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“Non piegarti per ciò che ti spezza”

Poche sensazioni sono fastidiose quanto quella di “perdere tempo”: sprecare ore, giornate, mesi, risorse, energie dietro cause perse, progetti disumani, lotte ai mulini a vento. Una sensazione che si intensifica quando il tempo è poco, perché il lavoro assorbe o, peggio, perché la malattia o la vecchiaia fanno capolino. Il tempo è prezioso, è oro, è dono. Augurarsi buon anno, perciò, dovrebbe significare anzitutto “ti auguro di non perdere tempo”, ossia “di non rimandare un’iniziativa buona, una decisione, una telefonata, un viaggio, un abbraccio”, ossia “di non perdere nemmeno un giorno dietro cose che non nutrono, anzi svalutano i tuoi giorni”. Difatti, la radice sanscrita an- o am-, che ha dato vita alla parola “anno”, ha generato pure la parola “tempo” in sanscrito (“amati”) e in greco (“eniautòs”).

Le parole, però, stupiscono sempre. L’etimologia di “anno” è legata anche ad altre due radici sanscrite: amb-, “intorno”, e ak-, “piegare”, da cui “anulus”, l’anello ottenuto piegando il metallo. L’anno, del resto, è il tempo impiegato dalla terra per fare un giro completo attorno al sole, seguendo un’orbita non circolare, ma ellittica, dunque sempre piegata. Ecco perché l’augurio di “buon anno” dovrebbe contenere anche questo auspicio: “non girare attorno a chiunque e a qualunque cosa; scegli bene il sole della tua vita; che non ti venga in mente di impiegare i tuoi 365 giorni a gravitare attorno a pseudo-soli che hanno l’arroganza di spacciarsi per fonti ufficiali di calore e finiscono, di fatto, col sottrarre la luce a te”.

E l’augurio potrebbe continuare così: “non piegarti per ciò che ti spezza, ma per ciò che ti modella e tira fuori la tua preziosità, come accade per l’oro che diventa anello; non piegarti alla violenza e all’arroganza, ma flettiti in una danza capace di integrare elegantemente ogni difficoltà nell’orbita del tuo esistere”.

Augurare “buon anno”, insomma, non è cosa da poco. Perché le parole non sono cose da poco. E ricercarne i tesori nascosti di certo non è mai, mai una perdita di tempo.


4 COMMENTI

  1. Grazie Michela per questa interessante riflessione che ci hai offerto. Peccato che quell’augurare buon anno vanga tanto ripetuto, come ho fatto anche io sino ad ora, senza questa consapevolezza del significato che dovrebbe avere.
    Un caro saluto e Buon Anno nel senso he hai detto tu.

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