“Una buona testa ed un buon cuore

sono sempre una formidabile combinazione”.

(Nelson Mandela)

10 dicembre 1948 – 10 dicembre 2017: 69 anni dalla DUDU, la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Un anniversario che rinnova amarezza e indignazione…

Del resto, non c’è solo la DUDU: convenzioni, protocolli, comitati, agenzie, associazioni, Costituzioni ispirate alla Solidarietà, alla Giustizia Sociale, alla Tutela dell’Umanità. Da qui riparte la ri-costruzione dell’Europa dopo la Seconda Guerra Mondiale segnata da totalitarismi di ogni colore e violenza. Oggi questo fermento socio-politico ispirato ai principi morali laici ed Evangelici, che ha scritto la storia della civiltà mondiale, pare si sia fermato davanti ad un muro di indifferenza.

“Il recente suicidio di un ragazzo afghano di 11 anni in un centro per rifugiati in Austria ci ricorda tragicamente che le autorità europee devono porre maggiore attenzione al profondo stress psicosociale che affrontano migliaia di bambini rifugiati e migranti”. Lo ha dichiarato Afshan Khan, direttore regionale dell’Unicef per l’Europa e l’Asia Centrale. “I bambini che scappano da guerre e conflitti, o quelli sradicati dalle loro case, stanno già affrontando elevati livelli di trauma. Non sapere cosa il futuro riservi loro causa stress emotivo e preoccupazione aggiuntive. Per alcuni, è semplicemente troppo da sopportare”. E ha aggiunto: ”Non conosciamo il numero esatto degli atti di suicidio fra i bambini rifugiati in Europa, ma ci sono stati segnalati casi preoccupanti di bambini, in particolare dall’Afghanistan, che pongono fine alle loro vite mentre aspettano notizie sulle loro richieste di asilo o sul ricongiungimento familiare in un altro paese europeo”. Per il direttore regionale dell’Unicef per l’Europa e l’Asia Centrale: “è cruciale che questi bambini ricevano cure tempestive e di qualità adeguata, aiuto da parte di coloro che se ne prendono cura e degli operatori sociali formati per rilevare i primi segnali di difficoltà, accesso a servizi per la salute mentale e il supporto dei tutori legali o delle famiglie affidatarie. Se queste misure non verranno introdotte con urgenza, l’impatto a lungo termine sulle vite dei bambini e le loro società potrebbe essere incalcolabile”.

L’Unicef, ormai da tempo, sta chiedendo ai Governi di adottare l’Agenda di Sei Punti d’Azione, messa a punto dalla stessa Unicef per proteggere i bambini rifugiati e migranti e garantire il loro benessere:

  1. Proteggere i bambini rifugiati e migranti, in particolar modo quelli non accompagnati, da sfruttamento e violenza.
  2. Porre fine alla detenzione dei bambini richiedenti lo status di rifugiato o migranti, introducendo una serie di alternative pratiche.
  3. Tenere unite le famiglie, come migliore mezzo per proteggere i bambini e dare loro il riconoscimento di uno status legale.
  4. Consentire ai bambini rifugiati e migranti di studiare e dare loro accesso a servizi sanitari e di altro tipo, di qualità.
  5. Chiedere di intraprendere azioni sulle cause che spingono a movimenti di massa di migranti e rifugiati.
  6. Promuovere misure che combattano xenofobia, discriminazioni e marginalizzazione nei paesi di transito e di destinazione.

Ciò che ha determinato questa moria socio culturale sono le scelte bislacche di tutte le Istituzioni, che rappresentano i Cittadini. La sfida che si presenta è ardua, ma intere nuove generazioni stanno soffrendo e gemendo per un presente più umano. Come comunità Europea non ci resta che prendere consapevolezza di questo dramma e cercare in ogni modo soluzioni, per la salvaguardia dei più piccoli, dei più fragili, dei più deboli.

Le proposte di riforma e ripristino di una Società più umana non devono essere cercate chissà dove: prima che nella DUDU, risiedono nei corridoi del corpo di ogni uomo e donna dove risiedono le ragioni del cuore, perché come direbbe Nelson Mandela: “Una buona testa ed un buon cuore sono sempre una formidabile combinazione”.

Nota all’articolo:

la notizia è stata diffusa dal sito dell’Unicef il 21 novembre, c.m., e da altre agenzie di stampa.