
Del quando e del se…
Sydney, 2023
Il Vesuvio visto dal mare di Ferruccio Orioli è Intercultura poiché la stampa è crasi fra una sua veduta ed una di Katsushika Hokusai. Sul quarto lato del Molo San Vincenzo a Napoli c’è la terraferma: il Maschio Angioino, il traffico e Piazza Municipio con la sua metropolitana e con lo scavo archeologico urbano più grande d’Europa e ai lati della stazione Marittima, capolavoro del razionalismo, ci sono spesso ormeggiate due gigantesche navi da crociera. Dietro la scena della serie ‘Mare Fuori’ c’è un mondo. Dietro Nisida invece c’è poco di antropico pubblico. L’agorà di Napoli sta a Piazza Municipio. Per una volta le navi da crociera sono un elemento bello del paesaggio poiché sembrano ormeggiate direttamente sull’asfalto. Il che crea una distopia interessante da Corazzata Potemkin con dialettica fra masse a terra e ciurma a bordo. C’è dialettica anche nell’immagine fra pescatori giapponesi e vulcano italiano. I flussi dei turisti sono l’odierna ‘Marineria Borbonica’ e come da ottima tradizione il leit motiv è ‘Facimm ammuina’. Ma non si tratta più di manovre navali della prima marineria del Mediterraneo ma di pacifica intercultura turistica. E alle spalle un pescatore “se la rema” come nell’immagine. Il molo commerciale operoso è più ad est guardando il mare sotto il Vulcano. Sullo sfondo si vedono Capri, il Vesuvio e la Costiera Sorrentina e lontano quella Amalfitana. Invece dietro Nisida si vede quel paesaggio che Lord Byron definì il più bello di tutto il Golfo. I Campi Flegrei così frastagliati con le loro decine di crateri vulcanici oggi laghi, golfi, seni e solfatare. La più grande caldera del mondo e sullo sfondo Ischia, Procida, con Vivara e l’Epomeo. E prepotenti Capo Miseno e Monte di Procida. Un paradiso fuori le sbarre delle celle dei diavoli che possono essere bellissimi e che sono reclusi nell’IPM. Noi agiamo la libertà sul mare, loro la osservano da dietro le sbarre. A Piazza Municipio i turisti scendono dalle Navi da Crociera e si infilano direttamente imbucandosi nella metropolitana. “Blade Runner”. E sullo sfondo c’è chi rivede lì svolgersi negli occhi le trame dell’IPM. I turisti ignari di essere su un set possono restare sull’acqua e cambiare semplicemente nave per raggiungere qualsiasi luogo isolano del Golfo di Napoli o della Penisola Sorrentina e d’estate della Costiera Amalfitana o delle Isole Eolie. Col taxi del mare si può anche raggiungere solo d’estate il mio amato Cilento altra costa protetta da un’estesa e antica riserva naturale, una delle prime applicazioni delle Leggi Italiane sulla tutela del paesaggio.
La natura a Nisida si preserva per l’IPM. Il Cilento si preserva per il record di emigrazione ad inizio Novecento. Emigrarono così in tanti che l’intera regione risultò boschiva e disabitata. Oggi la loro disperazione si è tradotta in un Parco Naturale. Ed anche in questo caso dobbiamo ringraziare la loro disperazione che ci ha protetti dall’ingordigia delle villette private.
Sempre da Molo Beverello altre navi salpano per Palermo, Catania, Tunisi, Olbia, Valencia. Io andavo in bicicletta nel porto ad agosto quando assistevo nelle torride estati i miei genitori. E dopo le sei del mattino, all’arrivo della nave da Palermo era possibile comprare i cannoli preparati a Palermo la sera prima e riempiti a Napoli al mattino. Fra tutte le mete possibili la più interessante mi sembrava Valencia. La città ha un record di piste ciclabili. A Valencia c’è la libertà e si fa strada veloce la sostenibilità. A Napoli aumentano le pedonali e le ciclabili ma il “mare resta fuori” perché per i più è irraggiungibile e per alcuni è privato e per altri è navigabile. Per i più resta fuori. Il mare resta fuori a Napoli non solo per chi è ristretto a Nisida ma anche per chiunque non abbia un motoscafo o una casa la mare.
Qui a Sydney puoi raggiungere magnifiche spiagge col tram o col treno o col battello. Le spiagge di Napoli, Miniscola e Miseno sono troppo piccole per contenere tutti e comunque non c’è molto parcheggio. Ai tempi di Maria Ortese “Il mare non bagna[va] Napoli”. La situazione non è migliorata. Il mare più fruibile è quello in piena città della Rotonda Diaz. Se un tempo era coreografico vedere gli scugnizzi bagnarsi lì oggi è logico tuffarsi da quegli scogli. Ci vuole una skill però. Non bisogna essere posh. Il depuratore funziona. Via Caracciolo è balneabile. Il mare, quel mare solo, è democratico perché è alla portata di chiunque non sia posh. Chi è posh quel mare può vederlo solo “da fuori”. Come un “chiattillo” di Chiaia. In metro dalla periferia di Secondigliano ciurme di ragazzini ad agosto vanno a mare così.
No. Non è andata così. Recita la canzone, bella, di Raiz, forse più bella della sigla. Più struggente anche se il testo della sigla è magnifico. Quei testi bisognerebbe studiarli a scuola, tradotti parola per parola. Queste due canzoni raccontano il quando e il se. Il quando è successo che un giovane si è giocato la sua libertà e il se fosse accaduto altro cosa sarebbe potuto succedere.
Il tuo modo di scrivere e rapido con interconnessioni orizzontali e salti temporali che rendono il racconto affascinante e coinvolgente .
Penso che dovresti scrivere un romanzo e pubblicarlo