Cos’è veramente il tempo? Il passato non esiste più, il futuro non esiste ancora e poi c’è il presente che è legato ad entrambi da un ponte immaginario che è causa delle più miserevoli avarie del genere umano.
Fonti poco attendibili raccontano che Emmanuel Kant, il filosofo, precisino com’era, uscisse ogni mattina verso le undici, tant’è che i suoi concittadini, gli abitanti di Konigsberg, solevano regolare il proprio orologio su di lui. Immaginiamo si sentisse un tantino osservato e che, maliziosamente, attribuisse tutto alla sua fama di filosofo, ma in realtà chi lo osservava lo faceva solo per sincronizzare il proprio tempo. Lui però era felice, a modo suo.
Kant, poverino, credeva che il mondo fosse scritto nelle stelle e che lo spazio e il tempo fossero una coppia felice di sposi. Oggi, gli scienziati della vita hanno redatto il loro ultimo bollettino tecnico in cui si afferma che il presente altri non è che la coordinata zero del tempo… Che parolona! La legge del disordine o dell’entropia vede l’universo pieno di stelle di Kant solo come una massa in espansione che accumula rifiuti, noi compresi. Siamo testimoni di quanto sia difficile allontanare l’entropia o il disordine: ogni giorno facciamo pulizie e ordine, ci laviamo, ci mettiamo vestiti puliti.
Qualche anno dopo la grande scienziata Margherita Hack ha affermato di aver scrutato tutto l’universo con il suo cannocchiale e di non aver mai intravisto alcun dio, ma lei credeva nell’amore profondo, eterno, per suo marito Aldo De Rosa, lo stesso amore che muove gli uomini credenti e non verso Dio. E in sostanza forse aveva più fede lei di altri.
Lo stesso destino o caso penzola su di noi e talvolta ci fa vivere come fossimo di passaggio, superficialmente, senza dare importanza a nulla di preciso, perché consapevoli che prima o poi la sorella morte si riprende ogni cosa costruita. Un tantino pessimisti e poco felici, ma va bene così.
Chi si alza ogni mattina per una nobile o meno causa, chi mette al mondo figli, chi si dedica ad ogni attività possibile pur di riempire tutti i vuoti dei giorni e delle ore, tutti quanti ci aggrappiamo inutilmente al tempo pensando ogni volta di averlo preso, quasi fermato. Crediamo, noi genere umano, di poter fare da guardiani, di custodire il tempo e le sue infinite relazioni, ma ogni minuto che passa ciò che abbiamo vegliato è diventato solo una tomba, un mucchio di pattumiera, un ricordo. Il “Piccolo Principe” si lascia mordere da un serpente pur di sfuggire al tempo costruito e noioso degli uomini.
Qualcuno invece vive come gli capita, se vuole urla, fa incazzare il prossimo, legge, scrive, disegna, disordina la verità presunta usando la propria intelligenza presunta e il proprio tempo presunto rubato al nulla del buco del culo del mondo in cui siamo confinati. Qualcuno chiama il proprio dio Allah, altri Buddha, altri come gli pare. Qualcuno ci prova a vivere, altri non hanno capito cosa sia la vita, altri pensano che la vera vita sia solo quella che sta dopo, oltre, magari piena di vergini sante o di nuvole soffici e amore.
In fondo, è tutta pattumiera, se ci fate caso.
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Direi “bello”; ma e’ un commento banale. Allora perchè non raggiungere il massimo della banalità e dire “…. e il naufragar m’e’ dolce in questo mare!”. Bell’articolo, veramente,
Salve, ringrazio per la condivisione e l’apprezzamento del mio scritto. L’importante, tra chi come noialtri ama scrivere e leggere, è non smettere mai di confrontarsi e di cercare punti di vista nuovi
Nell’articolo pubblicato riguardante da un lato il concetto di tempo e di spazio e dall’altro della esperienza che ognuno di noi ha di queste coordinate, mi sembra vi sia stata una sovrapposizione del piano scientifico e di quello antropologico.
Per maggior chiarezza ritengo sia utile tenerli separati per evitare di cercare di vedere Dio tra le stelle, come si dice facesse la M. Hack.
Il metodo scientifico è diverso da quello usato dalle scienze umane in quanto l’uno cerca di spiegare l’altro di comprendere:
Tanto per chiarezza di metodo.
Comunque grazie per gli stimoli apportati.