Le novità introdotte dal Governo in materia di lavoro: un nuovo strumento normativo per lavorare a casa, ma non da autonomi.

Le novità introdotte dal Governo in materia di lavoro: un nuovo strumento normativo per lavorare a casa, ma non da autonomi.

Lo smart working, col DDL approvato lo scorso 28 gennaio, è ormai legge e ne è lo stesso ispiratore, nonché consigliere giuridico del Governo, il prof. Maurizio Del Conte, a spiegarne la novità: «La normativa prevede una reperibilità entro i limiti concordati con l’azienda, prevede l’utilizzo delle nuove tecnologie e non limita quote orarie e spazi (consente lo svolgimento in luoghi anche diversi dalla casa) evitando l’isolamento ed incrementando l’integrazione e i rapporti con altre persone».

In altri termini, si tratta di un altro modo di pensare il lavoro o quel che fino a poco fa era chiamato “telelavoro”. In sintesi: devi essere reperibile dall’azienda, ma puoi lavorare a casa, devi raggiungere degli obiettivi, ma puoi gestirti orari e spazi di lavoro; ovviamente, devi essere capace di lavorare in Rete: una rete che è fatta anche di rapporti con le persone fisiche, ma è sempre e molto più, “virtuale”.

Non si tratta, dunque, di lavoro autonomo, ma di un “lavoro agile”, che tuttavia necessitava di una normativa che regolasse i rapporti tra azienda e dipendenti non solo sotto il profilo economico, ma anche di privacy, di patto fiduciario, di sicurezza in ambito lavorativo.

Lo stesso Del Conte precisa: «Il patto di lavoro agile è attivabile e disattivabile in base al rapporto fra azienda-lavoratore ovvero se lo smart worker recede dal patto, l’inquadramento ritorna essere quello precedente. Inoltre la normativa chiarisce il rapporto di fiducia fra l’impresa ed il lavoratore agile in materia di trattamento dei dati aziendali, sicurezza sul lavoro, etc”.

E continua: «Non si tratta di un nuovo contratto». Si mira però: «a valorizzare (attraverso normative) la formazione professionale dei lavoratori (che sempre più chiedono un bilanciamento fra vita e lavoro) dando contestualmente alle Imprese Italiane la possibilità di trovare risorse per nuovi progetti, investimenti, posti di lavoro». In effetti, si stima già che saranno almeno 2 milioni i professionisti a trarne beneficio in termini, soprattutto, di maggiori tutele.

Dunque, i vantaggi non sono pochi e valgono per entrambe le parti: le aziende possono abbattere in modo significativo i costi senza dover abbassare la qualità dei risultati attesi; i dipendenti possono gestire al meglio il loro tempo, senza rinunciare alle gratificazioni economiche. E poi ch’è chi pensa all’ambiente: meno lavoratori che devono raggiungere ogni giorno il posto di lavoro significa anche meno trasporti, meno consumo energetico, meno inquinamento.

Peraltro, lo smart working non prevede la perdita degli incentivi fiscali e lo stesso Consulente giuridico del Governo, il prof. Del Conte, spiega che non è escluso che la normativa venga estesa, in futuro, anche al pubblico impiego.

Andrea Orlandini, vice presidente dell’Associazione Italiana per la Direzione del Personale (AIDP), ha commentato con entusiasmo le novità introdotte dal “lavoro agile” e ha dichiarato: «Lo ‎smart working (‎lavoro agile) è una vera opportunità per incrementare la Produttività delle Aziende e migliorare la qualità della vita dei Lavoratori (work life balance)».