Si pensa sempre che l’influenza di vino, birra o altri alcolici su gran parte degli episodi di violenza sessuale dipenda dall’effetto disinibente sul maschio bevitore. Molte volte è così. Ma si sottovaluta l’incidenza del calo delle difese provocato dal bere nella donna.

Sul sito de “La Gazzetta dello Sport”, il 25 febbraio 2011, appare un articolo scelto tra i tanti che evidenziano questo aspetto del fenomeno.

Mancini indagato. Una brasiliana lo accusa.

“L’ex di Roma, Inter e Milan avrebbe usato violenza sessuale a Milano su una ragazza nota nel mondo della musica del suo Paese, conosciuta a una festa di Ronaldinho. Il fatto risale alla notte fra l’8 e il 9 dicembre 2010. Il giocatore nega: la donna era consenziente.

Secondo l’accusa, la notte tra l’8 e il 9 dicembre scorso a Milano, Mancini, approfittando dello stato di semi-incoscienza della ragazza, che era ubriaca, l’ha costretta a subire rapporti sessuali ripetuti, provocandole anche escoriazioni.

La trentenne, che Amantino Mancini aveva conosciuto quella sera a una festa organizzata da Ronaldinho, la mattina dopo si è recata al servizio violenza sessuale della Mangiagalli per una visita e poi ha sporto denuncia”.

Affermare che il bere della ragazza abbia avuto un ruolo nella vicenda segnala una responsabilità in colei che, alla fine, è vittima di una violenza ingiustificabile, ma se quella notte la ragazza non avesse consumato bevande alcoliche si sarebbe arrivati a questo punto?

In Inghilterra dal dicembre 2006 è considerato reato consumare un rapporto sessuale con una donna ubriaca, anche quando si mostra consenziente. Questo fa riflettere, a partire dalla considerazione che se una tale disposizione venisse applicata alla lettera, si riempirebbero le carceri di uomini che, il più delle volte, non capirebbero il motivo della loro colpa.

Numerose donne amano bere senza pentirsi dei loro successivi comportamenti, ai quali la disinibizione delle bevande alcoliche può avere fornito una facilitazione. Un uomo non può sapere prima se poi la donna si pentirà o meno, a maggior ragione in situazioni di rapporti occasionali.

Numerose coppie considerano bere o assumere sostanze come un complemento condiviso e arricchente della loro sessualità.

In Inghilterra la componente maschile di queste coppie rischia di finire in tribunale. Una donna è libera di bere e fare sesso come, quando e con chi le pare? E ne è responsabile?

Tutti risponderebbero affermativamente, perché a nessuno viene in mente che una donna possa abusare di un uomo e perché si suppone che una donna sia in grado di autodeterminarsi.

Un uomo è libero di bere, fare sesso come, quando e con chi gli pare?

In questo ultimo caso scatta immediatamente il sospetto di una deplorevole azione di violenza.

È solo una questione di forza fisica, o è un problema culturale?

Nella sessualità il limite tra piacere e violenza può essere molto sottile. La differenza si misura dal grado di consapevolezza e dalla volontarietà. Gli alcolici alterano entrambi questi elementi.

Come considerare la volontarietà di una donna che ha assunto volontariamente una sostanza che altera la sua volontà?

È pensiero condiviso che una persona che, guidando in stato di ebbrezza, causi un incidente stradale, vada imputata per “dolo eventuale”. Decidendo di bere prima di mettersi al volante – si pensa – si è deliberatamente posta nella condizione di maggior rischio per sé e per gli altri.

Se estendiamo analogo ragionamento alla ragazza che assume vino, birra o altri alcolici in una occasione di incontro ravvicinato con altre persone, possiamo parlare anche in questo caso di “dolo eventuale”, visto che si è deliberatamente posta in una condizione di maggior rischio (almeno per sé)?

Il ragionamento porta lontano.

Noi facciamo un paio di considerazioni.

Una legge che voglia considerare le implicazioni dell’uso di alcolici nella volontarietà dei rapporti sessuali deve necessariamente responsabilizzare il maschio, non fosse altro per la quasi totale esclusività che gli uomini hanno in questo reato.

Ciò ha niente a che vedere con la parità dei sessi e con la reciprocità di diritti e doveri. Lo stupro non è un fenomeno simmetrico nella relazione maschio/femmina, non solo per quanto riguarda i numeri, ma anche per le modalità.

Resta la constatazione di come ancora una volta l’alcol aumenti il rischio di infelicità e sofferenza, ben altrimenti dalle comuni interpretazioni di facilitatore dei rapporti sociali.

Nella realtà gli alcolici distorcono e imbrogliano i già complicati rapporti tra i sessi.

Dal libro “LA CASTA DEL VINO” – di Enrico Baraldi e Alessandro Sbarbada

 

[1] Riceviamo e pubblichiamo da Alessandro Sbarbada, co-autore, insieme a Enrico Baraldi, de La Casta del vino. 111 informazioni utili per non farsi imbottigliare (Ed. Stampa Alternativa, Viterbo 2011). Del testo, Sbarbada ci ha fatto pervenire il cap. 43, accompagnandolo con la seguente nota: “In occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulla donna, diffondo il capitolo 43 della La casta del vino, che ci è costato più fatica, frutto di interminabili discussioni tra i due autori”.

[Foto di copertina: ilventunesimosecolo.blogspot.com ]


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