Giovanni e Roberta, una coppia di sposi felici, apparentemente “normali”. Poi, un giorno alla volta, qualcosa si rompe e la coppia va in crisi. Oggi Giovanni e Roberta si sono “ritrovati” e ci raccontano della loro seconda vita insieme: grazie a Retrouvaille.

Giovanni, Roberta, che cos’è Retrouvaille?

È un programma che vuole portare le coppie a “ ritrovarsi”, come dice il suo stesso nome (in francese perché nato nel 1977 nel Canada francofono). È offerto a tutte le coppie che vivono la sofferenza di un matrimonio in difficoltà. È un percorso alla pari tra coppie che hanno sperimentato difficoltà più o meno gravi nel loro matrimonio e le hanno superate, e altre coppie che stanno vivendo le loro stesse difficoltà

In particolare, a chi si rivolge Retrouvaille?

È rivolto a coppie sposate o conviventi, con o senza figli, sull’orlo della separazione o anche già separate e/o divorziate, che desiderano darsi un’altra possibilità nella loro relazione.

Obiettivo?

L’Obiettivo è prima di tutto recuperare nelle coppie un dialogo autentico che permetta loro di affrontare i problemi che li hanno portati alla situazione di crisi o di separazione e da qui porre le basi per operare un’autentica riconciliazione.

Ma come fate? Immagino sia duro ricucire lacerazioni che si sono protratte per anni…

Il programma consiste in un fine settimana (week end) e in un percorso seguente (post week end) fatto di dodici incontri in un tempo di tre mesi (di solito è un incontro settimanale). Il week end è animato da tre coppie e da un sacerdote. Le tre coppie sono a loro volta passate attraverso il dolore della crisi e ora sono riconciliate; da salvate diventano salvanti. Il programma di Retrouvaille non è gestito da esperti e non intende elargire ricette o soluzioni prefabbricate. La testimonianza delle coppie animatrici, che condividono le loro vite con i momenti di grave crisi ed il superamento di questi, offre speranza oltre che proporre uno strumento di dialogo che aiuta ad affrontare in modo costruttivo i conflitti.

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Anche la vostra era una coppia ferita: vi va di raccontarci qualcosa della vostra esperienza?

Se questo può essere utile ad altri – risponde Giovanni – lo faccio con piacere. Dopo 7 anni di matrimonio, con l’arrivo del secondo figlio abbiamo iniziato, senza rendercene conto, a trascurarci emotivamente e fisicamente. A volte mi sentivo incompreso, in altri momenti provavo sensi di colpa. Pensavo, infatti, che il mio bisogno di attenzioni, affetto e sessualità fossero fuori luogo. Quando cercavo di spiegare quello che mi mancava mi sentivo respinto, inadeguato. Mi stavo allontanando da Roberta e i rancori per questi sentimenti non condivisi erano sempre più forti e opprimenti. Ero talmente concentrato sulle mie necessità che lentamente ho iniziato a convincermi di avere il diritto di cercare tutto quello che mi mancava fuori dal nostro matrimonio. Ho iniziato così una relazione con un’altra donna e con questa sono entrato in un vortice di follia e il mio cuore era spezzato dai sensi di colpa e dalla necessità di stravolgere tutto.

Roberta, immagino non sia stato affatto semplice…

Infatti. Avevo vissuto i primi anni del nostro matrimonio nella cieca sicurezza che il nostro rapporto fosse felice Non ho saputo interpretare il malessere di Giovanni, anzi lo criticavo e giudicavo egoista per le sue richieste di attenzioni. Non mi ero presa cura delle sue manifestazioni di insofferenza e delle sue insoddisfazioni. La confessione del tradimento aveva provocato in me un dolore acutissimo e devastante. In un attimo ho visto crollare la mia vita. Ho provato sentimenti di disperazione e di sgomento come chi vede crollare la sua casa sotto gli occhi senza poter fare nulla. In mezzo a questa sofferenza un coppia molto vicina a noi ci ha parlato di Retrouvaille, donandoci una possibilità per fare qualcosa di concreto per il nostro matrimonio.

Giovanni, da dove siete ripartiti?

Grazie al programma di Retrouvaille, ho imparato come capire più a fondo Roberta, come potere condividere con lei i miei sentimenti, come gestire i conflitti senza alimentare il rancore. Sono diventato consapevole dei suoi e dei miei bisogni e ho scoperto quanto sia piacevole prendersi cura delle necessità dell’altro.

E per te, Roberta, cosa ha significato Retrouvaille?

Il programma di Retrouvaille è stato un viaggio alla scoperta di me stessa che mi ha aiutato a capire i miei errori, le mie debolezze e i miei bisogni. Ho imparato che amare vuol dire aprirsi al dialogo, saper ascoltare e accogliere i bisogni di mio marito.

Perdonatemi, se davanti a una storia così bella, vi chiedo di fare un passo indietro, ma immagino che quanti ci leggono si stiano chiedendo come sia tutelata la privacy all’interno di Retrouvaille.

Sono garantite nella maniera più assoluta riservatezza e privacy. Alle coppie partecipanti non viene chiesto di condividere nulla dei loro problemi. Il programma non è un ritiro spirituale, un seminario o un percorso di analisi. La dimensione in cui si entra è quella DI FORNIRE UNO STRUMENTO dialogo nella coppia.

Grazie, mi sembrava importante precisarlo. Vogliamo chiudere dicendo come come contattare Retrouvaille?

Vi invitiamo a visitate il sito www.retrouvaille.it , dove troverete tutte le informazioni necessarie.

Il 21-23 ottobre inizierà un programma per le coppie residenti in Puglia.

Vi invitiamo a contattare il centralino (340 3389957) per eventuali informazioni e per iscrizioni al programma.

 


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La mia fortuna? Il dono di tanto amore che, senza meriti, ricevo e, in minima parte, provo a restituire. Conscio del limite, certo della mia ignoranza, non sono mai in pace. Vivo tormentato da desideri, sempre e comunque: di imparare, di vedere, di sentire; di viaggiare, di leggere, di esperire. Di gustare. Di stringere. Di abbracciare. Un po’ come Odysseo, più invecchio e più ho sete e fame insaziabili, che mi spingono a correre, consapevole che c’è troppo da scoprire e troppo poco tempo per farlo. Il Tutto mi asseta. Amo la terra di Nessuno: quella che pochi frequentano, quella esplorata dall’eroe di Omero, ma anche di Dante e di Saba. Essere il Direttore di "Odysseo"? Un onore che nemmeno in sogno avrei osato immaginare...