La stanza degli ospiti non era altro che uno sgabuzzino fatiscente. Accanto al lavandino, a sinistra di un letto dai drappeggi bordeaux, era affissa la raffigurazione sacra di una Madonna piangente. D’altronde Agostino Masucci aveva sempre avuto rapporti strettissimi con il Vaticano e quando, nel 1750, ospitò a Roma il pittore tedesco Johann Zoffany, il suo animo caritatevole si preparava a trapassare una vita colma di devozione. Durante il suo tour artistico, Zoffany carpì tutte le nozioni fondamentali della creatività sviluppando, in maniera intimista, uno spirito critico notevole ed un’apertura mentale che cozzava con le poco emancipate ideologie dell’epoca.

Eppure il diciottesimo secolo annoverava tra le sue spiccate personalità anche quella della pre-romantica Jane Austen, dietro i cui romanzi si celavano storie di integrazione. Ma, per un popolo culturalmente povero, gli scripta rappresentavano fugaci compagnie e codici inaccessibili. Ciò che rese Zoffany immortale, invece, fu la scelta di dipingere un soggetto destinato a suscitare scandalo.

Custodito allo Scone Palace in Scozia, infatti, si può ammirare il quadro di una giovane donna, Elizabeth Murray, assieme a sua cugina, Dido Elizabeth Belle. Ci si riferisce, sostanzialmente, all’unico affresco settecentesco che incornicia una ragazza bianca ed una di colore.

Figlia illegittima di Sir John Lindsay, ammiraglio della Royal Navy, e della schiava africana, Maria Belle, Dido Elizabeth crebbe negli ambienti aristocratici del suo prozio Lord Mansfield, ricevendo l’istruzione e gli onori di cui solo un membro dell’alta classe poteva privilegiare. Tuttavia, in un’Inghilterra colonizzatrice e bigotta, il colore della sua pelle non le consentiva di avere diritti concessi solo ai bianchi e, solo grazie all’amore per il figlio idealista di un vicario, sarebbe riuscita a sensibilizzare l’opinione pubblica in merito all’assoluta necessità di abolire la mostruosa tratta di uomini.

Dall’Africa alle Indie, le mire espansionistiche del Regno Unito resero l’impero britannico il più vasto della storia dell’umanità, quasi un quinto della popolazione mondiale viveva sotto l’egida di Enrico VIII prima e di Mary Stuart poi. La Rivoluzione francese e l’ascesa di Napoleone introdussero in tutta Europa nuove concezioni in materia di diritti umani e la Gran Bretagna, seppur in ritardo rispetto alle altre potenze, si adeguò, cancellando l’orrendo scempio perpetrato su esseri umani che avevano contribuito, fattivamente, alla nascita di una nuova nazione, meltin’pot di usi e costumi, indossando abiti eleganti e sfoggiando titoli nobiliari di libertà.