L’avventura del monaco Colombano. Ciò che ha contraddistinto e creato l’Idea di Europa sono i passi di chi, da secoli la percorre.

 È il 590 d.C., in Europa, in quello che fu l’Impero romano, regna il caos. L’Italia è stata conquistata dai longobardi, in Francia prende sempre più potere la dinastia dei Merovingi, discendenti dei franchi.

Dall’ultimo lembo d’Europa, da quell’Irlanda culturalmente lontana dallo spirito cristiano di Roma, un monaco vestito di un lungo saio bianco si imbarca con 12 seguaci verso la terra ferma del vecchio continente.

Si chiama Colombano, un nome che a molti di noi non dice nulla, ma che, nella storia europea, è importante quanto il più famoso San Benedetto da Norcia.

Quel monaco irlandese fonderà un ordine monastico, l’Ordine dei Colombanesi, diverrà un santo, ma soprattutto proverà, con la sua parola e la sua predicazione, a ridare un’identità cristiana al continente sconvolto dalle invasioni barbariche.

San Colombano si sentiva europeo pur provenendo da una terra che quasi nulla aveva a che fare con la civiltà cristiana. Nelle sue lettere a papa Bonifacio VI compare per le prime volte nella storia il termine Europa, riferito alle genti cristiane che vivono nel continente.

E lui, cristiano, non può non sentirsi un europeo e ragionare da europeo, è per questo che dalla sua Irlanda, della terra non contaminata da guerre e invasioni barbariche, decide di scendere nel continente e predicare la fede cattolica spazzata via dai barbari.

Accompagnato da 12 seguaci vestiti di bianco come lui, nel 590 dall’Irlanda arriva sulle sponde della Bretagna e, attraversando la Francia giunge in Italia predicando ovunque il Vangelo. Non giungerà mai a Roma, si fermerà a Bobbio, presso Piacenza, dove è sepolto. Nella sua iconografia, Colombano, vestito di bianco, è accompagnato da un elemento che diverrà simbolo di tante genti europee nel corso dei secoli successivi: il bordone del pellegrino.

La sua lunga marcia, dall’Irlanda da cui proveniva al cuore appenninico d’Italia, precede le silenziose e devote camminate di tanti pellegrini che nei secoli successivi renderanno l’Europa il continente segnato dai passi umani.

Il vecchio continente si attrarversa, si percorre a piedi, in cammino. I campanili dei villaggi e delle città accolgono chi in gruppo o solo macina km di strade spesso inospitali perché paludose o interrotte da fiumi o montagne.

Ciò che ha contraddistinto e creato l’Idea di Europa sono i passi di chi, da secoli la percorre, creando strade e luoghi simbolo. Che siano pellegrini o soldati in marcia, è possibile attraversare la Francia, la Germania, superare le Alpi, percorrere l’intera Italia.

Nel Medioevo era impensabile in altri continenti. Impensabile attraversare la Siberia o le steppe asiatiche. Oggi è ancora impensabile camminare per coprire la distanza tra una città americana e l’altra. Nell’Ottocento, agli albori della Belle époque, l’Europa sarà ancora il continente che si attraversa e per cui si cammina, stavolta con il treno, da Lisbona a Budapest. Sempre nell’Ottocento, ancora l’Europa era oggetto della lunga marcia dei soldati di Napoleone verso  la Russia.

Ma più che le marce dei soldati, a fare l’Europa sono state le carovane di coloro i quali, a partire dal IX secolo, camminano in cerca di espiazione. Il procedere lento dei pellegrini ha come destinazione Lucca, Roma, Monte Sant’Angelo, Brindisi. Ha il nome della via dei pellegrini: la famosissima Via Francigena.

I pellegrini che attraversano a piedi l’Europa partono da Inghilterra, Francia, Germania e percorrono, con devozione, luoghi e distanze esorbitanti per espiare colpe o per rendere omaggio a luoghi della cristianità.

A pellegrinare verso Roma saranno anche i sovrani. Il primo re a compiere un pellegrinaggio a Roma, in visita alle tombe degli Apostoli Pietro e Paolo, sarà colui che il pontefice romano eleverà al ruolo di difensore della cristianità. È Carlo Magno che, giunto a Roma nel 774, è accolto dal papa Adriano I sul sagrato della basilica di San Pietro.