Sicuramente nuova l’esperienza che quest’anno ha coinvolto alcune delle classi del Liceo Scientifico R. Nuzzi di Andria: cento ragazzi tra quarte e quinte hanno infatti avuto l’opportunità di visitare, durante il viaggio d’istruzione svoltosi nel mese di Aprile, la verde e meravigliosa cittadina tedesca di Friburgo e di immergersi per un attimo nel caldo dibattito politico all’interno del Parlamento europeo di Strasburgo, passando per le meraviglie architettoniche e le curiose tradizioni offerte da entrambe le città.

Grande spazio è stato comunque lasciato all’ambito scientifico grazie ad una giornata che ha reso i ragazzi protagonisti all’interno del CERN di Ginevra, al confine franco-svizzero.

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Il CERN- Conseil Européen pour la Recherche Nucléaire- è il più grande laboratorio al mondo della fisica delle particelle. Nato nell’immediato secondo dopoguerra– con un apporto fondamentale dell’Italia: si ricordi che il primo direttore generale, tra il 1952-1954, fu l’italiano Edoardo Amaldi – rispondeva aall’esigenza di 11 Stati  di ridare lustro alla ricerca europea, nel corso degli anni, saltando di successo in successo (senza veder mai scemare l’entusiasmo), ha collezionato una serie di importantissime scoperte scientifiche; il bosone di Higgs, erroneamente noto come la Particella di Dio, è solo uno degli ultimi traguardi raggiunti.

Annualmente, a noi italiani il CERN costa all’incirca quanto un caffè procapite: una spesa irrisoria per un centro di ricerca grande quanto una piccola città, con esperimenti che nell’acceleratore LHC si svolgono in una circoferenza lunga 27km. Ad un primo impatto un complesso di tali dimensioni potrebbe risultare persino spaventoso e gli esperimenti condotti potrebbero sembrare completamente incomprensibili alle menti più sfiduciate riguardo all’apprendimento della matematica e della fisica. In realtà, come ci ha spiegato la nostra guida all’interno del CERN (la ricercatrice Sonia Natale, Ph. D.) quello che accade non è affatto dissimile dall’atto infantile di smontare gli oggetti per vedere come e di cosa sono fatti. Gli scienziati del CERN quindi sono curiosi come dei bambini, che, mossi dalla sete di conoscere, rincorrono la conoscenza a caccia della materia oscura.

Di cosa è fatto l’universo? Come ebbe inizio? sono solo due degli interrogativi ai quali i ricercatori stanno cercando una risposta: usando gli strumenti scientifici più grandi e complessi di tutto il pianeta, si fanno collidere due fasci di particelle che viaggiano ad una velocità pari quasi a quella della luce. Grazie a questo processo è possibile analizzare i costituenti fondamentali della materia, le modalità secondo le quali le particelle interagiscono, le forze che le legano, fornendo agli studiosi un quadro generale sulle leggi fondamentali della natura.

Al nostro arrivo al CERN – come ha anche sottolineato la dottoressa Natale – si respira un’aria satura di entusiasmo; da poco è infatti ripartito l’esperimento LHC (acronimo di Large Hadron Collider), fermo da due anni per manutenzione. È proprio all’interno del suo anello di 27 chilometri che due fasci di protoni, dopo aver acquistato energia e velocità all’interno del SP e SPS (Protosincrotone e Super-Protosincrotone) vengono fatti collidere in alcuni punti dove sono installati giganteschi rivelatori capaci di registrare gli urti più interessanti fra le particelle. Su LHC sono installati numerosi altri rivelatori, tra cui Atlas e CMS, grazie a cui è stato scoperto il bosone di Higgs (particella fondamentale che garantisce l’esistenza del cosiddetto Modello Standard) ma anche Alice, che studia gli urti tra ioni piombo, Lhcb.

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Dita incrociate per tutti i fisici, dunque, che attendono nuovi risultati, nuovi punti di partenza per iniziare la loro ricerca. Alle accuse di chi grida allo sperpero di denaro pubblico gli scienziati rispondono che sono proprio le cose meno importanti alla nostra sopravvivenza che ci rendono umani. Fatti non foste a viver come bruti, direbbe Dante.

Come asserisce anche David Kaplan (fisico intervistato nel film-documentario sul CERN Particle Fever) per seguire virtute e canoscenza è necessario passare ad un livello in cui non ci si interroghi più sul risvolto meramente economico delle nuove scoperte: così la domanda si trasformerebbe da “Qual è il vantaggio economico?” in: “Cosa non sappiamo, e dove possiamo fare progressi?”

Stupefacente tanto quanto le scoperte realizzate al suo interno (il WorldWideWeb nacque proprio a Ginevra) è il fatto che il CERN costruisca quotidianamente un ponte per un futuro che non è solamente scientifico, ma anche meravigliosamente umano; infatti persone da ogni parte del mondo si incontrano lì, discutono, collaborano allo stesso progetto animate da un entusiasmo che trascende le barriere sociali e le vecchie ferite di guerra. È così che Iracheni, Iraniani, Palestinesi e Israeliani siedono allo stesso tavolo, trasformando il CERN in un piccolo laboratorio di pace.

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