“Gli atti commessi con l’intenzione di distruggere, in tutto o in parte, un gruppo nazionale,
etnico,razziale o religioso”- Onu, definizione di Genocidio

Capita a volte di ritrovarsi a teatro e aprire gli occhi su ciò che che siamo stati capaci di perderci, di rendersi conto nelle giornate di commemorazione  alle vittime della Shoha che, come cantava De Gregori, la Storia siamo noi.

A me è successo durante lo spettacolo “Io e Miryam”, un successo teatrale di livello internazionale, messo in scena ad Andria grazie all’ass. “Puer Apuliae”. Un’opera particolare, a tratti struggente, capace di esplorare ed estrapolare tutte le emozioni dell’animo umano.

Arrivo al punto: una storia d’amore tra due donne, ambientata a Berlino negli anni’40, che racconta uno dei tanti crimini del nazismo, di cui non si parla o ci si dimentica o, peggio, per ignoranza bigotta, si finge non sia mai successo: sì, perché nel calderone della follia nazista, non solo gli ebrei furono coinvolti, ma anche oppositori politici, disabili, Testimoni di Geova, rom e omosessuali.

La parte che più mi ha sconvolto è quella che riconduce a noi, alla canzone di De Gregori, alla Storia mondiale, al nostro star seduti sulle nostre comode poltrone mentre guardiamo i telegiornali e diciamo “Oddio, ma è terribile!”. Ed accade ogni sera, da migliaia di anni a questa parte.

A seguire la Storia che si racconta. Da brividi. Buona lettura.

L’11 dicembre 1946, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite riconobbe il crimine di genocidio con la risoluzione 96 come “Una negazione del diritto alla vita di gruppi umani, gruppi razziali, religiosi, politici o altri, che siano stati distrutti in tutto o in parte”. Il riferimento a “gruppi politici”, un’aggiunta rispetto alla proposta di Lemkin, non era gradito all’Unione Sovietica, che fece pressioni per una formulazione di compromesso.

Il 9 dicembre 1948 fu adottata, con la risoluzione 260 A (III), la Convenzione per la prevenzione e la repressione del delitto di genocidio che, all’articolo II, definisce il genocidio come:

«Uno dei seguenti atti effettuato con l’intento di distruggere, totalmente o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso in quanto tale:

Uccidere membri del gruppo;

Causare seri danni fisici o mentali a membri del gruppo;

Influenzare deliberatamente le condizioni di vita del gruppo con lo scopo di portare alla sua distruzione fisica totale o parziale;

Imporre misure tese a prevenire le nascite all’interno del gruppo;

Trasferire forzatamente bambini del gruppo in un altro gruppo.»

Sedicesimo-ventesimo secolo – Genocidio nativi dell’America Latina e Nord America: 70 milioni di vittime.

1894 – Massacri hamidiani, prima fase del genocidio armeno: 250mila vittime.

1915-1916 – Genocidio del popolo armeno: 2 milioni di morti.

1916 – Assiri – Caldei – Siriaci: 275mila vittime.

1916 – Greci dell’Asia Minore: 1 milione e 500mila vittime.

1927-1953 – Stalinismo: 20 milioni di vittime stimate per difetto.

1932 – Holomodor (Ucraina): 4 milioni di vittime.

1941-1945 – Shoah: 13 milioni di vittime di cui 6 milioni di ebrei. La restante parte divisa equamente tra oppositori politici, invalidi fisici, invalidi psichici, omosessuali, Rom, Testimoni di Geova.

1949-1976 – Rivoluzione cinese e Mao Tse Tung: 40 milioni di morti.

1960-1990 – Guatemala: 200mila morti.

1965-1966 – Indonesia: Un milione di morti.

1971 – Operazione Searchlight, genocidio in Bangladesh: 3 milioni di morti.

1972 – Strage dell’etnia Hutu in Burundi: 150mila vittime.

1973 – 1990 – Cile – desaparecidos sotto il regime di Pinochet: 40mila vittime.

1976 – 1983 – Argentina, desaparecidos sotto il regime della giunta militare: 30mila morti.

1975-1979 – Cambogia, strage degli Khmer Rossi: 2 milioni di morti.

1975-2000 – Timor Est: 120mila vittime.

1993 – Georgiani in Abkhazia: 20mila morti.

1994 – Rwanda: 1milione di morti.

1992-1995 – Bosnia-Erzegovina: 93.837 accertati.

2003-2007 – Darfur: 200mila vittime.

Estate scorsa – 2000 vittime palestinesi solo nella striscia di Gaza, ad opera delle forze di sicurezza israeliane, la maggioranza dei quali donne e bambini, per l’operazione Margine protettivo. Seguono quelle non meno numerose di Piombo fuso (2008-2009) e Colonna di nuvole (2012)

Perché se li nominiamo e raccontiamo le loro storie, i nostri morti non muoiono.” (L.Sepulveda – scrittore e prigioniero politico in Cile, durante il regime Pinochet)