
“Che cosa ti è successo,
Europa umanistica, paladina dei diritti dell’uomo,
della democrazia e della libertà?
Che cosa ti è successo,
Europa terra di poeti, filosofi, artisti, musicisti, letterati?
Che cosa ti è successo,
Europa madre di popoli e nazioni,
madre di grandi uomini e donne che hanno saputo difendere
e dare la vita per la dignità dei loro fratelli?”
(dal Discorso di Papa Francesco per il conferimento del premio Carlo Magno)
La nascita della Unione Europea è storia recente. Le migrazioni di massa hanno origini antiche. Di fatto, disperati e poveri in questi viaggi, che si snodano dai porti dell’Africa e dell’Asia, si riversano nel “Vecchio-Nonno Continente”: dunque bisogna agire e non ignorare. Non ci sono altre risposte che non siano concrete e operative. L’Europa dei valori, con storiche ed antiche tradizioni di: civiltà, cultura, democrazia e tutela dei diritti, non può soltanto dichiarare: “respingiamoli in mare” o “andassero a casa loro”.
Tanti dicono che l’Europa deve fare qualcosa di fronte a questa catastrofe umana per evitare che il Mediterraneo diventi un cimitero, e poi, quando arrivano soluzioni percorribili, troppi si tirano indietro.
Non si possono né si devono fare altri ‘lasciti’ ai ‘sobillatori-populisti’, è indispensabile muoversi: per salvare vite umane, per bloccare la tratta di esseri umani da parte degli scafisti e della criminalità organizzata, per sostenere i Paesi, come la Grecia e l’Italia, più esposti a sostenere le ‘onde’ migratorie.
‘Sobillatori populisti’ ossia leader di partiti politici, fortemente critici nei confronti dell’immigrazione, che chiedono la difesa strenua dello stato sociale solo dei propri connazionali, mentre l’esodo in atto è di dimensioni bibliche e affonda le proprie radici nella realtà disordinata e travagliata nella quale vivono molti Paesi dell’Asia e dell’Africa, sconvolti da sanguinose e violente guerre.
A tutti sono ben note le responsabilità degli organismi occidentali che questi conflitti armati hanno acceso esplicitamente o causato indirettamente: lo hanno forse fatto per mettere al riparo gli affari ‘annodati’ al petrolio?
I grandi dell’Occidente hanno deciso di smantellare con la forza i cosiddetti regimi ostili, senza considerare però che i cosiddetti “stati carogna” assicuravano un certo equilibrio in quelle zone, arginando il diffondersi dell’integralismo islamico.
La situazione è peggiorata con la nascita dell’Isis: fondamentalisti islamici che grazie all’indefinibile sostegno di alcuni Paesi islamici, Stati della penisola Arabica in primis, e il voltare il capo dall’altra parte dell’intero Occidente si sono imposti e ora terrorizzano il mondo nel nome di Allah.
Nello sterminio dei rifugiati nel Mar Mediterraneo ci sono responsabilità ben precise: organizzazioni criminali che gestiscono senza pietà il traffico di esseri umani; gli sporchi interessi di chi specula su questa emergenza umanitaria; l’atteggiamento incosciente di alcuni stati dell’Unione Europea che – a differenza di altri che si mostrano più sensibili e generosi – manifestano ostilità ad ospitare sul proprio territorio i profughi, facendo calare il sipario sulle norme della Convenzione di Ginevra, sullo status dei rifugiati politici e sulla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo.
La distesa dei fili spinati, l’innalzamento dei muri, la costruzione delle barriere, nella terra nativa dei valori dell’accoglienza, della solidarietà, difatti stanno demolendo l’Unione Europea e manifestano la rinascita di un minaccioso nazionalismo fanatico che tanti danni ha già causato all’Europa.
Il Vecchio-Nonno Continente e l’Onu dovrebbero svegliarsi dal ‘criminale’ letargo e ‘darsi da fare fattivamente’ per governare con serietà ed efficacia l’emergenza profughi.
Non si può più restare inattivi a guardare la carneficina che avviene ogni giorno in quello che una volta fu il Mare nostrum: luogo privilegiato d’incontro tra popoli, culture e religioni diverse.
Una domanda mi perseguita: con l’accordo stipulato con la Turchia, regalando sei miliardi di euro, non stiamo rinunciando ai nostri valori ‘gettandoli al mare?’
Che senso ha respingere in modo indiscriminato i profughi? Forse l’esodo di tanti uomini, donne, bambini, anziani che ‘scappano’ per trovar rifugio serve unicamente per imbarcare sempre più il con-senso elettorale e far naufragare il senso della civiltà UMANA.
Intanto, mentre si celebra l’anniversario della Dichiarazione di Schuman, i Paesi del Gruppo di Visegrad –Repubblica Ceca, Ungheria, Polonia e Slovacchia – hanno comunicato un no categorico, e addirittura “adirato”, contro il “contributo di solidarietà”, ultima proposta di riforma del controverso regolamento di Dublino della Commissione Ue sulla emergenza migranti. La Commissione Europea propone di imporre agli Stati membri una scelta: o accogliere i rifugiati che spettano in base ai criteri di ripartizione o pagare una multa annuale pari a 250.000 euro a rifugiato rifiutato: ma anche su questo fronte gli egoismi nazionalistici sembrano prevalere e voler fare le orecchia del mercante… anche perché chi non pagasse il contributo di solidarietà manterrebbe comunque il diritto a ottenere i finanziamenti europei.
In altri termini: i Paesi del Gruppo Visegrad prendono più soldi di tutti dall’Europa, non accettano migranti, non intendono pagare contributi e nessuno sembra poterci fare niente: “Che t’è successo, Europa?”