«L’Illuminismo è contrapposto al non ragionare»

(Immanuel Kant)

Sì che stiamo attraversando un’era di benessere per via della ricca produzione industriale, con le catene di montaggio e gli assidui turnover, con la manovalanza spremuta all’ultima goccia. Sarà pur vero. Ma per quella parte di persone super-occupate: non certo per i tanti nullafacenti. Molti sono giovani che, dopo aver conseguito un titolo di studio, hanno alzato i tacchi e si sono trasferiti altrove…

Io credo non sia facile destreggiarsi nel contesto odierno e, a buon titolo, dire la propria sul conto della situazione. Se ognuno si mettesse a farlo i pareri sarebbero molteplici in rapporto alle soluzioni. Resta pur sempre complicato trovare il bandolo di certi grovigli, anche perché, sembrerebbe non ci sia interesse a metterci volontà.

Risulta che sul tema si discuta abbastanza però… solo che gli argomenti non si fondono in soluzioni serie, riflessive, oneste. Sì, oneste. Si nota bene quanta voluta miopia viene versata in situazioni, dove la diffidenza, la furbizia e l’inutile celato tornaconto, più che la fiducia e l’attento esame del problema, se n’escono, viscidamente, quasi sempre illesi.

I vari Governi che si dànno il cambio in Parlamento non fanno altro che cantare i loro “inni di gloria” e, per chi ascolta, le note sembrano uscire caduche e condizionate dall’aria che tira al momento nelle casse del tesoro. Ma ancor tanto si brama dalla spremuta tanto che le ultime “gocce” sembrano liofilizzate.

Mi chiedo:dove è andato ad occultarsi il tanto sbandierato “Illuminismo” che soleva elevare a persone dignitose e pensanti chi, fino allora, era stato soggetto a volontà altrui, illuminandole la ragione? Si era creata L’ȃge des lumierès:spiraglio di rivalsa del proprio pensiero non più dipendente da uno esterno.

Ma dopo la Rivoluzione francese e quella americana, si era pensato, oltre alla ragione, d’illuminare quelle parti opache delle nostre prepotenze?

Diderot, Kant e tanti altri illuministi ne hanno ben sciorinati di pensieri e metafore sul conto delle aperture liberali che ne sarebbero derivate…ma tali sono rimaste sulla carta. Il prendere tutto con filosofia significa pure di non affaticare troppo il fegato (Platone).

Fare come l’asino di Carducci che continua a brucare l’erba, incurante di ciò che avviene nell’ambiente circostante? Non per nulla il fegato dell’asino, insieme a quello dell’oca sono ritenuti dei più commestibili e pregiati. Pardon. Non certo quello delle oche o anatre (canard) allevate in batteria dai francesi, sottoposte ad ingerir mangimi in modo forzato: in modo che l’uomo ottenga una massa più consistenza di quell’organo che poi gli serve per la produzione di foie-gras. Ti pare strategia da non biasimare? Ma lasciamo stare di applicare l’illuminismo per le oche che tanto non servirebbe a sollevare la loro stupidità in sagacia…

Ah, la filosofia! L’Illuminismo, movimento che aveva acceso i cuori e attivato le menti dei soggetti fino allora sottoposti all’arbitrarietà dei loro simili: una forma di schiavismo psicologico e di fatto. Era stato solo un abbaglio momentaneo e poi disciolto, svanito, oppure aveva dato i suoi frutti in alcuni mentre in altri era passato inosservato? Sono passati quasi duecentoquarant’anni e l’uomo si è munito di una ferrea “ragione” specialmente quando afferma che il torto è sempre degli altri…

Dopo un “banchetto consistente” siamo arrivati al digestivo, ma per tanti resterà l’indigesta situazione e la non chiara visibilità del percorso intrapreso dai nostri, poco affidabili, manovratori.

Sarà opportuno che ognuno di noi si attivi, tenendo conto di considerare le necessità altrui, rispettandone le idee. Magari farli salire sulla zattera, natante deontologico della propria Ragione, affinché il percorso avvenga, unanime, verso la solidale trasparenza dell’illuminismo effettivo.

Il riesaminare le cose con il lume della propria ragione è rimasta una vera utopia? Non credo. In tutte le situazioni, bisogna che se ne prenda atto, ci saranno dei contraddittori; sono le eccezioni ma che non dettano regole: solitamente le violano. Non si può essere fervente credente e, contemporaneamente, costruttore di armi letali. Sarebbe come curare un malato a base di cianuro di sodio, oppure eliminare, sopprimere, “amorevolmente”, chi ci sta sulle scatole…

Sapere come stanno realmente le cose è meglio non aspettarselo dai politici poiché le loro verità non sono filtrate da un etico depuratore ma versate in una tramoggia che le indirizza in canali, a loro accomodanti.

La diaspora dei nostri giovani non è altro che una dispersione di valori. Pregi già acquisiti con i vari titoli di studio o, in mancanza di questi, delle idee e della forza lavoro che vengono a mancare per le nostre aziende, le nostre imprese. Stoppare questa forma di emorragia, deflusso umano, è compito di una sana politica e di un ritrovato illuminismo etico e di saggezza, altrimenti si rischia di ritrovarsi con le “stalle vuote” e il fieno ammuffito…

Si confida sempre in sagge soluzioni ai vari problemi. L’Illuminismo è insito in ognuno di noi sotto forma di razionalità. Essere razionali significa illuminarsi costantemente con la ragione senza aspettare che si cadi nel buio e siano poi le lucciole ad illuminarcelo…

Lo stato di minorità dell’uomo va imputato a se stesso, laddove non coinvolge la ragione…


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Salvatore Memeo è nato a San Ferdinando di Puglia nel 1938. Si è diplomato in ragioneria, ma non ha mai praticato la professione. Ha scritto articoli di attualità su diversi giornali, sia in Italia che in Germania. Come poeta ha scritto e pubblicato tre libri con Levante Editori: La Bolgia, Il vento e la spiga, L’epilogo. A due mani, con un sacerdote di Bisceglie, don Francesco Dell’Orco, ha scritto due volumi: 366 Giorni con il Venerabile don Pasquale Uva (ed. Rotas) e Per conoscere Gesù e crescere nel discepolato (ed. La Nuova Mezzina). Su questi due ultimi libri ha curato solo la parte della poesia. Come scrittore ha pronto per la stampa diversi scritti tra i quali, due libri di novelle: Con gli occhi del senno e Non sperando il meglio… È stato Chef e Ristoratore in diversi Stati europei. Attualmente è in pensione e vive a San Ferdinando di Puglia.