Lettera semiseria a Babbo Natale
Caro Babbo Natale, qualche giorno fa sono arrivata alle porte del tuo villaggio per portarti la mia letterina. Questa volta ho pensato di venire di persona perché non volevo rischiare che andasse perduta….capita, capisco bene; non è colpa di nessuno; i trasporti, il maltempo, la confusione degli ultimi giorni… sì, hai ragione: perché mi risolvo sempre all’ultimo momento? Non ne parliamo; è il mio solito problema… per me è sempre una “questione di tempo!”
Comunque, già che ero in zona, sono venuta personalmente. All’ingresso, quel tipino vestito di verde è stato molto gentile; ti faccio i complimenti per come selezioni il personale: buon fiuto!!! Amabile, sorriso accattivante, occhioni dolci rassicuranti e quell’inchino….uaooooo…mi sono sentita una vera regina!
Mi ha detto che potevo lasciarla a lui, ma devo confessarlo: non ero pronta!
Avevo dei dubbi su ciò che avrei dovuto chiederti perché effettivamente di cosine da chiedere ne ho una lunga lista e quindi eccomi qua…all’ultimo momento, anche stavolta.
Ma ora so che voglio; so cosa mi piacerebbe ricevere come “premio fedeltà” per non aver mai dubitato della tua esistenza e della tua generosità: mai! Nemmeno quando ho ricevuto Corinne, la “bambola con gli occhiali” invece di Ken, fidanzato della mitica Barbie, aspettata per anni e ricevuta in formato basic, costume da bagno e gambe rigide. Che delusione; la mia Barbie è rimasta single per sempre!
Beh, tornando alla mia richiesta, quest’anno vorrei ricevere in dono un bel cambiamento… uno qualsiasi! Scegli tu, per me fa lo stesso. Ci sono tante cose che mi feriscono il cuore e tu sai bene di cosa parlo …
Vuoi iniziare dai miei piccoli amici?
Li vedo sempre più soli, in difficoltà; nascondono il loro sgomento dietro la maschera dell’indifferenza, dell’arroganza; alcuni, e tu sai di chi parlo, sono pieni di rabbia… di una rabbia che viene da lontano; altri arrancano dietro la vita perché si riconosca il loro diritto ad essere “diversi”. Affondano nel mare di oggetti con cui vogliamo liquidare la nostra assenza perché la barca sulla quale viaggiano non ha nessuno che tenga ferma la barra del timone ad indicare la rotta e spesso non hanno nemmeno una bussola che gli indichi la direzione da seguire.
Porta loro la costanza e il senso del dovere, sì che si allenino a non demordere, ad andare fino in fondo: sempre, comunque, nonostante!
Donagli uno specchio incantato nel quale possano rimirarsi e trovarsi tutti meravigliosamente belli, così come sono perchè riescano a volersi bene, ad accettarsi; portagli un unguento miracoloso che lenisca il dolore delle loro ferite, di quelle più intime che non riescono a rimarginarsi perché nessuno se ne sta prendendo cura e non dimenticare un flacone di magico profumo perché la loro essenza si sparga e la loro presenza non passi mai inosservata.
Non vorrei sembrarti troppo pretenziosa, ma perché il cambiamento avvenga è necessario che tu riesca a far pervenire ai loro genitori nonché a tutti gli adulti che li circondano, me compresa, una buona dose di dolce fermezza, unita a tanta pazienza, chili di sorrisi incoraggianti e una delle tue famose clessidre, una di quelle che segnano il tempo lentamente, perché oggi corriamo tutti e nessuno ha più tempo per fermarsi ad accorgersi degli altri.
A proposito, mentre ti prepari alle consegne, ne approfitto per ringraziarti; è stata una’ottima idea quella di mandare giù dei buoni modelli di adulto a cui riferirsi, in cui possano identificarsi; grazie per gli Ebola Fighters, gente coraggiosa tanto da non aver timore di sfidare la paura più atroce pur di regalare un’opportunità, fosse anche quella di finire in modo “dignitoso”: credo che attraverso le loro azioni possano comprendere la generosità, la compassione, la coerenza con i propri ideali.
Anche con un certo Dottor Ciccio, alias Dott. Dino Leonetti, il “ naso rosso” più famoso della nostra provincia, che con la sua squadra di clown dottori se ne va in giro a mietere allegria e buonumore dove regna la Creatura che semina dolore, ci hai visto giusto; potranno imparare che il sorriso è spesso l’unica arma vincente e che anche il dolore si attenua, si fa da parte all’avanzare di un viso sorridente.
Ahhhh, stavo dimenticando qualcosa… sarebbero utili anche auricolari di ultima generazione, di quelli con i microchips collegati al cuore così che si possano ascoltare le loro paure, i loro sogni, le loro difficoltà senza che essi parlino perchè, devo dire la verità, non parlano tanto e quando parlano, non li capisci più: altro linguaggio, altri fonemi… mammamiaaaa… hai per caso qualche vecchio dizionario? Ti costerebbe tanto aggiungerlo alla lista?