Dal primo gennaio, aziende e uffici pubblici islandesi, con più di 25 dipendenti, devono garantire la parità di stipendio tra uomo e donna.

Adesso è legge. Dal primo gennaio, aziende e uffici pubblici islandesi, con più di 25 dipendenti, devono garantire la parità di stipendio tra uomo e donna. A dimostrare l’effettiva uguaglianza retributiva saranno i regolari documenti presentati alle Autorità competenti.

Se le Amministrazioni Comunali delle varie Città contravvenissero a tale direttiva, incorrerebbero in salatissime ammende.

Da nove anni in testa alla classifica dei Paesi più emancipati al Mondo stilata dal World Economic Forum, l’Islanda non è nuova ad iniziative che caldeggino la parità di genere.

La proposta è stata ratificata e trasformata in decreto legge dopo che, lo scorso ottobre, migliaia di donne hanno deciso di scioperare contemporaneamente, abbandonando il proprio posto di lavoro a partire dalla stessa ora (le 2:38).

Il Ministro dell’Uguaglianza e degli Affari Sociali islandese, Thorsteinn Viglundsson, ha, infatti, annunciato che: “È il momento giusto per fare qualcosa di radicale: i diritti umani sono diritti uguali per tutti“.

Un esempio che adesso si spera possa essere seguito da tutta l’Unione Europea.


1 COMMENTO

  1. E in Italia?
    Penso alle braccianti salentine vittime del caporalato
    Penso alle ricamatrici del mio paese, 10 11 12 ore di lavoro con soli 30 mn di pausa e poi il lavoro a casa e i figli
    Penso alle operaie di molte fabbiche pugliesi. Lavoratrici a cottimo e, se giovani e carine, oggetto del più bieco desiderio maschile
    Penso a Renata, a Manuela, a Rosaria e a tutte le donne che coraggiosamente lottano ogni giorno contro uno Stato sordo e muto!

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