Per offenderli bastava chiamarli catalani. Loro, i figli del papa Alessandro VI, ne soffrivano perchè erano nati in Italia da madre italiana e si sentivano italiani. Erano legatissimi tra loro. Sono stati accusati di tutto: di incesto, di avvelenamenti, di tradimento, di aver tramato l’uno contro l’altro.
La famiglia Borgia arriva in Italia con il papa spagnolo Callisto III, attraverseranno due secoli, il XV e il XVI esimo, minacceranno e rovesceranno signorie, ducati e regni.
Belli e coraggiosi, faranno innamorare di sè servi, nobildonne e duchi. Saranno disprezzati dai sovrani di mezza Europa e gli storici del tempo, forse spinti da invidia e dalla smania di pettegolezzo, dedicheranno alle loro gesta centinaie di pagine piene di cattiverie. La famiglia troverà alla fine un pò di vera gloria con un Borgia, Francesco, che sarà canonizzato.
La famiglia Borja, originaria di Valencia, sale alla ribalta delle cronache rinascimentali con Alfonso Borgia, arcivescovo di Valencia (cattedra cardinalizia di famiglia) che sarà eletto papa nel 1455 con il nome di Callisto III.
Il papa è anziano, è per questo che porta a Roma i suoi nipoti per averli al suo fianco.
È proprio in quest’occasione che la Roma papalina inizia a riempirsi di “catalani”, gli uomini di fiducia del papa che i Romani odieranno.
Tra i nipoti del papa che si stabiliscono a Roma, colui che farà più strada sarà il venticinquenne Rodrigo. Sarà eletto subito cardinale e sarà nominato vice cancelliere, carica importantissima per l’epoca, quasi un prefetto.
Già nei suoi primi anni a Roma il giovane cardinale affina la sua abilità e la sua fama di dongiovanni. È abile nello stringere alleanze (si deve a lui il matrimonio tra Isabella di Castiglia e Ferdinando di Aragona che porterà alla riunificazione della Spagna), ma ha una vita sregolata e piena di vizi. Più volte suo zio papa deve intervenire per coprire le sue storie sentimentali. Inizia in questo periodo la sua rivalità con il cardinale Giuliano Della Rovere. Entrambi ambiscono al papato, decenni dopo ci riusciranno, dopo ogni sorta di tranelli e tradimenti.
Rodrigo Borgia sarà eletto papa con nome di Alessandro VI, nel 1492. Giuliano sarà invece papa Giulio II, dal 1503 al 1513.
Quando Alessandro VI viene eletto papa, è padre di almeno 5 figli ed ha un amante ufficiale, la sedicenne Giulia Farnese. Arriverà a minacciarla di scomunica quando lei proverà a chiudere la loro relazione.
Nessuno ricorderà papa Alessandro VI per le sue encicliche o per la sua azione pastorale. Il suo obiettivo (secondo gli storici) sarà creare una dinastia, quella dei Borgia, che duri per secoli e che governi l’Italia. Per farlo, non esiterà a concedere sua figlia Lucrezia in sposa più volte, non esiterà ad annullare matrimoni e a svuotare le casse dello Stato Pontificio per finanziare l’altro figlio, Cesare, nel sogno di creare un regno nell’Italia centrale con la famiglia Borgia al comando. Alessandro VI morirà nel 1503. Il suo nome è simbolo di lussuria, di mal costume, secondo alcuni la sua elezione al soglio pontificio ha rappresentato il livello più basso in cui sia mai scesa la Chiesa Cattolica.
Niente di buono insomma? No. La storia prova a rivalutare Alessandro VI. È vero che aveva 5 figli, ma se quella del nepotismo era la vera piaga del papato rinascimentale, prima e dopo di lui molti pontefici avrebbero avuto dei figli. Illegittimi chiaramente. Ciò che la storia non riporta è il sincero senso di pietà di Rodrigo Borgia, la sua ammirazione per Girolamo Savonarola, la sua idea di indire il giubileo del 1500 e il suo impegno per diffondere nella Chiesa la pratica della recita del rosario e la devozione al Santissimo Sacramento. Durante il suo papato, fu commissionata a Michelangelo una scultura che oggi ammirano ancora milioni di pellegrini: la Pietà. Basta tutto ciò a riabilitarlo? Certamente no, ma almeno getta un sia pur piccolo sprazzo di luce tra tante ombre che circondano la sua figura.
È noto che i figli di Alessandro VI che maggiormente hanno fatto parlare di sé sono i già citati Cesare e Lucrezia. Entrambi erano nati dalla relazione tra Rodrigo Borgia e la romana Vannozza Cattanei. Rodrigo Borgia e Vannozza avranno 4 figli, ma Lucrezia e Cesare saranno i prediletti, i più legati tra di loro e quelli che lasceranno più tracce nella storia e nella cultura.
Cesare Borgia, il Valentino, il principe ideale secondo Nicolò Machiavelli (che alle sue gesta si ispirò per scrivere Il principe) è creato cardinale da suo padre, il papa, a soli 18 anni. Studia diritto a Pisa, è bello e pieno di sogni, tra cui uno che lo ossessionerà, inducendolo ad abbandonare la carriera ecclesiastica.
Cesare sogna la sua patria, l’Italia, unita. Per questo sogno diventerà il condottiero Cesare Borgia, per tutti un uomo crudele, spietato, triste. È legatissimo a sua sorella Lucrezia, ma non esiterà a far assassinare il secondo marito di lei, Alfonso, duca di Bisceglie. Cesare, finanziato dal papa suo padre avvierà una guerra (ad aiutarlo saranno anche delle armi da guerra progettate da un ancora sconosciuto Leonardo da Vinci) che lo porterà a rovesciare le signorie dell’Italia centrale. Imola, Forli, Urbino, Rimini, tutti questi ducati saranno riunificati e guidati da Cesare Borgia.
Sarà un principe abile e amato dai suoi sudditi e amministrerà i territori a lui assoggettati con giustizia. La storia lo ha dipinto come un condottiero crudele, un sanguinario e avvelenatore. Le cronache del tempo però sono state macchiate dall’odio che l’Italia ha provato nei suoi confronti. Lui, nato in Italia si sentiva italiano e per il sogno dell’Italia unita combatteva. “Io non sono per tiranneggiare, ma per spegnere i tiranni”, dirà di sé. Da tutti era maledetto e considerato uno straniero e il sentirsi chiamare “catalano” lo gettava in una profonda malinconia.
Nessuna prova poi sulla sua crudeltà e i modi barbari di assassinare. La storiografia successiva afferma che Cesare Borgia non ha mai ucciso nessuno di propria mano, se non in battaglia. La morte del padre lo farà precipitare. Sarà arrestato, fuggirà dal carcere e si rifugerà dal cognato Re di Navarra. Morirà combattendo per lui: secondo le cronache, si lancerà solitario contro decine di soldati. Andrà insomma incontro alla morte volutamente.
La notizia della sua morte getterà nella disperazione più totale sua sorella, Lucrezia Borgia. Il suo nome per secoli è stato sinonimo di veleno, di incesto (con il padre papa Alessandro VI e con il fratello Cesare), di maledizione, considerando che i suoi mariti e amanti morivano assassinati.
Bellissima, amatissima dal padre, sarà da lui usata per stringere alleanze politiche con i signori italiani. Si sposerà a 12 anni con il duca di Pesaro Giovanni Sforza. Pochi anni dopo lo Sforza non servirà più e sarà accusato di impotenza. Il papa annullerà il matrimonio e Lucrezia sposerà il duca Alfonso d’Aragona. Tempo qualche anno e anche Alfonso non sarà più gradito e Cesare Borgia farà assassinare il cognato. Innamorata del marito, nella disperazione totale, Lucrezia si rifugerà nel castello di famiglia a Nepi.
Da allora, la sua fama non sarà più quella della colta e raffinata figlia illegittima del papa, ma di una avvelenatrice, di una donna perversa amante di suo padre e soprattutto del fratello Cesare che amava più di qualunque altro. Troverà la pace sposando Alfonso d’Este e trasferendosi a Ferrara. Lì, lontana dalla Roma papalina, corrotta e mondana, nel ducato di Ferrara, nella corte più raffinata del Rinascimento passerà i suoi ultimi anni diventando terziaria francescana.
Amatissima dai suoi sudditi, che l’avevano accolta freddamente, Lucrezia farà dimenticare il suo passato e sarà una duchessa esemplare. Morirà di parto, invocando Dio, a 39 anni. Lucrezia è stata l’unica “Papessa” realmente esistita, al di là delle leggende. Per alcuni mesi, durante l’estate del 1501, suo padre il papa, durante un’assenza, le affidò la reggenza dello stato pontificio. Avvenimento che resterà unico nella storia millenaria della Chiesa Cattolica.
Lucrezia è stata il membro dei Borgia che più di ogni altro ha subito le azioni di suo padre il papa Alessandro VI, una vittima della storia e del suo cognome. Anche per lei, come per suo fratello Cesare, la storia si è ricreduta. Non più solo una donna senza scrupoli e di costumi più che discutibili, ma una donna colta, dotata di un grande senso di pietà religiosa, amante e devota di Santa Caterina da Siena. Sarà lei ad introdurre nella corte di Ferrara Pietro Bembo e Ludovico Ariosto.
I Borgia, una famiglia che veniva da Valencia e sognava di unificare l’Italia. Nel bene e nel male, hanno dato tanto alla storia del Rinascimento. L’Italia li ha disprezzati, ma anche per loro la storia riservava una sorpresa.
Un membro della famiglia (il figlio di Giovanni Borgia, figlio primogenito del papa) si stabilirà a Valencia, nel ducato di Gandia, da dove era partito Callisto III. Da Juan de Borja nascerà Francesco Borgia (il suo bisnonno era papa Alessandro VI). Rimasto vedovo, diventerà gesuita. Sarà uno dei più stretti collaboratori di S. Ignazio de Loyola. Sarà canonizzato nel 1670.
Chissà cosa avrebbe pensato Alessandro VI, Rodrigo Borgia, se gli avessero detto che, un giorno, un Borgia sarebbe diventato santo.