

Nel tuo ricco curriculum figurano anche esperienze alla Old Dominion University di Norfolk e l’Argonne National Laboratory. Quanto hanno inciso i dottorati di ricerca all’estero nella tua crescita professionale?

Dopo la mia laurea triennale e specialistica all’Università di Pisa, mi sono trasferita a Norfolk per il dottorato di ricerca. Una volta ottenuto il dottorato, ho ricevuto una offerta di tre anni come post-dottorato (ricercatore) ad Argonne National Lab. Questa è una cosa molta comune nel nostro campo. Prima di ottenere una posizione da Prof. all’ Università o da Staff in un Laboratorio Nazionale, bisogna fare almeno uno o due post-dottorati. La durata di un singolo post-dottorato varia dai due ai tre anni. Sicuramente sia il dottorato alla Old Dominion University che il post-dottorato ad Argonne National Lab hanno contribuito molto alla mia crescita professionale. Entrambi mi hanno dato la possibilità di lavorare e collaborare con fisici di una certa fama internazionale così come anche l’opportunità di viaggiare e partecipare a varie conferenze e convegni.

Perché, secondo te, è tanto difficile ottenere una cattedra di ruolo qui in Italia?

Secondo me, il mondo accademico italiano è molto statico, gerarchico e con poche risorse, per cui ortogonale rispetto al mondo accademico americano. Ogni anno nelle università americane si liberano alcuni posti. Se ti vuoi candidare devi inviare il tuo curriculum, il tuo programma di ricerca e, se vieni selezionato, sostenere un colloquio di lavoro. È un mondo accademico dinamico, che ti permette di avere risorse per far ricerca e collaborare con vari enti sia governativi che privati.

Generalmente concludo le mie interviste chiedendo all’interlocutore cosa si aspetti dal futuro. Quale altra ambizione potrebbe smuovere una fisica nucleare?

Il mondo della ricerca è sempre molto stimolante per cui non c’è il rischio di annoiarsi. Nel futuro spero tanto di continuare a fare della buona ricerca di base ma, soprattutto, spero tanto di poter essere una inspirazione per le future generazioni così come molti miei professori lo sono stati per me.


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Iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Puglia, ho iniziato a raccontare avventure che abbattono le barriere della disabilità, muri che ci allontanano gli uni dagli altri, impedendoci di migrare verso un sogno profumato di accoglienza e umanità. Da Occidente ad Oriente, da Orban a Trump, prosa e poesia si uniscono in un messaggio di pace e, soprattutto, d'amore, quello che mi lega ai miei "25 lettori", alla mia famiglia, alla voglia di sentirmi libero pensatore in un mondo che non abbiamo scelto ma che tutti abbiamo il dovere di migliorare.