Ti chiameranno riparatore di brecce, e restauratore di strade… (Isaia 58,12b): è questa la missione degli “uomini grandi”, affidabili e autorevoli chiamati a lenire le ferite e riparare le brecce aperte dallo scetticismo, dalla disistima e dalle delusioni che aleggiano sui ricor­di di tanti. Quando certe forme di ordinaria relazionalità avvengono attraverso diktat e senza un confronto, anzi evitando di affrontare vicende e persone con cui si dovrebbe condividere una missione, il lavo­ro da fare è tanto: in verità costoro non dovrebbero continuare ad occupare, inutilmente, cariche o po­sti di responsabilità, ma riconsegnare il proprio mandato alla comunità, in modo che questa prov­veda ad affidare tale servizio a un altro che sia disposto a svol­gerlo con impegno, perché la comu­nità e i singoli hanno bisogno che certi ruoli siano ricoperti da persone af­fida­bili…

La Bibbia ci racconta che esperienze di cambiamento e di crescita sono il risultato di periodi bui, spesso vissuti in solitudine con se stessi. La storia poi ci ricorda anche che i grandi cambiamenti sono solitamente preceduti da profonde crisi… siano esse sociali, culturali, politiche o economiche e che le migliori idee nascono da un malessere; anzi la creatività nasce dall’angoscia, come il giorno nasce dalla notte oscura.

Gli uomini grandi che stiamo cercando sono coloro che prestano orecchio ai battiti di questo tempo per percepire l’odore della gente d’oggi, fino a restare impregnati delle loro gioie e affascinati dalle loro speranze, ma anche sconvolti dalle loro tristezze e angosce: il dono dell’ascolto qui non è solo ascolto di Dio, ma soprattutto ascolto del popolo affinché ci sia la disponibilità a un confronto sincero, aperto e fraterno.

Ovviamente quando tuonano le parole “grosse”, cariche di quell’aggressività mirante a giustificare il proprio operato, si atrofizza l’intelligenza, e il dialogo, quale nobile espressione di civiltà, fugge nel deserto, là dove quell’esistenza ha ancora bisogno di essere ripensata. Sì, il dialogo è il princi­pale strumento di collaborazione, senza il quale non ci sono sfide e senza sfide la vita è una routi­ne… una lenta agonia. Questa sfida, con un po’ meno culto e un po’ più di coraggio, viene con­dotta solo da uomi­ni grandi .. non dai “mezzi-uomini” che non hanno nulla da dire e da dare in un contesto avido di affetto.

Che il tempo della sorpresa torni presto a meravigliarci positivamente!

La virtù dei profeti dell’attesa è la “disarmante pazienza orante”: i sogni, scrive Iginio Carvelli, non hanno fretta di avve­rar­si, sono sospesi tra il cielo e la terra e sono in balìa dei venti. Un vento di tramontana li porterà lontano, un vento di libeccio li avvolgerà nella sua umida calura e li poserà nel cuore del sognato­re. I sogni sono belli anche se non si avverano. Regalano sempre emozioni e portano nelle braccia la carezza dell’impossibile.

Elia Ercolino


[Foto: FreeRangeStock]

 

 


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Elia Ercolino, nato a Peschici (FG) 15/02/1954. Formazione classica con specializzazione in teologia biblica. Ha tenuto corsi di esegesi e teologia   vetero e neotestamentaria. Giornalista pubblicista dal 1994 e professionista dal 2004. Impegnato nell’emittenza televisiva locale dal 1992. Direttore di Tele Dehon dal 1994 con auto dimissioni nel 2012. Direttore responsabile e fondatore della testata giornalistica “Tele Dehon Notizie” dal 1995 al 2012. Impegnato da sempre nel mondo del volontariato sociale.