
“Non siate addomesticati”
Pars costruens e Pars destruens, la costruzione e la distruzione del pensiero, la mente come arma a doppio taglio, il luogo da dove tutto comincia, il muscolo da non affaticare per non soccombere, per non farci schiacciare da elucubrazioni nocive.
“La coscienza fa tutti vili, è così che si scolora al pallido riflesso del pensiero il nativo colore del coraggio”. Shakespeare docet, pensare troppo scolorirebbe il coraggio iniziale, quella forma d’istinto che porta all’elogio della follia di Erasmo da Rotterdam.
“Ma non ti accorgi che è solo la paura che inquina e uccide i sentimenti…” è Battisti, ci racconta il timore di sbagliare che ci conduce, inevitabilmente, all’errore, alla sconfitta, in primis con noi stessi.
“Te ne sei accorto, sì, che tutto questo rischio calcolato, toglie il sapore pure al cioccolato…” ce lo ribadisce Brunori, razionalità e calcolo per restare inermi, limitati alla nostra comfort zone, incapaci di assaporare il gusto della vita.
Il “cogito ergo sum” cartesiano lascia, qui, spazio all’interpretazione, riflettere per sentirsi di esistere e non per annullarsi dietro ruoli di perfezione.
Sempre il Bardo: “Ma non siate troppo addomesticati, accordate il gesto alle parole, e la parola al gesto!”.