Attraverso questa applicazione, è infatti possibile acquistare al 70% in meno i prodotti ancora freschi

Per quanto si possa o meno aver letto dell’iniziativa dei #FridaysForFuture lanciata dalla giovanissima Greta Thunberg, o per quanto si possa invece simpatizzare con il Presidente degli USA Donald Trump, che nel 2018 ha pubblicamente declassato il cambiamento climatico da bufala a fenomeno passeggero, prendendo le distanze dall’Accordo di Parigi del 2015, non si possono chiudere gli occhi davanti agli sbalzi di temperatura di oltre dieci gradi e i chicchi di grandine grandi quanto palline da tennis, che in piena estate stanno distruggendo i raccolti e danneggiando i centri abitati.

Potrebbero colpirci in pieno.
Lo stesso Trump sembra aver cambiato idea. A seguito di una recente discussione con il principe Carlo, durante una sua visita in Gran Bretagna, il Presidente ha raccontato alla
trasmissione Good Morning Britain:
“Avremmo dovuto fare una chiacchierata di un quarto d’ora ed è durata un’ora e mezza. Il Principe è veramente preso dal tema del cambiamento climatico. Credo che sia una grande cosa. Vuole assicurarsi che le prossime generazioni abbiano un clima buono, il contrario di un disastro. E io sono d’accordo”. Ci voleva Carlo d’Inghilterra a convincerlo?

Il cambiamento climatico dovuto all’inquinamento e alle emissioni di CO2 non è una bufala, ma un fenomeno reale, le cui innumerevoli cause dipendono unicamente da scelte umane. E umane sono le vie per combatterlo. Se è vero che una goccia nell’oceano può fare la differenza, possiamo salvare il nostro pianeta anche se non ci chiamiamo Greta Thunberg.

L’inquinamento ha origine tra le mura domestiche, in primis a tavola, dove è netto il dislivello tra le percentuali dei prodotti acquistati e consumati. La produzione degli stessi implica un costo in denaro e in energia, e spesso contribuisce a ingigantire il problema dell’inquinamento (basti pensare alla quantità di plastica utilizzata per la conservazione degli alimenti).

Dalle indagini su scala mondiale, la quantità di cibo sprecato risulta ammontare a 1,3 miliardi di tonnellate, cioè un terzo della quantità totale di cibo prodotto annualmente. Come riporta il Corriere della Sera, solo in Italia il valore dei prodotti alimentari sprecati equivale ai 15 miliardi di euro l’anno: circa lo 0,88% del Pil nazionale.
Alcune “equivalenze” possono aiutare a visualizzare meglio il problema, che può sembrarci inafferrabile se definito da numeri a dodici cifre.

Giornalmente, un cittadino europeo spreca cibo per 720 kcal che, sommate alle 1334 di un americano, costituiscono il fabbisogno calorico giornaliero di un individuo. Per una famiglia milanese lo spreco annuale costa 450 euro, pari alla spesa alimentare media di un mese.
Per ciascun italiano, corrisponde a due piatti di pasta gettati via ogni giorno. Oppure, quasi tre spicchi di pizza.
A far da “lente di ingrandimento” su un problema tanto mastodontico sono stati gli attivisti di Too Good To Go (troppo buono per essere buttato via), l’App lanciata nel 2015 dalla danese Mette Lykke, che rappresenta una delle iniziative più originali per combattere il climate change riducendo gli sprechi.

Attraverso questa applicazione, è infatti possibile acquistare al 70% in meno i prodotti ancora freschi, rimasti invenduti a fine giornata. La vendita avviene attraverso le “Magic Box”, il cui contenuto a sorpresa ha un costo che varia dai 2 ai 6 euro, contro un valore reale di circa 15 euro. Al consumatore basta registrarsi, con pochi click, e sfruttare la geolocalizzazione del proprio smartphone per individuare i negozi di generi alimentari più vicini aderenti all’iniziativa, presso i quali è possibile ritirare la propria “scatola magica”, durante la fascia oraria indicata.

L’App conta già più di dieci milioni di utenti, ed è recentemente approdata in Italia, con società partner nelle città di Torino e Milano.
Il Country Manager italiano Eugenio Sapora riferisce che “Ad oggi sono state oltre 11 milioni le Magic Box acquistate in Europa, il che ha permesso a livello ambientale di evitare l’emissione di più di 23 milioni di tonnellate di CO2”, con i 2 kg di CO2 risparmiati per ogni Magic Box.

Un progetto ambizioso, ma non impossibile, con una missione ben precisa: “Ispirare e dare gli strumenti a tutti per combattere gli sprechi alimentari”, non solo salvando il cibo delizioso e “Too Good To Go”, ma anche attraverso un’opera di sensibilizzazione del pubblico, anche con iniziative didattiche, fino a un confronto con l’ambiente politico per cercare soluzioni concrete e virtuose in tema di sprechi e inquinamento.

Se non siamo così ambiziosi o così bravi da inventare applicazioni, ispirare proteste di eco mondiale o fondare multinazionali e gestirle, possiamo almeno provare a salvare tre spicchi di pizza: basta davvero poco.


Articolo precedenteLa coerenza non si dice
Articolo successivoMa 1 più 2 non fa 3???
La filosofia e l’economia sono più vicine di quanto si creda. In entrambe ho fiutato la mia strada. Dopo la musica e la scrittura, ho avuto modo di guardare all’arte e alla meditazione come forme di espressione, di escapismo ma anche di connessione con il mondo. Ho sposato e mai tradito la parità, soprattutto di genere, nel segno della civiltà e della crescita universale. Sognatrice insaziabile, divento guerriera di ogni battaglia che credo giusta.