Happy young and senior office workers gathered in front of computer monitor to watch online broadcast of world championship

…ci scommetto!

Siamo tutti garantisti per le questioni che ci riguardano in prima persona, ma non lo siamo mai quando questa garanzia riguarda gli altri, specie se gli altri sono ragazzini, milionari ovvio, ma pur sempre ragazzini. Perché, diciamocelo, un conto è scommettere, un altro è truccare le partite di calcio, possibilità che speriamo non venga mai accertata.

Tirare in ballo la ludopatia potrebbe essere un tantino avventato. Servirebbe una diagnosi medico-scientifica non facilmente rilevabile visto che, a differenza di altre dipendenze, quali droga e alcol, per le quali l’assunzione è riscontrabile, il gioco rappresenta un disagio psicologico a causa del quale si spende e ci si vende tutto, oltre quanto si guadagni, portando alla rovina famiglie e vite intere. E non è certamente questo il caso di gente ricchissima che piazza schedine, puntando per diletto.

Parlano di ludopatia e poi pubblicizzano siti di scommesse prima di ogni partita di calcio.

I siti di scommesse pagano fior fior di quattrini per essere online e al loro interno esiste un sistema di alert che segnala il superamento della soglia consentita, soglia che i nostri calciatori avrebbero eluso accedendo, appunto, a piattaforme illegali ormai fruibili su qualsiasi social, mezzi di comunicazione che condannano giovani anime che, magari assistiti malissimo da sciacalli del denaro, hanno avuto la sfortuna di condurre un’esistenza fortunata.