L’altro ieri ricorreva il 66^ anniversario dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e si celebrava, come ogni anno e come stabilito dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, la Giornata Mondiale dei Diritti Umani.

A 66 anni dal 10 dicembre 1948, tanti i fronti ancora aperti. Tanto cammino è stato fatto. Tanto rimane da farne.

Si legge nell’art. 1 dela Dichiarazione Universale dei Diritti Umani sancisce che ”tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza”.

Facile a dirsi, questo principio, ancora oggi, non è riconosciuto ovunque, nemmeno in linea di principio. Figurarsi poi quanto alla sua applicazione pratica. Nondimemo, la DUDU non va sminuita perché si tratta del primo codice etico universalmente riconosciuto e approvato da una Assemblea dei popoli.
Quanto alla Giornata Mondiale dei Diritti Umani, la sua istituzione risale al 4 dicembre 1950, grazie alla risoluzione 423 approvata in occasione de 317º meeting globale dell’ONU.

È in concomitanza di tale Giornata che vengono consegnati il Premio Nobel per la pace, quest’anno assegnato Malala Yousafzay e Kailash Satyart, ed il quinquennale Premio delle Nazioni Unite per i Diritti Umani (Human Rights Prize).
Chiaramente, l’obiettivo principale della Giornata Mondiale dei Diritti Umani è tenere alto il livello di guardia quanto al riconoscimento e rispetto dei diritti universali dell’uomo: non si educa, sensibilizza, informa mai abbastanza. Lo slogan del 2014 era: “Diritti umani 365”. Quasi a dire: ogni giorno è buono per rispettare un essere umano.

Non a caso, il Segretario generale Ban Ki-moon, nel suo messaggio per la giornata, ha stigmatizzato: “Denunciamo le autorità che negano i diritti di qualsiasi persona o gruppo. Dichiariamo che i diritti umani sono per tutti e per tutto il tempo: chiunque siamo e in qualunque luogo ci troviamo; non importa la nostra classe, le nostre opinioni, il nostro orientamento sessuale. Questa è una questione di giustizia individuale, di stabilità sociale e progresso globale. Invito gli Stati membri a rispettare il loro obbligo di proteggere i diritti umani in ogni giorno dell’anno. Invito la gente a obbligare i loro governi a rendere conto”.
Dal suo canto, Federica Mogherini, Alto rappresentante per la politica estera dell’Unione europea, ha nell’occasione sottolineato che: “L’Ue è impegnata nel sostenere questi diritti”, anche “con la nomina di un Rappresentante speciale per i diritti umani (Stavros Lambrinidis , ndr)” e con “la stretta collaborazione e il sostengo alle organizzazioni della società civile in tutto il mondo”.