«Mi cerco negli
oscuri accordi
di profondi risvegli
su rive dense di cielo»
(S. Quasimodo)
Abbiamo tutti una sola vita, lo sapeva bene.
Aveva alle spalle una serie indefinita di drammi e lunghe strade sterrate, nessuna delle quali era riuscita a farla perdere. Non ancora almeno. Cercandosi, in qualche modo si trovava.
Il punto era che nel frattempo quelle strade avevano formato mille crocicchi, quasi a comporre venti altre vita in una.
Per tanta parte le cose erano finite nell’oblio, per altrettanta parte si erano fissate nella storia come pietre miliari che avevano dato il senso alla sua stessa esistenza.
Ecco, ognuna di quelle sacre fissità rispondeva ad un soccorso prestato: ad un animale, ad una pianta, ad una persona, nel tempo libero, per lavoro.
C’era stato sempre qualcosa nella sua vita che ad intervalli regolari andava a cercarla: lei era diventata brava a riconoscere le chiamate per assolvere le missioni. Ciò di cui non era capace era rifiutare: quando il segno arrivava, lei calava la testa, misurava il peso della responsabilità e iniziava a camminare, quale che fosse il sentiero.
Era diventato il suo lavoro.
Di nome e di fatto.
“Ma perché aiuti gli altri, quando sai che gli altri non sono stati e non sarebbero disposti ad aiutare te?”, le chiedevano.
“Io non sono gli altri”, rispondeva.
Come aveva già fatto qualcun altro, prima di lei.
Tanto era stato, tanto non avrebbe mai smesso di essere.
La verità è che tanto aveva sempre voluto che fosse.