Si chiama Isabel Sgaramella, la diciottenne andriese che, dalla stagione 2018/2019, debutterà nella Serie A del Calcio Femminile tra le fila della Pink Bari. Cannoniere dal talento cristallino, Isabel ha incantato gli osservatori a suon di ottime prestazioni e reti di pregevole fattura. La sua sfacciata prestanza agonistica, però, fa il paio con una dolce timidezza di fondo che traspare dall’intervista che ha deciso di rilasciarci.

Ciao, Isabel. Cosa significa per una diciottenne esordire in Serie A?
Per me rappresenta l’opportunità di una vita. Sono molto carica ed entusiasta. Sarà difficile reggere ritmi diversi a cui non ero abituata, ma con lavoro e sacrificio cercherò di integrarmi per il bene mio e della squadra.

Nella scorsa stagione, con la maglia dell’Apulia Trani, in Serie B, hai collezionato la bellezza di 7 gol. Qual è la caratteristica essenziale di cui dev’essere dotata un’attaccante come te?
Innanzitutto la tecnica. Il fiuto del gol, poi, è qualcosa di innato, ma che puoi migliorare con fatica e abnegazione. L’obiettivo è finalizzare il gioco facendomi trovare pronta in area di rigore.

Quali e quante differenze hai trovato nell’avventura della categoria superiore con la Pink Bari?
Tante, soprattutto nelle modalità di allenamento. Qui si predilige la tattica e, specie, nella preparazione alla gara, gli schemi hanno una rilevanza maggiore. Senza contare poi ll’aspetto agonistico: contrasti e tackle sono più duri e decisi.

Intorno al Calcio Femminile girano, purtroppo spesso, diffidenza e pregiudizio. Che tipo di miglioramenti può offrire la Federazione per ottimizzare un movimento che contribuisce significativamente al movimento di emancipazione della donna? Le migliorie sarebbero da applicare, innanzitutto, sulle infrastrutture. L’eco sarebbe una conseguenza, e la gente assisterebbe più facilmente ad eventi sportivi, sfortunatamente, ancora “insoliti”. Se penso, altresì, alle parole di qualche tempo fa dell’ex Presidente Carlo Tavecchio (“le calciatrici sono lesbiche”, ndr), capisco che c’è ancora tanta strada da percorrere per raggiungere la parità di attenzione mediatica e il rispetto che ci è dovuto.

Progetti futuri?
Per il momento mi godo questa esperienza. Sono ancora piccola, tempo al tempo. Non ti nascondo, però, che il mio sogno nel cassetto è la maglia azzurra della Nazionale.

Fratelli e, soprattutto, Sorelle d’Italia.


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Iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Puglia, ho iniziato a raccontare avventure che abbattono le barriere della disabilità, muri che ci allontanano gli uni dagli altri, impedendoci di migrare verso un sogno profumato di accoglienza e umanità. Da Occidente ad Oriente, da Orban a Trump, prosa e poesia si uniscono in un messaggio di pace e, soprattutto, d'amore, quello che mi lega ai miei "25 lettori", alla mia famiglia, alla voglia di sentirmi libero pensatore in un mondo che non abbiamo scelto ma che tutti abbiamo il dovere di migliorare.