“…noi esperti in umanità”

Sembra davvero, che qualcosa sia accaduto. Un uomo, come si è autodefinito, “venuto dalla fine del mondo” sta profetizzando in terra straniera. Tutto il ministero di Papa Francesco, è una grande cattedra della Parola, dalla quale non fa altro, che parlare all’Umanità, della sua Verità. Infatti Paolo VI all’Organizzazione delle Nazioni Unite nell’Ottobre del 1965 ricordava così la missione della Chiesa: “Siamo portatori d’un messaggio per tutta l’umanità”!

Francesco con autorevolezza, in ogni dove, pronuncia parole molto forti e chiare sulla necessità di un cambio di passo di tutte le Istituzioni, compresa la Chiesa stessa, per stare al passo della storia e leggere i segni dei tempi ed essere riferimento per le comunità umane. Francesco, un uomo scelto tra tanti altri uomini, ha smesso di dare istruzioni dogmatiche o politichesi, in modelli ecclesiastici confezionati solo per cristiani secolarizzati, ipocriti e bigotti ma ha individuato un linguaggio liberalizzante e un percorso pastorale capace di richiamare tutta l’umanità contemporanea spogliata di dignità e onore. Sempre Paolo VI all’Organizzazione delle Nazioni Unite nell’Ottobre del 1965 rammentava ai Capi di Stato con queste parole il cammino della Chiesa: “È da molto tempo che siamo in cammino; noi celebriamo qui l’epilogo d’un faticoso pellegrinaggio in cerca d’un colloquio con il mondo intero, da quando ci è stato comandato: “Andate e portate la buona novella a tutte le genti”!

In altro luogo potremmo dire, che il Pontefice, a danno di tanti puristi e opportunisti del mondo ecclesiastico, ecclesiale e politico, ha scelto la via più scomoda, quella di sporcarsi le mani di pasta umana, e provare, provare e ancora provare di creare a suon di esortazioni una società vigile e attenta contro le ingiustizie e i soprusi perpetrati nei confronti delle persone più deboli di qualsiasi religione, di qualsiasi partito politico e diventare ‘esperti in umanità’. Esattamente come Paolo VI all’Organizzazione delle Nazioni Unite nell’Ottobre del 1965 diceva: “Il nostro messaggio vuol essere, in primo luogo, una ratifica morale e solenne di questa altissima Istituzione. Questo messaggio viene dalla nostra esperienza storica; noi, quali “esperti in umanità”

Un Papa Francesco, classificato da frange di oppositori cattolici tradizionalisti con l’accezione negativa di populista, perché sta solo riscoprendo e proponendo l’umanità come limite, slancio, fragilità e compimento, di un cammino cristiano a cui bisogna ispirarsi per una società, che si impegna con responsabilità civile e pubblica ad una visione esclusivamente antropocentrica ed ecologica. Osservazione, che lo stesso Paolo VI all’Organizzazione delle Nazioni Unite nell’Ottobre del 1965 dichiarava: “voi qui proclamate i diritti e i doveri fondamentali dell’uomo, la sua dignità, la sua libertà e, per prima, la libertà religiosa. Perché si tratta anzitutto della vita dell’uomo: e la vita dell’uomo è sacra: nessuno può osare di offenderla”. 

La secolarizzazione culturale dominante in questo tempo ha svuotato di contenuti umani ogni ambiente sociale, concependo solo a discapito dell’umanità violenza, divisione, odio, discriminazione ma soprattutto indifferenza. Papa Francesco ha avuto e ha il coraggio di denunciare questo clima culturale avvilente, che ogni dissemina morte e distruzione, con suicidi, maltrattamenti, patologie psichiche in crescita e guerre di ogni genere.

In particolare siamo di fronte ad una personalità, quale quella di Papa Francesco, che è stata capace di rompere con le semplici parole del Vangelo il silenzio di tanta umanità indifesa, quella patina atavica, che la nostra società dalle radici cristiane ha saputo nel tempo predisporre, per il trionfo di una cultura esclusivista, classista, settaria, egoista, individualista. Considerazione che lo stesso Paolo VI all’Organizzazione delle Nazioni Unite nell’Ottobre del 1965 faceva con altre parole: Il pericolo non viene né dal progresso né dalla scienza: questi, se bene usati, potranno anzi risolvere molti dei gravi problemi che assillano l’umanità. Il pericolo vero sta nell’uomo, padrone di sempre più potenti strumenti, atti alla rovina ed alle più alte conquiste!

Francesco a discapito di chi lo dipinge come questuante di proselitismo è un uomo, che ha Cristo impresso nelle sue viscere e lo vuole testimoniare con parole ed opere, fin quando avrà voce e forza di farlo. Ma perché questo grande esempio di cristiano diventi modello, abbiamo bisogno di un cristianesimo, che si incanali in esperienze concrete di vita pastorale umanizzata e non di recinti settari, dove abita la morte dell’umanità e la sua speranza, di essere la creatura più bella creata da Dio. Paolo VI all’Organizzazione delle Nazioni Unite nell’Ottobre del 1965 parafrasava così: Dobbiamo abituarci a pensare in maniera nuova l’uomo; in maniera nuova la convivenza dell’umanità, in maniera nuova le vie della storia e i destini del mondo, secondo le parole di S. Paolo: “Rivestire l’uomo nuovo, creato a immagine di Dio nella giustizia e santità della verità” (S. Paolo, lettera agli Efesini 4, 24).


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So che tutto ha un senso. Nulla succede per caso. Tutto è dono. L'umanità è meravigliosa ne sono profondamente innamorato. Ciò che mi spaventa e mi scandalizza, non è la debolezza umana, i suoi limiti o i suoi peccati, ma la disumanità. Quando l'essere umano diventa disumano non è capace di provare pietà, compassione, condivisione, solidarietà.... diventa indifferente e l'indifferenza è un mostro che annienta tutto e tutti. Sono solo un uomo preso tra gli uomini, un sacerdote. Cerco di vivere per ridare dignità e giustizia a me stesso e ai miei fratelli, non importa quale sia il colore della loro pelle, la loro fede, la loro cultura. Credo fortemente che non si dia pace senza giustizia, ma anche che non c'è verità se non nell'amore: ed è questa la mia speranza.