Ha vinto il NO o, forse, ha perso il SÌ. E ora?

L’urna ha sancito, un risultato netto ha dato all’Italia intera un indiscutibile responso, la precisa volontà di non cambiare è testimoniata da quell’indiscutibile 59,11% . Ha vinto il NO o, forse, ha perso il SÌ.

Da qualsiasi parte lo si voglia leggere, il consenso referendario di Renzi ha fatto clamorosamente cilecca. A nulla sono valsi tutti i comizi tenuti dal buon Matteo, sul cui risciò sono saliti in pochi, politici radunatisi sulle spiagge della penisola ad aspettare, vacanzieri, che il cadavere passasse senza lasciare strascichi o confusionarie conseguenze. Ecco, appunto. Ma, una volta accertata e accettata la pars destruens del popolo italiano, a chi spetterà l’ingrato (?) compito di edificare le macerie?

Le soluzioni non mancherebbero, ma la strada verso il placet comunitario pare, al momento, poco percorribile. Escludendo, a priori, l’ipotesi di un “Renzi bis” (eventualità che disattenderebbe le promesse dell’ex Premier), si potrebbe andare verso un Governo Istituzionale che vedrebbe nel Presidente del Senato, Pietro Grasso, un dirigente qualificato, da nominare, comunque, dopo l’approvazione del Bilancio.

Il piano B, invece, è suggestivo, ma, probabilmente, utopistico. Si tratterebbe, in sostanza, di un Governissimo, una politica di larghe intese che poggerebbe sui, pochi a dir la verità, punti che accomunano Centrodestra e Centrosinistra. Stiamo parlando di un candidato gradito da entrambe le parti, un uomo ponderato come Dario Franceschini, scelto da Sergio Mattarella, con una visione equidistante sulla nuova legge elettorale.

Già, l’Italicum, l’ago della bilancia. Grillo e Salvini non vorrebbero cambiare, anzi, come da loro proposto, attraverso elezioni anticipate, esso verrebbe applicato alla Camera, mentre per quanto riguarda il Senato si passerebbe consultellum, si adotterebbe, cioè, il porcellum di Calderoli, edulcorato e purificato da basi anticostituzionali, quali il premio di maggioranza.

C’è, però, una scorciatoia, quel Governo Tecnico tanto caro a noi italioti. Ciampi e Monti hanno indicato la via e il Ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, pare intenzionato a perseguirla, se non altro per allinearci con le direttive europee e allontanarci dalle pessime figure che la Nazione ha riportato negli ultimi lustri.


Fontewikimedia.org
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Iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Puglia, ho iniziato a raccontare avventure che abbattono le barriere della disabilità, muri che ci allontanano gli uni dagli altri, impedendoci di migrare verso un sogno profumato di accoglienza e umanità. Da Occidente ad Oriente, da Orban a Trump, prosa e poesia si uniscono in un messaggio di pace e, soprattutto, d'amore, quello che mi lega ai miei "25 lettori", alla mia famiglia, alla voglia di sentirmi libero pensatore in un mondo che non abbiamo scelto ma che tutti abbiamo il dovere di migliorare.