Dopo una potente ubriacatura, fondano “Il Terzo Segreto di Satira” e cominciano a scrivere, girare, montare e pubblicare video su Youtube.

Pietro Belfiore, Davide Rossi, Davide Bonacina, Andrea Fadenti e Andrea Mazzarella, come i grandi gruppi rock, si conoscono tra i banchi di scuola, alle Scuole Civiche di Cinema, Televisione e Nuovi Media di Milano nel 2008. Dopo qualche anno, complice “una potente ubriacatura”, fondano “Il Terzo Segreto di Satira” e cominciano a scrivere, girare, montare e pubblicare video su Youtube. Hanno collaborato con Rai, Sky, La7, LaEffe e pubblicato video online sul Corriere della Sera.

Il loro successo parte da un’improbabile Gheddafi che tifa Foggia, passa per “L’Arte di Arrangiarsi” – serie di video copertina per #aggratis, programma di Rai2 – e continua tutt’ora con migliaia di visualizzazioni su Youtube per ogni loro video, facendone un punto di riferimento della satira moderna.

I vostri contenuti variano dall’analisi della società, alla politica fino all’attualità. Quanto spazio c’è per la satira attualmente?

Solitamente ci chiedono com’è lo stato della satira in Italia. Non sappiamo dare una risposta definitiva, anche perché lo facciamo da troppo poco per poter esprimere un giudizio. È vero che la satira non manca, siamo pieni di comici intelligenti che sanno fare satira a diversi livelli, ma mancano gli spazi per farla.
Pensando al nostro caso, se prima c’erano programmi televisivi come quelli della Dandini o della Guzzanti, che proponevano diversi personaggi in chiave satirica, oggi si ha la scelta tra programmi come Zelig – che alterna comici con un loro personaggio a stand-up comedian – e i talk show tradizionali. Quindi la possibilità di mandare in onda video o comunque provare un linguaggio diverso, magari innovativo e sperimentale, è molto limitata.

Quindi la rete non basta alla divulgazione.

In effetti è come la storia del saggio che indica il dito e lo stolto che guarda la luna. Puoi andare su youtube, fare autoproduzione e andare “in onda”. Ma, se si vuol dare una dimensione diversa al proprio lavoro, bisogna passare dai produttori e dalle esigenze delle reti televisive. Se ci pensi, la nostra collaborazione con La7 è stata fatta all’interno di un talk show serissimo come Piazza pulita. Ma vale anche per i The Jackal e altri gruppi che si cimentano con questo modo di fare satira.

Dunque la domanda è: dove mandate i vostri video se i programmi comici si incentrano maggiormente sulla stand-up, i monologhisti e sullo spettacolo fine a se stesso e poco sulla satira?

Esattamente. Noi dieci anni fa non avremmo potuto caricare nulla, saremmo dovuti passare da un intermediario, creare contatti ed essere soggetti al giudizio insindacabile del burocrate di turno. Oggi è un po’ più facile grazie a internet, ma non è tutto così scontato.

Recentemente Roberto Saviano, a proposito della vicenda Boschi, ha scritto un articolo che denunciava l’appiattimento della critica nei confronti del potere. Il dibattito, secondo lui, si è fermato e non approfondisce cause ed effetti della politica moderna. Secondo voi è così anche per la satira?

Partiamo dal presupposto che Berlusconi era un bersaglio enorme, anche facile per due motivi: il personaggio, che oggettivamente si è prestato a qualsiasi parodia possibile, e l’avvento di internet, che ha permesso a tutti di esprimersi a piacimento, con risultati alterni. In più l’Italia era divisa in due fazioni, a favore o contro. Da questa situazione, siam passati all’anno in cui ha governato Monti. Ammettiamo di aver fatto parecchia fatica a inquadrare il personaggio: una persona ai più sconosciuta, che si poneva in modo completamente diverso rispetto al recente passato, la cui parola d’ordine era “sobrietà”.
Oggi abbiamo nuovi personaggi e una situazione ancora diversa: il giudizio che dai su Renzi, nonostante nessuno di noi sia un suo fan o simpatizzi lontanamente per lui, è quello di un toscano sveglio che ha la sua idea, piaccia o non piaccia, e la porta avanti senza fare prigionieri. Per questo siamo stati scettici quando lo hanno definito un Berluschino: finora non ha mai usato la politica per i propri interessi, ma per le sue idee.

In estate c’è stato il famoso intervento dell’on. Fantinati, Movimento 5 Stelle, al meeting di Comunione Liberazione. Lì, a fine discorso, l’onorevole ha detto: “Il M5S si indigna che si possa strumentalizzare in questo modo tanta brava gente e credenti cattolici” scaricando, in pratica, le coscienze di tutti i presenti. Questo messaggio, che colpevolizza i politici e salva chi li ha votati, può essere oggetto di satira?

Una delle cose che stiamo cercando di fare è quella di analizzare gli elettori. Mantenendo la nostra vena comica, partiamo dalle abitudini quotidiane per arrivare al fatto che nessun politico è sceso da Marte con la verità in tasca, ma ha avuto comunque qualcuno che l’ha votato. Sappiamo benissimo delle liste bloccate e delle porcate della legge elettorale, ma Berlusconi, per esempio, è stato votato per 20 anni, con gente che sapeva benissimo delle sue frodi, del caso Ruby e quant’altro. Semplicemente, non li vedeva come problemi. Allo stesso modo non siamo d’accordo con chi divide i politici in buoni e cattivi, come fa il M5S. Quelli che fanno politica sono cittadini che prima facevano altro, poi sono entrati in politica e magari qualcuno di loro ha avuto la possibilità di approfittare del ruolo per i propri interessi. Ma parliamo di un sistema e, in quanto tale, complesso. Fare la distinzione fra il cattivo che sta dentro e quello bravo che sta fuori, secondo noi non è sensato, e il M5S ha insistito molto su questa dicotomia in campagna elettorale. E poi non puoi deresponsabilizzare totalmente gli elettori rispetto al politico.

Progetti futuri?

Stiamo lavorando ad una serie di 8 puntate su un nuovo portale che si chiama Niente. È prevista il lancio tra circa un mese e ci hanno chiesto di partecipare insieme ad altri artisti. Non ci sono ancora notizie ufficiali, ma presto aggiorneremo il pubblico sulla nostra pagina facebook.
Inoltre abbiamo proposto per tutta l’estate un esperimento teatrale, creando un mix tra il best of dei nostri video a sketch dal vivo. Ci siamo divertiti molto, ma soprattutto ci ha impressionato – era la prima volta – il rapporto col pubblico: la percezione che diamo di noi, dei nostri personaggi, il confronto con chi ci vede, che un po’ ci mancava. Esperienza che vorremmo rifare, magari alzando sempre più l’asticella qualitativa.

Non ci resta che aspettare e vedere. Intanto, grazie e in bocca al lupo a voi, che fate della satira una ragione di vita.

Grazie a Odysseo per l’opportunità e viva il lupo!