Adattamento di un racconto di Gianni Rodari tratto dalle “Favole al Telefono”.
Egregio Collega,
mi permetto di inviarle questa mail all’indirizzo che ha indicato su Instagram. Sono il nipote di una generazione di maestri che affonda le sue radici fino alle origini di questo Stato unitario, quando tra i banchi sedevano il Muratorino, De Rossi e il cattivello Franti. Mio nonno, illustre uomo di cultura, era quel famoso maestro che aveva scritto una lettera al signor Gianni Rodari, con fare malinconico: “Caro signor Gianni, – egli dice, – anche a me le novità fanno piacere. Che belle macchine ci sono nelle fabbriche, che belle astronavi in cielo. E anche il frigorifero, com’è bello. Ma la mia scuola, l’ha vista? È tale e quale come era ai tempi di mio nonno Garrone e dei suoi compagni”. Ai tempi di mio nonno Garrone la scienza e la tecnologia erano nel loro massimo fulgore. La Befana arrivava a bordo di un razzo intergalattico, a Carnevale il vecchio Pulcinella indossava una tuta spaziale, Gianduia lanciava coriandoli da uno Sputnik, mentre le Damine Rococò e la Fata Turchina seguivano la sfilata dei carri a bordo di un elicottero. A Pasqua un Pulcino Cosmico era spuntato fuori da un uovo intergalattico e aveva annunciato la sua missione: portare a casa il figlio del professor Tibolla, l’allora bambino Gino, per educarlo come si deve alla vita intergalattica.
Tante cose sono cambiate da allora, direi in meglio, con più efficienza e maggior sostenibilità: la Befana consegna i suoi doni a bordo di un più economico taxi volante portando regali a tutti i bambini della terra, proprio a tutti, perché non ci sono bambini cattivi, almeno questo è rimasto uguale come ai tempi di mio nonno, e perché di questi tempi il carbone non si usa più come una volta…
A Carnevale Pulcinella ha sfilato con una più moderna tuta spaziale fatta di tricot nylon, capace di resistere a temperature estreme, persino al vento pungente di Viareggio, mentre le Damine Rococò e la Fata Turchina hanno seguito il corteo comodamente da casa facendo proiettare il proprio ologramma sul palco della manifestazione.
A Pasqua Gino Tibolla, ormai con prole e mogliettina, è tornato a casa dopo aver trascorso un periodo di addestramento sul pianeta di Marte Ottavo, sotto la guida del Pulcino Cosmico che intanto ha ottenuto il più alto grado per gli abitanti di quel pianeta, quello di cittadino semplice. Eh sì, da quelle parti i gradi funzionano alla rovescia.
Novità anche a Natale con Babbo Natale che ha razionalizzato il sistema di consegna facendosi aiutare dai grandi colossi del commercio elettronico e inviando a tutti i bambini un bigliettino online di auguri con la sua firma digitale autenticata.
Ancora novità e novità, tante novità.
Anche a scuola ci sono tante novità.
Le lavagne in ardesia sono state sostituite da ipertecnologiche e intelligenti lavagne digitali che risparmiano carta e gesso e all’interno delle scuole scorre alla velocità della luce il più recente sistema di internet con la fibra. Un robot è in grado di fare qualsiasi funzione, persino insegnare. Ma come ai tempi dei miei illustri predecessori i banchi sono gli stessi di una volta, scomodi e graffiati, con le firme dei discendenti del Franti, quel cattivello. Come mio nonno, anch’io vorrei che la mia scuola fosse bella come un televisore ultra sottile, come una macchina elettrica e super accessoriata. Non ci sono più nemmeno le scuole dove avevo frequentato l’elementare e la scuola media: una è stata chiusa per pericolo di crollo, l’altra ospita la sezione regionale degli ornitologi.
Ma chi ci può aiutare?
Buon anno scolastico a tutti!