Il “Vademecum per la consulenza nella fragilità matrimoniale”
Alcuni giorni fa ho avuto l’occasione di leggere il “Vademecum per la consulenza nella fragilità matrimoniale” del Rev.mo Sac. Don Emanuele Tupputi e di primo acchito ho pensato che in molti si potrebbero chiedere il motivo e l’importanza di un vademecum per la consulenza nella fragilità matrimoniale, poiché sono tanti tra avvocati, giudici, specialisti, coloro che sono abilitati a dare informazioni per verificare la validità dell’altrui matrimonio. Pertanto, si potrebbe essere tentati, in maniera frettolosa, di qualificare lo stesso come un manuale tra gli altri, magari da sfogliare in tutta superficialità e velocità.
Ebbene la stesura e la realizzazione del vademecum, frutto di un lavoro certosino e competente da parte del sac. Emanuele Tupputi, non solo risulta utile ma si pone proprio nel solco della lettura più ampia richiesta da Papa Francesco verso le coppie irregolari, che bisogna accompagnare e discernere anche attraverso l’opera dei Tribunali Ecclesiastici.
Difatti se è vero che esistono specialisti in tal senso, è anche vero che da un lato registriamo il continuo aumento delle separazioni in Puglia (sono addirittura migliaia le separazioni ogni anno nella nostra Regione); dall’altra solo un esiguo numero di fedeli separati si rivolge al Tribunale della Chiesa per regolarizzare la propria posizione personale (mediamente solo 250 persone all’anno si rivolgono al Tribunale Ecclesiastico).
C’è qualcosa che non quadra e verrebbe da chiedersi come mai soltanto una piccola percentuale di coppie separate giunge alla decisione di chiedere la verifica del proprio stato di vita.
Certamente non possiamo esaurire la complessità della problematica richiamata in queste poche righe, ma sicuramente possiamo tracciare qualche spunto di riflessione.
Uno dei motivi lo possiamo ritrovare nella ritrosia (direi quasi naturale) di rivolgersi ad un avvocato di fiducia e non soltanto per una questione economica. Le parti, molto spesso, provengono da lunghe diatribe processuali dovute alla separazione legale prima e alla procedura di divorzio poi, e non vogliono più sentir parlare di avvocati.
E pertanto è evidente lo iato esistente fra il fallimento matrimoniale e il reale interpello della magistratura ecclesiastica.
Difatti si registra sempre più la pratica di rivolgersi agli avvocati del Tribunale Ecclesiastico solo dopo aver già consultato sacerdoti, operatori di pastorale familiare, che molto spesso sono coloro che rimandano al Tribunale Ecclesiastico. È proprio a loro che i fedeli confidano, in un primo momento, tutta la loro sofferenza di separati.
Purtroppo invece sono sempre meno le persone che avendo una minima competenza, anche giuridico – canonica, operano in tal senso. È necessario infatti avere una conoscenza delle norme in tema di nullità matrimoniale per poter poi pensare di suggerirla. Bisogna quindi creare l’incontro tra la domanda di giustizia, legittima, da parte dei fedeli, e l’offerta proposta dalla Chiesa, ampliata anche dalla presenza di Patroni Stabili.
La risposta elaborata dal sac. Emanuele Tupputi a questo problema è il Vademecum, che fornisce in concreto quel mezzo necessario affinché il parroco, il sacerdote, e ogni altro operatore familiare, che accoglie in prima istanza le persone con difficoltà matrimoniale, possano non soltanto operare un consiglio di tipo pastorale della situazione matrimoniale di cui vengono a conoscenza, ma anche una valutazione di tipo giuridico – canonico, almeno sommaria, tale che possa poi suggerire agevolmente la possibilità di adire il Tribunale della Chiesa. Non si può infatti suggerire qualcosa che non si conosce!!!
La soluzione che il Rev.mo Don Emanuele Tupputi ha messo in campo per colmare questa distanza non solo è preziosa perché il vademecum è proprio quel supporto che aiuta chi sta in prima linea a discernere le tante situazioni a lui sottoposte, prima ancora di adire un avvocato, ma è anche efficace poiché la semplicità, l’efficacia e la competenza di quanto espresso all’interno del testo ne fa un prezioso e valido supporto. Ricordiamo inoltre che il fedele si sente più tutelato quando è a contatto, specie, con un sacerdote.
È mio auspicio, quindi, che il vademecum venga adottato non solo nella diocesi di appartenenza ma diventi un valido aiuto per tutti coloro che operano a livello di pastorale familiare.
Sono grato a don Emanuele che mi permette, bontà sua, di scrivere queste righe e soprattutto per l’amicizia che ci lega, dono per me prezioso e insostituibile.
Avv. Carlo Cassano,
Patrono Stabile del Tribunale Ecclesiastico Regionale Pugliese
È un articolo che mi lascia un po’ perplesso.
Si parla di vademecum e mi aspettavo di leggere qualche punto preciso, invece nulla. Inoltre, non capisco la lamentela che solo pochi cittadini si rivolgono al tribunale ecclesiastico. Perché dovrebbero?? Per annullare il matrimonio in modo da avere la possibilità di risposarsi in chiesa o c’è dell’altro?? E se non viene annullato?? Quanto sono i costi del tribunale ecclesiastico??? L’autore si chiede: “…verrebbe da chiedersi come mai soltanto una piccola percentuale di coppie separate giunge alla decisione di chiedere la verifica del proprio stato di vita”.
Stato di vita????? Che significa??? E perché le coppie (scoppiate???) dovrebbero rivolgersi ad un tribunale ecclesiastico?? Il pronunciamento del tribunale ecclesiastico vale anche per la separazione legale, cioè civile??? O bisogna sostenere doppi costi???
Sinceramente non ho capito molto cosa sia e quale utilità avrebbe questo vademecum e meno che mai il concetto di situazioni irregolari
Se da un reverendissimo (ma perché esistono questi titoli “nobiliari” ai servitori della Chiesa? Perché???) giungono indicazioni ai ministri del matrimonio in crisi, trovo giustissimo che qualche ispirato “reverendissimo” ministro laico del matrimonio scriva un Vademecum per i sacerdoti in crisi con la loro vocazione, nonché un ampia appendice con indicazioni/suggerimenti al Magistero per debellare la piaga del prete-burocrate.