Oggi sono più di otto milioni i bambini nati con la fecondazione medicalmente assistita

Un compleanno speciale, una festa particolare, una data da ricordare. Nasceva, infatti, il 25 luglio 1978 l’inglese Louise Brown, la prima bambina venuta alla luce grazie alla fecondazione in vitro (Ivf).

Oggi sono più di otto milioni i bambini nati con la fecondazione medicalmente assistita e, dal 2010 al 2015, solo in Italia, sono state oltre centomila le gravidanze accertate in seguito all’utilizzo di questa tecnica, formulata e perfezionata dal dottor Robert Edwards al quale, sempre nel 2010, venne conferito il Nobel per la Medicina.

Secondo la Società Europea di Riproduzione Umana ed Embriologia, la Eshre, quasi mezzo milione di bambini all’anno viene partorito tramite la procreazione medicalmente assistita (pma), la Ivf la Icsi (iniezione diretta del singolo spermatozoo nel citoplasma dell’ovocita).

I cicli dei trattamenti di pma sono, in particolare, più frequenti, sul panorama europeo, in Paesi quali la Spagna (con 119.875 cicli), la Russia (110.723 cicli), la Germania (96.512 cicli) e, infine, la Francia (93.918 cicli). Un sondaggio monitorato dall’Eshre inclusivo anche della donazione di ovociti.

Spegnendo le quaranta candeline sulla torta, lo scorso 25 luglio, Louise, oggi a sua volta madre, ha espresso il desiderio di vedere incrementati i dati risalenti al 2015, numeri relativi agli ottocentomila cicli effettuati nell’UE, cifre che il Presidente del Consorzio Europeo, Christian de Geyter, si augura possano essere superate ed implementate.

Nel nostro Paese, ad esempio, le sentenze che hanno interpretato in senso estensivo gli adempimenti legislativi della legge costituzionale n.40 del 2004 hanno permesso a molte coppie di concepire un figlio.