Secondo le teorie del medico Galeno, tutti i cibi hanno bisogno del suo contrario, dunque i cibi secchi hanno bisogno di umidità.

I cibi, divenendo più vecchi, secondo la sua teoria, avrebbero dunque bisogno di essere accompagnati con altri cibi umidi. Per questo, ancora oggi, nella tradizione culinaria, il melone è associato al prosciutto crudo e il formaggio alle pere. Il detto “gallina vecchia fa buon brodo” nasce dunque da questa teoria, unire ciò che è secco a ciò che è umido, per avere un sano equilibrio per il corpo. I contrasti, come in cucina l’agro dolce, devono e possono essere dunque armonizzati. Più che la contrapposizione, è importante l’armonizzazione.

Ci sono contrasti musicali che hanno generato splendide opere d’arte. Basti pensare poi ai comici Gianni e Pinotto, Stanley e Olio che, delle loro differenze contrastanti, hanno realizzato esilaranti chicche per la gioia di tutti. I contrasti di Peppone e don Camillo, sono stati fonte di una visione armonica del vivere, per un’Italia portatrice di divisioni apparentemente inconciliabili. I gusti fissisti, le idee con i punti esclamativi, le assolute certezze intrise di una vuota radicalità, più che unire, hanno sempre prodotto false sicurezze e intolleranze indescrivibili. Il monopensare, in nome di una maggiore chiarezza, è stato fonte di violenza e dittature, destinate però ad implorare dal di dentro.

Se per fare un buon brodo va bene la gallina vecchia, nella società, probabilmente, non farebbe male tornare a riscoprire il concetto di buon vivere greco, di diritto romano, di agricoltura monastica, di farmacia naturale, di rapporto scolastico tra insegnante ed alunno tipicizzati nel mondo antico. Charlie Chaplin diceva che l’ideale per ogni uomo sarebbe avere la sapienza degli anziani e la forza della gioventù. Tanti vogliono fare una buona figura nella vita, dimenticando la tradizione, ma è utile rammentare che gallina vecchia fa buon brodo, come anche il vino invecchiato è quello più buono.


1 COMMENTO

  1. Si è vero, ma non deve finire solo con la “genuflessione” reverenziale alle tradizioni, ricordiamoci delle modalità di intervento del giovane Eliu (scusate ma mi sfugge il nome preciso) nei confronti degli amici di Giobbe.
    Io aggiungo: attenti anziani, attenti, stando con voi si respira molta prepotenza e saccenza, altro che saggezza. Detto ciò, ribadisco la mia alta considerazione per i buoni “vecchi”.

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