
I rifiuti? La legalità? Le priorità per il rilancio di Roma? No, grazie. Raggi e Giachetti hanno ben altro a cui pensare. Della serie: quando una canna unisce.
Virginia Raggi e Roberto Giachetti. Lei, candidata 5 Stelle alla poltrona di Primo Cittadino di Roma. Lui, candidato per la stessa poltrona, ma nelle fila del PD.
Oltre alla medesima aspirazione, cos’altro potrebbero avere in comune? Nulla, si direbbe. Eppure, un punto di accordo l’hanno trovato: maria.
No, non stiamo parlando di improvvise derive mistiche né abbiamo scritto “maria” con la minuscola per distrazione o, peggio, per deliberata mancanza di rispetto nei confronti della madre di Gesù.
Parliamo invece di cannabis, perché è questo il fumoso (è proprio il caso di dire) legame tra Virginia e Roberto.
Pensate che i due candidati sindaci della Capitale di Italia si sono già espressi in termini di una reciproca collaborazione, in caso di elezione dell’una o dell’altro, ai fini di accelerare l’iter legislativo per la legalizzazione della cannabis. Che poi uno si chiede: ma sono candidati a prendere il posto di Renzi o quello di Marino? E che c’entra la carica di sindaco di Roma con la legalizzazione delle droghe (cosiddette) leggere la cui competenza spetta al Parlamento? Non si tratterà mica di una trovata propagandistica per accattivarsi il voto delle giovani generazioni, le più attratte (forse) dall’incenso di maria?
Ma, ammesso e non concesso che questa ultima ipotesi sia plausibile, perché dichiarare di voler “lavorare insieme” per l’obiettivo? In questo modo, non spostano l’elettorato dell’una e dell’altra né si capisce che attrattiva possano esercitare sull’elettorato di destra. Ma poi “lavorare” come? E in che sede?
E mentre facevano dichiarazioni del genere hanno pensato che, come ogni Primo Cittadino, sono i primi tutori e responsabili della salute dei loro concittadini? Come pensano di tutelare la salute dei giovani facendo passare l’idea che una canna, in fondo, non è niente e che loro sono così “avanti” da volerla legalizzare? Roma non è per caso la stessa città in cui, il 4 marzo scorso, in una storia di sesso e droga è stato crudelmente ucciso il giovane Luca Varani?
Gabriele Sodani, medico, l’11 maggio scorso, scrive al Direttore di Avvenire: «È incredibile come due fra i possibili sindaci della Città Eterna dicano cose molto gravi e antiscientifiche per la salute, specialmente dei giovani […]. Non si tratta solo di argomenti marginali per i cittadini, ma si va contro il loro vero benessere presente e contro quello futuro».
Di una cosa bisogna, però, dare atto a Virginia (nome che in effetti rimanda ancora una volta alla devozione “mariana”) e Roberto: pur con poche idee e, si direbbe, ben confuse, sul tema della legalizzazione della cannabis hanno avuto il coraggio di dire apertamente la loro e di farlo prima delle votazioni: magari ora i Romani avranno un motivo di riflessione in più per scegliere di votarli oppure no.
Appuntamento al giorno delle elezioni: al vincitore hanno già assicurato una… fumata bianca.