
Retoricamente figurato, Fabio Orsi può essere annoverato di diritto tra i maggiori esponenti della scena musicale italiana ed internazionale, una sinestesia impersonificata nella capacità di fondere culture e stili diversi, di intrecciare morbosamente sensi inespressi e volubili. Ospite di Fucina Domestica, Orsi presenta il suo nuovo lavoro Il Ricordo Improvviso Dell’Assoluto Stupore, Edizioni Backwards, un book fotografico accompagnato da un vinile che lascia spazio all’immaginazione, l’archetipo che si scatena nell’etere, congettura da ascoltare, il potere non relativo di “osservare la musica” e trovare la nostra identità
Ciao Fabio, torni ad Andria dopo due anni e lo fai con un bagaglio culturale più grande e innovativo. Da dove nasce la correlazione tra musica e fotografia?
La fotografia e la registrazione sonora condividono entrambe l’idea di memoria; e la memoria altro non è che un ricordo soggettivo di un evento particolare che abbiamo vissuto. La possibilità di congelare per sempre un attimo della nostra vita, fa parte del mondo fotografico quanto di quello fonografico. Anche le metodologie di lettura sono simili: individuare in un’immagine gli elementi in primo piano, valutarne gli sfondi, individuare le proporzioni tra gli elementi della composizione è esattamente quello che accade con l’ascolto di una registrazione ambientale. Il suono di un ambiente contiene dentro di sé, proprio come un’immagine, parti a fuoco e parti fuori fuoco, elementi leggibili ed altri da decifrare. Posso dire che il suono ambientale è una proporzione bilanciata di frequenze che determina una precisa e puntuale inquadratura.
Nel precedente spettacolo ci hai presentato un workshop fotografico inerente alla strada, alla vita, cioè, di chi non è propenso a seguire le regole, di chi possiede un’indole anticonformista. È possibile riscontrare lo stesso stile indipendente anche ne Il Ricordo Improvvisato dell’Assoluto Stupore?
Questo è un lavoro che contempla il mio modo di fare fotografia. L’essenza di quello che io reputo importante nella vita, in tutto ciò che mi circonda. La fotografia è un mezzo che mi permette di raccogliere emozioni, di metterle nero su bianco e di condividerle con me come con gli altri. Ho sempre pensato che premere l’otturatore coincida con il sentirsi parte di qualcosa che ti appartiene. Scattare una foto deve coincidere con una sensazione forte, con un ricordo improvviso di un assoluto stupore, appunto.
Il tuo ultimo lavoro editoriale consente al pubblico di guardare immagini ascoltando, attraverso il vinile in allegato, un’unica traccia che sembra trafiggere le emozioni attribuendo loro sonorità sensibili e profonde. Com’è cambiato il tuo approccio all’arte, dal disco d’esordio, Osci?
Il mio approccio non credo sia cambiato molto, continuo a credere che il suono e la fotografia, come ti dicevo prima, siano estremamente legati tra loro. Il mio modo di fare musica, e di cercare di creare e raccontare storie, è sempre lo stesso. Attraverso il suono stratifico le mie narrazioni, così come attraverso la fotografia le congelo per un attimo e per sempre. Nonostante siano passati più di dieci anni dalla mia prima uscita discografica, continuo ad essere ossessionato dalle stesse cose: fonografia, fotografia ed un suono ripetuto fino alla fine del mondo.
Il tuo animo errante ti ha portato ad esibirti dal vivo sui palcoscenici del Giappone, dell’America, oltre che, naturalmente, di tutta Europa. Credi che il viaggio, inteso come epistemica conoscenza di sé, sia la condizione necessaria per la ricerca di nuovi stimoli creativi?
Senza il viaggio la fotografia sarebbe nulla. Cercare storie nuove da raccontare significa a mio avviso viaggiare, avere sempre l’occhio aperto, anche quando si esce banalmente da casa. Una buona idea a volte può nascondersi anche dietro l’angolo. Essere curiosi sempre a cento metri come a mille chilometri. Sentirsi se stessi e perdersi sempre. Ovunque e dovunque. Del resto, chi se non voi di Odysseo, dovrebbe esserne ben convinto?
Progetti futuri?
Al momento sto lavorando ad una nuova collaborazione con un artista americano, Brian/ Enselmbe Economique. A breve dovrebbe uscire un nuovo lavoro in coppia con Roberto Oplaio/My Cat Is An Alien. Poi un paio di ristampe ed un nuovo lavoro anche su Ricerca Sonora, lavoro fonografico dedicato alla Puglia.