Mentre la cronaca ci subissa con notizie di orrore, l’invito è di tornare a rileggere le parole di Benedetto XVI.

Mi è capitato di rileggere, ultimamente, un discorso del Papa Emerito, Benedetto XVI, tenuto nell’incontro con gli artisti il 21 novembre 2009 nella Cappella Sistina, incentrato sulla bellezza, e sono andato così a rivedermi La bellezza ri-donerà umanità, giustizia e verità all’umanità imbruttita, pubblicato un anno fa. Vi si legge: «…nessuna società può fare a meno di essere educata, perché solo comprendendo la bellezza si può valutare anche la giustizia, e ciò che resta per compierla: se lo comprendessimo, non avremmo bisogno di chiudere discoteche per contrastare lo spaccio di stupefacenti ed evitare che ragazzini sedicenni muoiano per una pasticca; se lo comprendessimo, i nostri ragazzi amerebbero il ballo senza lo sballo e l’educazione al bello sconfiggerebbe la brutalità di una morte senza ragione». Oggi, ad un anno di distanza, sono sempre più convinto che l’educazione al bello salverà questa nostra umanità che non può vivere senza la bellezza.

Benedetto XVI ad un certo punto del suo discorso afferma: «L’espressione di Dostoevskij che sto per citare è senz’altro ardita e paradossale, ma invita a riflettere: “L’umanità può vivere senza la scienza, può vivere senza pane, ma soltanto senza la bellezza non potrebbe più vivere, perché non ci sarebbe più nulla da fare al mondo. Tutto il segreto è qui, tutta la storia è qui” (F. Dostoevskij da ‘L’idiota’)».

«Con grande gioia vi accolgo in questo luogo solenne e ricco di arte e di memorie” – afferma il Papa, rivolto agli artisti presenti nella Cappella Sistina – «Con questo incontro desidero esprimere e rinnovare l’amicizia della Chiesa con il mondo dell’arte, un’amicizia consolidata nel tempo, poiché il Cristianesimo, fin dalle sue origini, ha ben compreso il valore delle arti e ne ha utilizzato sapientemente i multiformi linguaggi per comunicare il suo immutabile messaggio di salvezza».

Per il Papa, «questa amicizia va continuamente promossa e sostenuta, affinché sia autentica e feconda, adeguata ai tempi e tenga conto delle situazioni e dei cambiamenti sociali e culturali. Ecco il motivo di questo nostro appuntamento». Benedetto XVI prosegue mettendo però in guardia: «la ricerca della bellezza di cui parlo, evidentemente, non consiste in alcuna fuga nell’irrazionale o nel mero estetismo».

«Troppo spesso – continua ancora il Pontefice – la bellezza che viene propagandata è illusoria e mendace, superficiale e abbagliante fino allo stordimento e, invece di far uscire gli uomini da sé e aprirli ad orizzonti di vera libertà attirandoli verso l’alto, li imprigiona in se stessi e li rende ancor più schiavi, privi di speranza e di gioia. Si tratta di una seducente ma ipocrita bellezza, che ridesta la brama, la volontà di potere, di possesso, di sopraffazione sull’altro e che si trasforma, ben presto, nel suo contrario, assumendo i volti dell’oscenità, della trasgressione o della provocazione fine a se stessa […]. Il momento attuale è purtroppo segnato, oltre che da fenomeni negativi a livello sociale ed economico, anche da un affievolirsi della speranza, da una certa sfiducia nelle relazioni umane, per cui crescono i segni di rassegnazione, di aggressività, di disperazione. Il mondo in cui viviamo, poi, rischia di cambiare il suo volto a causa dell’opera non sempre saggia dell’uomo il quale, anziché coltivarne la bellezza, sfrutta senza coscienza le risorse del pianeta a vantaggio di pochi e non di rado ne sfregia le meraviglie naturali. Che cosa può ridare entusiasmo e fiducia, che cosa può incoraggiare l’animo umano a ritrovare il cammino, ad alzare lo sguardo sull’orizzonte, a sognare una vita degna della sua vocazione se non la bellezza? Voi sapete bene, cari artisti, che l’esperienza del bello, del bello autentico, non effimero né superficiale, non è qualcosa di accessorio o di secondario nella ricerca del senso e della felicità, perché tale esperienza non allontana dalla realtà, ma, al contrario, porta ad un confronto serrato con il vissuto quotidiano, per liberarlo dall’oscurità e trasfigurarlo, per renderlo luminoso, bello».

Per Papa Benedetto XVI, «…l’autentica bellezza, invece, schiude il cuore umano alla nostalgia, al desiderio profondo di conoscere, di amare, di andare verso l’Altro, verso l’Oltre da sé […]. Se accettiamo che la bellezza ci tocchi intimamente, ci ferisca, ci apra gli occhi, allora – chiarisce – riscopriamo la gioia della visione, della capacità di cogliere il senso profondo del nostro esistere, il Mistero di cui siamo parte e da cui possiamo attingere la pienezza, la felicità, la passione dell’impegno quotidiano”.

Sì, solo la bellezza ci salverà e salverà questa nostra umanità imbruttita rendendola ancora bella e buona.


Fontehttps://flic.kr/p/cYLjB3
Articolo precedenteL’altra metà della conversazione: la lettera
Articolo successivoPokemon Go, l’app che sta facendo impazzire il pianeta
So che tutto ha un senso. Nulla succede per caso. Tutto è dono. L'umanità è meravigliosa ne sono profondamente innamorato. Ciò che mi spaventa e mi scandalizza, non è la debolezza umana, i suoi limiti o i suoi peccati, ma la disumanità. Quando l'essere umano diventa disumano non è capace di provare pietà, compassione, condivisione, solidarietà.... diventa indifferente e l'indifferenza è un mostro che annienta tutto e tutti. Sono solo un uomo preso tra gli uomini, un sacerdote. Cerco di vivere per ridare dignità e giustizia a me stesso e ai miei fratelli, non importa quale sia il colore della loro pelle, la loro fede, la loro cultura. Credo fortemente che non si dia pace senza giustizia, ma anche che non c'è verità se non nell'amore: ed è questa la mia speranza.