UNA GIOIA LUNGA QUARANT’ANNI

Ci sono narrazioni che superano le barriere del tempo, una farsi memoria che va di padre in figlio, che riporta tutti a quei giorni di gloria, nei quali la magia ridona emozioni mai sopite, come se fossero ancora presenti. È un memoriale laico che celebra alcune date (5 luglio 1982, 11 luglio 1982) rimaste per sempre nella storia delle nostre vite e che fa rivivere persone (Gaetano Scirea, Paolo Rossi, Enzo Bearzot, Sandro Pertini), luoghi (il Sarrià), voci (il tre volte campioni del mondo di Nando Martellini) che in realtà non si sono mai dissolti. Sono passati quarant’anni dal Mundial spagnolo, ma  persiste il ricordo di quell’impresa che ci vide battere Argentina, Brasile e Germania Ovest, che iniziò non proprio nei migliori dei modi, tra critiche funesti e feroci, tra assenti che reclamavano spazio, come Beccalossi e Pruzzo, nello scudo di un silenzio stampa, utile e decisivo.

La Spagna viene scelta per ospitare il Mundial il 6 luglio 1966, a Londra. Se in Argentina la competizione è stata ad appannaggio del regime di Videla, in Spagna si festeggia il passaggio, non semplice, dal franchismo alla democrazia, che soltanto un anno prima, il 23 febbraio 1981 era stata messa in discussione dal golpe di Tejero, che non riuscì tuttavia a piegare la voglia di libertà degli spagnoli, grazie soprattutto alla fermezza di re Juan Carlos. È la prima edizione a 24 squadre che rappresentano i cinque continenti e nella quale esordiscono Algeria, Honduras, Camerun, Kuwait e Nuova Zelanda.

La formula del torneo, che si disputa in ben diciassette stadi, vede sei gironi eliminatori da quattro squadre ciascuno, dove passano le prime due, le quali sono raggruppate in quattro gironi da tre squadre, dai quali le prime accedono alle semifinali.

Nel gruppo 1 le prestazioni degli Azzurri non fanno che alimentare polemiche e sfiducia. I pareggi con Polonia, Perù e Camerun ci piazzano dietro i polacchi e ci spediscono nel girone della morte con Argentina e Brasile. Nel gruppo 2 per la prima volta una squadra africana batte un’europea, e non una qualsiasi: Madjer e Belloumi regalano la storica vittoria contro la Germania Ovest. I tedeschi si rifanno con Austria e Cile e si qualificano come primi. Nella partita d’esordio del Mundial il Belgio sorprende i campioni del mondo dell’Argentina. L’Albiceleste riesce, tuttavia, come i tedeschi, a passare il turno dietro proprio al sorprendente Belgio, primo nel gruppo 3. Nel gruppo 4 si ricorda soprattutto quello che succede in Francia Kuwait, match vinto dai francesi per 4 a 1. L’emiro Al-Sabah scende in campo per far annullare dal sovietico Stupar un gol di Alain Giresse. L’ottimo mondiale dei Galletti inizia con il secondo posto dietro all’Inghilterra che vince lo scontro diretto per 3 a 1. Nel gruppo 5 una rete del nordirlandese Armstrong regola i padroni di casa della Spagna, che saranno la grande delusione del torneo. Britannici primi e Furie Rosse a seguire. Nel gruppo 6 il Brasile gioca, vince e regala grande calcio piazzandosi primo davanti all’Unione Sovietica che beffa la Scozia che conferma la maledizione del primo turno.

Si accede così al secondo turno.

Nel gruppo A la Polonia arriva prima e dunque in semifinale, ripetendo il risultato del 1974. Altro gruppo di ferro è quello B, dove la Germania Ovest batte la Spagna 2 a 1, dopo aver pareggiato con gli inglesi 0 a 0, questi ultimi bloccati con il medesimo risultato dai padroni di casa. Keegan, Francis e Robson si inceppano, non ripetendo i buoni risultati del primo turno. Nel gruppo C l’Italia compie un capolavoro che rimarrà nella storia. Il 29 giugno batte i campioni del mondo dell’Argentina con i gol di Tardelli e Cabrini, nell’incontro ricordato per la marcatura asfissiante di Gentile su Maradona. Il gol di Passarella serve solo per le statistiche. A complicare le cose per gli Azzurri ci pensa il gol di Serginho che al 75′ sigla il definitivo 3 a 1 del Brasile sugli argentini, con Maradona che perde la testa e si fa espellere. E così al Sarrià, uno stadio abbattuto nel 1997 per la costruzione di un complesso condominiale, l’Italia deve solo vincere, ai brasiliani basta il pari.

Va di scena la resurrezione di Paolo Rossi, finora criticato per le sue pessime prestazioni. Un pallone di Cabrini dalla sinistra pare quasi cadere sulla testa di Rossi che appoggia in rete per l’1 a 0. Socrates fulmina subito dopo Zoff, un tiro che fa evaporare il gesso della linea di porta. I brasiliani cincischiano in difesa e Rossi approfitta dell’errore di Junior. Il romanista Falcao dal limite pareggia al 68′. Al 74′ Rossi diviene l’Hombre del partido, raccogliendo nell’aria piccola un pallone calciato da Tardelli. Zoff, che fa il miracolo su Oscar, suggella una prestazione maiuscola degli Azzurri. Si resta a Barcellona, ma questa volta si gioca al Camp Nou, dove Rossi, divenuto Pablito, realizza una doppietta contro la Polonia. Dodici anni dopo siamo in finale. Nell’altra semifinale Germania Ovest e Francia danno vita a un match epico e drammatico. Tedeschi avanti con Littbarski al 17′. Le Roi Platini pareggia dieci minuti dopo. Nel secondo tempo Battiston viene affossato da un’uscita avventata di Schumacher e resterà esanime per terra, prima di essere portato in ospedale. Si va ai supplementari e la Francia trova il doppio vantaggio con Tresor e Giresse. Sembra fatta, ma mai dare per vinti i tedeschi che con Rummenigge a mezzo servizio, e Fischer, in rovesciata riagguantano il pareggio. Ai rigori è decisivo l’errore di Bossis. Tedeschi ancora in finale.

L’11 luglio 1982 a Madrid Germania Ovest e Italia si contendono la Coppa del Mondo. Per un fallo su Bruno Conti viene concesso un rigore agli Azzurri che Cabrini sbaglia quando siamo al minuto 25. Il primo tempo finisce 0 a 0. Al minuto 57 Gentile mette in mezzo un pallone un po’ così che viene colpito di testa da Rossi per l’1 a 0. Un fraseggio al limite dell’aria porta alla conclusione Tardelli che insacca il pallone del 2 a 0 e che esulta urlando la liberazione di un Paese che dopo anni difficili può adesso gioire. Spillo Altobelli all’81’ realizza il 3 a 0. Pertini si sbilancia dicendo: “Non ci prendono più”. Spetta allo storico Breitner fissare il risultato sul 3 a 1. Al fischio finale di Coelho Nando Martellini ripete per tre volte “campioni del mondo” e un’intera nazione scende in strada per celebrare una vittoria forse inattesa alla vigilia ma che è stata costruita a partire da un gruppo forte e coeso. Resta, ad oggi, la vittoria più bella della gloriosa storia della Nazionale Azzurra.

CAPOCANNONIERE : Paolo Rossi (ITA) 6 reti.

CLASSIFICA FINALE

  1. Italia
  2. Germania Ovest
  3. Polonia
  4. Francia

FINALE TERZO E QUARTO POSTO

Polonia – Francia 3- 2