L’insolito titolo è ispirato al primo campione del mondo ad aver risolto il cubo di Rubik in 22’’95 secondo. “Minh Thai”, infatti, èun brano dell’artista Iosonocorallo, il racconto di una sbornia finita male, la confessione aperta di chi vuole mettersi a nudo senza temere il giudizio degli altri

Qual è il vero nome di Iosonocorallo e da dove nasce la scelta dello pseudonimo?

Il nome è nato osservando me stesso e il mio modo di essere. E’ una metafora del mio carattere in quanto mi ritengo una persona molto riservata, introversa e sempre molto concentrata a capirmi fino in fondo ma al tempo stesso la musica mi aiuta a mettermi in risalto. Mi identifico, quindi, nei coralli che, pur trovandosi nei fondali marini, si riconoscono subito grazie al loro colore e alla luce che emanano.

“Minh Thai” è il titolo del tuo nuovo brano. Perché hai deciso di dedicarlo al recordman del cubo di Rubik?

Perché ognuno di noi ha avuto, almeno una volta nella vita, un cubo da risolvere. Oggi noto sempre di più questa sensazione di timore di sbagliare.  E’ come se ci fosse sempre qualcuno lì pronto a vedere cosa fai, cosa dici e come lo dici per poi giudicarti e questo comporta delle forti limitazioni. Dovremmo sentirci un po’ più liberi di sbagliare per poter imparare qualcosa dagli errori.

Semmai ne avesse, i benefici di un hangover giustificherebbero gli effetti negativi di una sbronza?

Al momento, un hangover non mi ha mai portato benefici!

In vino veritas, progetti futuri?

Prossimamente usciranno altri singoli e poi, sicuramente, tornare con la musica dal vivo.


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Iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Puglia, ho iniziato a raccontare avventure che abbattono le barriere della disabilità, muri che ci allontanano gli uni dagli altri, impedendoci di migrare verso un sogno profumato di accoglienza e umanità. Da Occidente ad Oriente, da Orban a Trump, prosa e poesia si uniscono in un messaggio di pace e, soprattutto, d'amore, quello che mi lega ai miei "25 lettori", alla mia famiglia, alla voglia di sentirmi libero pensatore in un mondo che non abbiamo scelto ma che tutti abbiamo il dovere di migliorare.