Le luci sfarzose che addobbano ed illuminano il periodo natalizio rendono Vienna ancor più magnifica di quanto lo sia già. Ma la sera del 22 dicembre 1808, il pubblico del Theater an der Wien di festeggiare non è che avesse poi tanta voglia. Quella sera ad esibirsi fu, probabilmente, il più grande compositore di tutti i tempi, Ludwing van Beethoven. Il celebre maestro eseguì, in Austria, per la prima volta, la sua famosissima ‘’quinta sinfonia’’. Il destino che bussa alla porta, quattro note che raggiungono l’apice emozionale in un cocktail di paura e tensione che solo un orecchio particolare poteva cogliere, l’orecchio sordo di un uomo disteso sul pavimento di casa ad ascoltare le vibrazioni che quel pianoforte trasmetteva alle corde del cuore.

Quattro note che preannunciano l’incalzare di un fato, spesso, crudele. La perfetta colonna sonora di scene raccapriccianti, l’intro utilizzato da Radio Londra per trasmettere, in Codice Morse, messaggi alle truppe italiane durante la Seconda Guerra Mondiale.

Già, il Mondiale. Quello che si sarebbe dovuto disputare in Qatar nel 2022, tra le luci sfarzose di un caldissimo periodo natalizio. Il condizionale è d’obbligo, come d’obbligo è la firma a cui devono sottostare, quotidianamente, i dirigenti del nostro calcio. In questo caso, il destino che bussa alla porta ha un acronimo preciso, Federal Bureau of Investigation, FBI. Tra gli indagati c’è, manco a dirlo, il totem assoluto, il padre padrone di un movimento non solo sportivo, una macchina da soldi che regola l’intera economia sociale di cinque continenti. Le dimissioni rassegnate da Joseph Blatter, infatti, sono state la naturale conseguenza di scelte per il quale è tuttora indagato. Svizzero nel luogo di nascita, Blatter non sarebbe stato fedele alla neutralità del proprio Paese, corrompendo – stando alle accuse – istituzioni e mettendo su un giro di milioni che coinvolgeva i poteri forti. Dagli sceicchi ai petrolieri, il mitico Sepp si sarebbe rimboccato le maniche per accontentare tutti. È venuto fuori che persino all’Irlanda del Trap, defraudata da un palese fallo di mano di Henry, fosse stato garantito un indennizzo per la mancata qualificazione a Sud Africa 2010.

Quattro note, quattro lettere, l’ennesimo acronimo che suscita angoscia, ansia e spasimi di terrore per qualcosa che, invece, dovrebbe garantire allegria ed equità, gioia e sportività, purtroppo, il “nomen omen” di un organismo intriso di paura, la … FIFA.

Certo, Blatter non ci è mai stato veramente simpatico, specie dopo non aver consegnato a Capitan Cannavaro la Coppa del Mondo sotto il cielo azzurro di Berlino. Che estate torrida quella di nove anni fa! Calciopoli prima dei recenti casi legati alle piazze di Barletta, Atalanta e Catania.

Ma, forse, ci piace immaginare che se, il 9 luglio del 2006, Blatter fosse salito su quel palco, nemmeno la moviola in campo gli avrebbe fischiato un fallo così netto: