
Dialogo di un passante e un TdG
Lunedì 31 ottobre.
Un testimone di Geova mi chiede di lasciare un piccolo contributo per la costruzione di una cappella a Canosa. Me lo chiede a prima mattina, ma io, appena uscito di casa per andare a lavoro, gli rispondo di non avere spiccioli e, temendo di essere in ritardo, se gentilmente potesse dirmi l’ora: “Sono le 8.15, ieri, a quest’ora, erano le 9.15”.
Torno a casa per pranzo e me lo ritrovo ancora lì, trafelato dalla passeggiata casa per casa, gli spiccioli ancora una volta mi mancano e, affamato, gli chiedo, nuovamente, l’orario: “Sono le 13. Ieri, a quest’ora, erano le 14”.
Nel tardo pomeriggio scendo per andare al cinema, e, sul marciapiede di fronte ad una trafficatissima via Montegrappa, vedo sempre lui, l’incravattato dispensatore di Verità.
Stavolta le mie tasche brulicano di un pecuniario tintinnio, decido di contribuire all’opera benefica canosina, mi avvicino al tenace diacono e gli affido un euro.
Basito dall’esiguità della mia offerta, mi lancia uno sguardo tronfio e disgustato al tempo stesso.
Imbarazzato e spiazzato dalla magra figura, sottecchi, gli sussurro: “Eccoti un euro. Qualche anno fa, a quest’ora, erano duemila lire”.