Perth, 2023, STEPS, ERASMUS KA2 CPIA1 2021

Sul sito del CPIA1(www.cpia1roma.it) in fondo, nella sezione Youtube, è possibile seguire l’evento conclusivo del progetto europeo multilaterale.  L’essenza, nei vari Paesi, era quella di indagare i vari sistemi detentivi a scopo informativo sul blog e sperimentare e simulare con la Virtual Room la causa della realtà detentiva creando delle storie.  L’idea era ardita.  Avevamo osservato che molti ristretti erano tali perché a monte non erano stati in grado o non avevano avuto l’opportunità di costruire un progetto di vita sostenibile.  La trasmissione delle storie, non solo in contesti detentivi ma anche nelle aree a rischio metropolitane, avrebbe potuto a nostro avviso prevenire alcune scelte sciagurate, almeno quando non sono obbligate o casuali, ma incoscientemente azzardate.  Poi l’11 marzo 2020 venne il ‘lockdown’ del COVID e gli ostacoli che il progetto triennale ha incontrato sono stati tanti.  L’idea una volta seminata dovrebbe germinare altrove.

Ad inizio dell’anno scolastico in carcere l’orientamento si traduceva in una competizione interna fra i vari ordini di scuola presenti all’interno della struttura, messi in competizione dal sistema nazionale di massima efficienza economica dell’organico.  E’ un sistema che io chiamo “Modello Ryan Aerei sempre in volo, docenti sempre in classe” che dal 1998 produce danni nell’istruzione su tutto il territorio nazionale.  La legge 107 del 2015, detta “Della Buona Scuola”, ha in parte ridotto gli effetti deleteri di questo virus del risparmio che affligge le politiche educative italiane da più di due decadi, ma di certo non ha riportato il sistema educativo ai livelli di investimento e sperimentazione della stagione degli anni 90.   In particolare in quegli anni il “Progetto ‘92” – una sperimentazione – per gli Istituti Professionali di Stato era grandioso e il successivo sviluppo della formazione professionale integrata regionale non ha mai raggiunto esiti paragonabili e misurabili in termini di indicatori standard quali INVALSI e PISA OCSE.  INVALSI era ai tempi facoltativa e non a sistema.  Pertanto l’Italia era uno dei pochi paesi industrializzati che non disponesse di una misurazione educativa nazionale standard.

https://www.oecd.org//school/2960581.pdf

Sarebbe interessante confrontare i dati PISA OCSE del 2000 con quelli del 2022 per analizzare le differenze e formulare delle ipotesi sulle conseguenze delle scelte educative politiche dell’Italia nelle ultime due decadi.  Il dato grezzo dello scarso investimento nel PIL da solo non è in grado di suggerire urgenti correttivi, poiché è un fatto che fino alla fine degli anni ’90 ogni operatore del settore ha potuto constatare degli sprechi nella frequenza degli alunni, non monitorata ai tempi da un’anagrafe nazionale oggi attiva.  C’erano margini per aumentare l’efficienza del sistema senza danneggiare l’efficacia con tagli sistemici senza alcun rispetto delle realtà territoriali.  Si è scelto invece di “entrare a gamba tesa” in un sistema che comunque dal 1860, attraverso progressivi interventi normativi, produceva apprezzabili risultati, almeno in termini quantitativi di inclusione.

Una parola per tutte “accorpamento” in gergo e “Dimensionamento Regionale secondo le Direttive Ministeriali” in termini tecnici è la sintesi di quanto sia stato innovato in campo educativo nelle ultime decadi.  Sottrazione di personalità giuridiche, addizione di plessi di competenza di ogni singola istituzione, diminuzione dello spazio architettonico vitale per alunno, aumento degli alunni per classe. Efficienza del “fordismo” in estrema sintesi.  E così invece di superare i limiti architettonici del “fordismo” da catena di montaggio, in alcuni casi neanche lo spazio legale di 1,80 mq per alunno è stato garantito in alcuni dei circa 55.000 plessi delle scuole italiane.

La vera rivoluzione, dentro e fuori dal carcere dunque sono lo spazio e il tempo educativo.

Non vi è abbastanza spazio architettonico per una scuola 4.0 dopo le classi 2.0 e gli ambienti di apprendimento – in aule raddoppiate – 3.0.

È stata appena presentata all’Università di Romatre la pubblicazione “Roma Scuola Aperta” con la mappa della città educante a cura dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Roma.  Contestualmente si è lanciato il programma ampliato per il 2024 di tutte le scuole che beneficeranno di maggiori aperture e di ampliamento dell’offerta formativa in partnership con altri Enti Culturali e Artistici della città metropolitana.  L’Assessora Claudia Pratelli sta realmente ampliando il tempo scuola, oltre i limiti degli investimenti governativi, tramite proficui gemellaggi sponsorizzati e finanziati dal Comune.

In periferia e nelle aree a rischio le scuole dovrebbero essere piacevolmente aperte dalle 8 alle 18 e dovrebbero garantire almeno un pasto completo al giorno per ogni ordine e grado.

Non basta la simulazione delle storie virtuali, occorre tessere una fitta trama complessa di nuovi orditi ed è necessario partire dalle periferie.


FonteDietmar Rabich / Wikimedia Commons / “Perth (AU), Elizabeth Quay Bridge -- 2019 -- 0346-8 (crop 2)” / CC BY-SA 4.0
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Sono una Dirigente Scolastica in pensione da un anno. Per 15 anni ho fatto la preside. Ho diretto per otto anni un Liceo Scientifico oggi IIS Evangelista Torricelli Roma. Per sette anni – corrispondenti all’ultima parte della mia carriera –, ho fondato, insieme con la DSGA, e diretto il CPIA1 di Roma – Centro Provinciale per l’Istruzione degli adulti, con competenza su tutte le quattro Direzioni Penitenziarie di Rebibbia. Nel corso del settennio mi sono allontanata per due anni con un incarico di Principal Consultant al Consolato di Perth WA – MAECI-. Precedentemente ho insegnato Materie Letterarie per 15 anni negli Istituti Tecnici e Professionali e nei Licei Artistici di Roma. All’interno di questo periodo ho insegnato per quattro anni Italiano agli Stranieri nell’Istituto Professionale Don Bosco di Alessandria d’Egitto – MAECI. Precedentemente ho lavorato per 10 anni all’Università L’Orientale di Napoli come laureanda, dottoranda e post doc. Sono Dottore di Ricerca in Archeologia – Rapporti tra Oriente e Occidente e la mia carriera scientifica si riferisce a questo primo periodo professionale durante il quale ho partecipato a varie Missioni Archeologiche in Italia e a sette Progetti in Asia Media – uno in Pakistan, uno in India e cinque in Nepal.