«Per ogni tipo di viaggio
meglio avere un bagaglio leggero»

(Niccolò Fabi)

Il rosone che si può apprezzare in foto proviene dalla basilica di San Zeno a Verona, un vero gioiello di arte romanica, con la sua facciata di tufo color crema e marmo rosa di Valpolicella.

Ho avuto il piacere di visitarla sotto la guida illuminata di don Antonio Scattolini, un sacerdote di larghe vedute, assetato di cultura e appassionato di umanità. Un uomo che, ancora oggi, compra ogni giorno due quotidiani, ogni volta di testate diverse: e ho detto tutto.

Don Antonio mi ha spiegato che il rosone fu realizzato intorno al 1200 dallo scultore romanico Brioloto de Balneo. Viene comunemente chiamato “Ruota della Fortuna” perché rappresenta il ciclo della vita e il cambiamento della sorte umana. Servì a ricordare all’imperatore Federico II di Svevia che in ogni stagione della vita si deve stare attenti a non cadere, perché la ruota gira ed è molto facile che, chi oggi è in piedi e al potere, domani subisca un rovescio. Peraltro, l’imperatore Federico poté ammirarlo bene dalla torre che si era fatto edificare proprio sulla piazza, al lato della basilica di San Zeno, al fine di seguire almeno in parte il matrimonio dell’amata figlia naturale Selvaggia con Ezzelino III da Romano.

Si dice che Selvaggia fosse la prediletta dal papà imperatore, nondimeno Federico II, in quanto scomunicato, non poté assistere alle sue nozze celebrate in San Zeno il 23 maggio 1238. Anche qui, quasi a dire: puoi essere anche un imperatore, ma se sei fuori, fuori rimani; al massimo ti puoi abbonare ad una poltrona in prima fila, ti puoi addirittura far costruire una torre, ma niente di più e anzi di’ grazie ché è già tanto.

E così di qui è partita la mia riflessione: che cos’è il vero potere nella vita? chi è che sta meglio? chi ha tutto, ma è schiavo di quel che possiede, o chi ha poco e può fare ciò che più desidera?

Non potendo chiedere a Trump o Musk che, confesso, ultimamente mi stanno dando da pensare anche più del dovuto, ho pensato di fare appello alle mie pur modeste conoscenze in campo di storia e letteratura.

Tra mito e leggenda, mi sovviene l’apologo narrato da Plutarco e, dopo di lui, ripreso da molti altri.

Nella vita di Alessandro Magno, Plutarco racconta del suo incontro con Diogene di Sinope, noto anche come Diogene il Cinico. Egli era un filosofo greco, famoso per il suo stile di vita ascetico e per la sua filosofia che enfatizzava l’autosufficienza e il disprezzo per le convenzioni sociali, tanto da decidere di vivere in una botte, unico suo possesso personale. Secondo la leggenda, quando Alessandro Magno si trovò a Corinto molti uomini di potere e di cultura andarono ad omaggiarlo, ma Diogene no. Allora fu il Magno a recarsi da lui e a chiedergli se avesse bisogno di qualcosa. Diogene non ci pensò due volte: «Sì, stai un po’ fuori dal mio sole». Ovvero: non farmi ombra.

Della serie: libertà interiore da una parte, potere accecante dall’altra. Vince chi molla, canterebbe Niccolò Fabi…

Mia mamma, che non ha potuto fare “le scuole alte”, me lo ha insegnato a modo suo: «Tre sono i potenti: il ricco, il re e colui che non ha niente». Vorrei si notasse il climax ascendente: più potente del ricco è il re, ma più potente del re è chi non ha niente. Perché chi non ha nulla da perdere non ha nulla da temere.

Quanto a Trump, che dire? Dazi suoi, anzi: dazi amari!

Sofocle: «Non si può conoscere veramente la natura e il carattere di un uomo fino a che non lo si vede gestire il potere».

Leonardo Sciascia: «La sicurezza del potere si fonda sull’insicurezza dei cittadini».

Alessandro Magno: «Davvero, se non fossi Alessandro vorrei essere Diogene».


2 COMMENTI

  1. Io vorrei essere Diogene tutte le volte che faccio le interminabili grandi pulizie della mia “casetta” (mq 104 + 2 grosse verande).

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