C’era una volta il gioco più bello del mondo: sembra proprio non esserci più. Frode, riciclaggio di denaro e associazione per delinquere da 20 anni a questa parte: sono queste le accuse che hanno coinvolto i vertici della Fifa. Come è noto, lo scorso 25 maggio, a Zurigo, l’FBI ha fatto scattare le manette attorno ai polsi di ben sette altissimi dirigenti del calcio mondiale.

I loro nomi: Jeffrey Webb, vice presidente Fifa e presidente Concacaf (Confederation of North, Central American and Caribbean Association Football); Eugenio Figueredo, vice presidente Fifa; Rafael Esquivel, presidente della federazione calcio del Venezuela e componente del Conmebol (la Uefa sudamericana); Costas Takkas, ex segretario della Federazione di calcio delle isole Cayman; Eduardo Li, presidente della federcalcio del Costarica e componente della federazione calcio centroamericana; Julio Rocha, funzionario Fifa e presidente della federcalcio del Nicaragua; Jose Maria Marin, brasiliano, uomo Fifa per gli eventi olimpici.

Si è consegnato alle forze dell’ordine del suo Paese anche Jack Warner, già membro Fifa e dirigente della ferdercalcio di Trinidad Tobago: è accusato di aver chiesto 10 milioni di dollari per votare a favore dell’assegnazione Sudafrica dei mondiali di calcio 2010.

Tra gli indagati, anche Sepp Blatter, il presidente della FIFA dal 1998 ad oggi. Il tutto, mentre proprio per oggi, 29 maggio, erano previste le elezioni per il rinnovo dei vertici Fifa.

Come si legge in una in una nota diffusa dall’Ufficio federale di giustizia svizzero (Ufg), gli arrestati sono «sospettati di aver pagato e accettato tangenti e provvigioni nascoste a delegati della FIFA (Fédération Internationale de Football Association) e ad altri funzionari di organizzazioni affiliate – pari a oltre 100 milioni di dollari».In cambio, avrebbero ottenuto i diritti televisivi e commerciali dei tornei di calcio negli USA e in Sudamerica.

Il fatto che l’inchiesta sia gestita dall’FBI fa davvero tremare i vertici FIFA: «Vogliamo essere chiari: questo è solo l’inizio, non la fine» ha dichiarato il capo dell’Fbi, James Comey, che ha aggiunto: «Nessuno è al di sopra della legge».

Le sue parole suonano all’unisono con quelle di Loretta Lynch, il Ministro della Giustizia statunitense: «Sradicheremo la corruzione dal calcio mondiale […] È ampio il numero di persone danneggiate, dai campionati giovanili dei paesi in via di sviluppo, che avrebbero dovuto beneficiare dei ricavi generati dai diritti commerciali che queste organizzazioni percepiscono, ai tifosi di tutto il mondo. Tutto è iniziato nel 1991, sono coinvolte due generazioni di dirigenti calcistici compresi i direttori e i presidenti di confederazioni come la Concacaf e la Conmebol». Quanto a Sepp Blatter, la Lynch ha puntualizzato: «al momento non è sotto accusa».

C’è dell’altro. Al di là dell’inchiesta del dipartimento di giustizia USA, la procura elvetica ha fatto sapere che indagini contro ignoti sono in corso per attività di «riciclaggio di denaro e truffa» in relazione all’assegnazione dei mondiali di calcio del 2018, in Russia, e del 2022, in Qatar.

Intanto la Uefa ha ufficialmente chiesto che l’elezione del presidente Fifa venga posticipata. Si è subito opposta la confederazione dell’Asia. Le prossime ore ci diranno che direzione prenderà il futuro del calcio mondiale: di certo, Blatter non ha ritirato la sua ennesima ricandidatura e la Fifa, attraverso il proprio portavoce, Walter De Gregorio, ha dichiarato non solo di aver cooperato con gli inquirenti, ma anche di ritenersi «parte danneggiata, vittima delle circostanze […]. Questa inchiesta per la Fifa è un bene. Non è un bene per la sua immagine, per la sua reputazione, ma è un bene perché ci sarà pulizia dopo quello che è successo negli ultimi anni». Di Gregorio ha aggiunto: «il segretario generale (Jérôme Valcke, ndr) e il presidente (Blatter, ndr) non sono coinvolti in questo procedimento». Ragion per cui, quest’ultimo «non è tenuto a lasciare l’incarico».

Blatter, dunque, non molla e va dritto per la sua strada. Chi potrebbe, però, decidere di mollarlo sono gli sponsor. Cosa accadrebbe se marchi statunitensi come Coca Cola, McDonalds, Budweiser prendessero le distanze dalla Fifa? Un primo caso è già rappresentato dalla Nike che si è già smarcata (è il caso di dirlo) dalla Fifa e si è pubblicamente impegnata a collaborare con l’FBI, dichiarando: «La Nike crede nel gioco etico e leale sia negli affari sia nello sport, e si oppone con forza a ogni forma di manipolazione o tangente. Abbiamo cooperato e continueremo a cooperare con le autorità».

Post scriptum

Poche ore dopo la pubblicazione di questo articolo, nonostante l’aperto dissenso di Platini, presidente Uefa, Blatter è stato riconfermato, per la quinta volta consecutiva, presidente della Fifa. Intanto, Putin ha dichiarato che dietro lo scandalo Fifa si nasconde l’interesse degli USA di bloccare i Mondiali in Russia. Quanto agli sponsor: quelli statunitensi, già impegnati per Russia 2018, temporeggiano e sembrano voler prendere le distanze, mentre la russa Gazprom ha già fatto sapere che “va tutto bene, madama la marchesa”. Insomma: sembra proprio che la Guerra Fredda sia tornata.