Già ci manca maledettamente. Ma chissà che il buco nero che l’ha inghiottito non gli riveli un poco della sua luce…

 

Ha lasciato un vuoto incolmabile, o, se volete, un enorme buco nero. La possiblità di ispirarci all’humor inglese ci viene concesso direttamente da una delle personalità più eclettiche del nostro tempo. Già, perché persino Stephen Hawking avrebbe riso della propria scomparsa, l’avrebbe considerata prematura, anche a 76 anni.

D’altronde, le sue idee hanno segnato un’epoca e abbattuto il limite spazio-temporale, un limite con cui Stephen ha dovuto, per forza di cose, fare i conti quando è stato costretto sulla sedia a rotelle dalla Sclerosi Laterale Amiotrofica.

La SLA non gli ha impedito, però, di approfondire gli studi sulla cosmologia quantistica e di elaborare la rivoluzionaria teoria secondo cui i buchi neri siano sempre esistiti anche a livello micro, dall’origine del Big Bang, e che, emettendo radiazioni, evaporino più velocemente in relazione alle loro ridotte dimensioni.

Tale teoria scientifica, enunciata nel suo best seller “Dal Big Bang ai buchi neri. Breve storia del tempo”, pubblicato nel 1988, ha reso iconograficamente immortale una figura che ha ispirato i principali processi evolutivi del Mondo.

Ora ci manca maledettamente. Ma chissà che il buco nero che l’ha inghiottito non gli riveli un poco della sua luce…


1 COMMENTO

  1. Ho avuto il grandissimo onore di incontrarlo personalmente una quindicina d’anni fa, quando ho vissuto per un po’ di tempo a Cambridge. Ero lí per frequentare dei corsi di inglese e per potermeli pagare, la sera lavoravo come cameriera presso il “Gonville & Caius College” dove lui insegnava. Un’esperienza indimenticabile perché è lì che ho avuto il piacere di servigli la cena tutte le sere e di conoscerlo. Era un uomo eccezionale, ironico, un genio, un pozzo di scienza. Ci ha lasciato soprattutto un grande insegnamento, quello che nonostante le difficoltà fisiche, si può dare un senso alla nostra vita!
    Grande Uomo!

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