Caterina Sforza, tutti hanno avuto paura di lei, persino il temibile Cesare Borgia che le portò via i suoi amati Ducati di Forlì e Imola.

Tutti hanno avuto paura di lei, persino il temibile Cesare Borgia che le portò via i suoi amati Ducati di Forlì e Imola. Fu signora ammirata e temuta della Romagna dal 1488 al 1500 e, quando i potenti del tempo incrociavano il suo sguardo, quello della grande Caterina Sforza, vedevano una donna giovane, bella, colta.

Ma la Leonessa di Romagna, una delle figure più celebri e leggendarie del Rinascimento italiano era soprattutto una donna coraggiosa che non aveva paura di niente e di nessuno, nemmeno che le uccidessero i figli perchè, in ogni caso aveva “il necessario per farne altri”.

Ancora oggi nei castelli romagnoli c’è chi afferma di vedere il suo fantasma, alcuni continuano a servirsi del suo famoso ricettario per guarire dal mal di testa e conservare la bellezza. I più però, contìnuano a ricordarla e ad amarla perchè un tempo sarebbero stati i suoi sudditi di Imola e Forlì, le sue terre.

Caterina era figlia illeggittima di Galeazzo Sforza, Duca di Milano. Quand era ancora una bambina il suo destino era gia deciso: avrebbe sposato il nipote del papa Sisto IV, Girolamo Riaro. Nel 1481 i coniugi Riaro presero possesso dei loro ducati: Imola e Forlì. Alla morte del papa, lo zio Sisto IV il primo colpo di teatro della Signora di Romagna: temendo che il nuovo pontefice si vendichi dei Riaro, Caterina va a Roma e con alcuni soldati riesce a penetrare in Caste Sant’Angelo, è un modo per mettere pressione al Conclave in modo che il nuovo papa sappia con chi ha a che fare.

Nel 1488 avviene l’episodio che rende Caterina così famosa ai posteri, anche se probabilmente è solo una leggenda.

Caterina e suo marito Girolamo sono vittime di una congiura. Gli Orsi, potente famiglia forlivese, organizzano l’omicidio di Girolamo. Sottovalutando Caterina, prendono in ostaggio i suoi 6 figli nella Rocca di Rivaldino intimandole di arrendersi e consegnare la città ai congiurati. Caterina per niente intimorita, fingendo di volersi arrendere, entra nella rocca e chiama le guardie a difesa della sua Forlì. Non solo, va sul balcone della rocca e secondo quanto afferma Machiavelli alza la gonna per dire ai congiurai che possono anche ucciderle i figli, tanto ha ciò che serve per farne altri.

Gli Orsi, esterefatti da tanta spavalderia e coraggio non osano toccare i giovani Riaro e liberano Caterina che si vendicherà dei congiurati in modo esemplare.

Rimasta vedova, amministerà i ducati di Forlì e Imola personalmente in nome del figlio Ottaviano, ancora piccolo. Fu Signora giusta e amata, abolì alcune tasse, e tenne sotto controllo i conti pubblici dei ducati, diremmo oggi. La Contessa infatti vigilava sulle spese, anche le più banali come per esempio l’acqua e l’approvvigionamento dei cavalli. Ma quelle erano terre strategiche, poste al confine con ducati importanti, da Imola e Forlì passava chi voleva recarsi a Roma, a Milano, Firenze e Venezia e la Signora non può gestire da sola le sue terre.

Decide di sposare Jacopo De feo ma sarà assassinato anch esso. Per Caterina sarà un grande dolore, a differenza del primo marito che aveva sposato perchè costretta da ragioni politiche, la Contessa amava De Feo e la sua morte organizzata dai suoi stessi figli cambierà Caterina per sempre rendendola probabilmente la donna fredda e impassibile quale è passata alla storia.

Per ragioni politiche sposerà Giovanni De Medici, del ramo collaterale della famosa famiglia fiorentina. Da questa unione nascerà il famoso Giovanni dalle Bande Nere, condottiero abile e coraggioso come la madre nelle cui gesta in tanti vedranno il possibile unificatore della penisola italiana.

Le sue amate terre, Imola e Forlì, Caterina le perderà quando, sorretto dal padre papa Alessandro VI, Cesare Borgia deciderà di costruirsi un ducato nell’italia centrale. Imola cade subito, Forlì dopo due mesi di eroica resistenza. La Contessa, animata da amore per le sue terre e i suoi sudditi guida personalmente dalla rocca le sue truppe ma il Borgia nel gennaio 1500 dopo settimane di assedio riuscirà a entrare a Forlì. Grande fu la risonanza che ebbe l’eroica difesa di Caterina Sforza. Tutta l’Europa parlava di lei, ammirandone il coraggio e l’amore per le sue terre. Non solo, secondo Machiavelli molte poesie e canzoni vennero composte in suo onore per elogiarne il coraggio.

Sconfitta, La Signora sarà fatta prigioniera e condotta a Roma dal Borgia che la umilierà in ogni maniera. Caterina subirà torture e violenze nella sua prigionia romana e solo l’amore per i figli, mandati da lei al sicuro a firenze, la conforterà. Grazie all’intermediazione francese sarà liberata ma non riuscirà mai più a tornare nelle sue terre. Trascorrerà gli ultimi anni a Firenze accanto al figlio prediletto, Giovanni De Medici detto dalle Bande Nere. A lui insegnerà l’arte della guerra come aveva fatto con lei sua nonna Bianca Maria Visconti che le raccontava le gesta dei suoi avi, i cavalieri Sforza. Pur se espropriata dei suoi ducati, Caterina continuerà a pensare ai suoi sudditi e alle sue terre. Tante le lettere che riceveva e che scriveva ai suoi vecchi sudditi che le raccontavano la vita dei suoi ducati senza di lei. La Leonessa di Romagna, la Madonna Caterina che spaventò tutta la Romagna morì a 46 anni nel 1509. Oltre al mito ci ha lasciato un opera interessante, “Experimenti della excellentissima Signora Caterina da Forlì”, un trattato composto da centinaia di ricette per combattere alcuni malanni e soprattutto per conservare la bellezza. Queste ricette erano usate direttamente dalla stessa Caterina e i risultati sembravano essere incoraggianti dato che, secondo le cronache del tempo, la Signora fu donna di straordinaria bellezza.