Rimettere l’uomo al centro, per non perdere in umanità

Bisogna fare molta attenzione alle parole che pronunciamo e a quanto affermiamo su quanti cercano di ‘ancorare’ sulle nostre coste per chiedere aiuto. Negli ultimi sbarchi si registrano alte presenze di minori e di giovanissimi e sono persone annientate dal dolore e dalla fatica, ma hanno una testa ed un cuore e quindi ragionano, infatti, ai profughi o richiedenti asilo, dopo la primissima accoglienza, uno dei doveri, chiesti, è imparare la lingua italiana e integrarsi.

Come cercano di imparare e comprendere la lingua ed altro, intendono ciò che gli viene insegnato, allo stesso modo comprendono anche altre notizie e informazioni… E se ciò che palesiamo è avversione, disgusto, schifo, odio, rigetto o al massimo pietismo, dobbiamo tener conto e sapere che stiamo trasmettendo e coltivando sentimenti uguali e contrari.

Queste giovani vite non sanno come e cosa sarà della loro vita e del loro futuro, sono come noi, come i nostri ragazzi e giovani Italiani, Europei, ma con un’aggravante, provengono da un mondo di violenza, di torture, di paura, di assenza di libertà.

Se il nostro atteggiamento è rifiuto ed innalzamento di muri, se li consideriamo diversi da noi o addirittura non persone umane ma “l’uomo nero” da cui devi stare in guardia (la storiella che tutti conosciamo perché raccontataci da piccoli per farci stare buoni e bravi, la stessa storiella “dell’uomo bianco” è raccontata anche a loro), se li disprezziamo, li sottovalutiamo, non c’è la reale possibilità di avere in cambio la stessa moneta? E se a tutto questo ci aggiungiamo la possibilità che siano avvicinati da estremisti fondamentalisti, ecco che questi ultimi scoprirebbero un bel terreno fertile su cui innestare, piantare e far germogliare l’esplosione del loro sentirsi differenti e dissimili.

Gli autori delle stragi, quella avvenuta sulla Promenade des Anglais a Nizza e la barbara uccisione di Padre Jacques Hamel, sacerdote cattolico sgozzato in una chiesa di Rouen in Normandia, ci dovrebbero far riflettere perché i crudeli responsabili di tanta violenza sono diventati jihadisti in pochissimo lasso di tempo. In attesa dello sviluppo delle indagini su tutte le zone “oscure” che le tragedie portano con sé, resta il fatto che alimentare l’insofferenza, il rifiuto, l’intolleranza nei confronti di queste persone accresce il rischio di deviazioni. Forse dobbiamo mettere in conto questi aspetti.

In nome della sicurezza non possiamo fomentare gli animi con le armi dell’odio e dell’indifferenza, perché la sicurezza si realizza ‘minando’ situazioni che favoriscano la convivenza, il rispetto reciproco e le pari opportunità.

«Succede all’uomo quello che succede al vino quando diventa grappa: passa per un alambicco organizzativo. Non è più vino, è un’altra cosa: più utile forse, più qualificata, ma non è vino! Per l’uomo è lo stesso: l’uomo passa per questo alambicco e finisce – e questo lo dico sul serio! – per perdere l’umanità e diventa uno strumento del sistema, sistema sociale, economico, sistema dove spadroneggiano gli squilibri. Quando l’uomo perde la sua umanità, che cosa ci aspetta? Avviene quello che a me viene di dire in un linguaggio comune: una politica, una sociologia, un atteggiamento “dello scarto”: si scarta quello che non serve, perché l’uomo non è al centro. E quando l’uomo non è al centro, c’è un’altra cosa al centro e l’uomo è al servizio di quest’altra cosa. L’idea è quindi salvare l’uomo, nel senso che torni al centro: al centro della società, al centro dei pensieri, al centro della riflessione. Portare l’uomo, un’altra volta, al centro» (Papa Francesco al termine del pranzo con i partecipanti al seminario internazionale: Per un’economia sempre più inclusiva sabato, 12 luglio 2014.)

Quindi è vitale rimettere l’uomo al centro, ma soprattutto tenere a mente che se qualcuno sta per cadere non tendere la mano è un gesto di disumanità, mentre questa nostra umanità ha bisogno di umanità, che resti umana, che issi la bandiera tipica del genere umano.

 


Fontewww.repubblica.it
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So che tutto ha un senso. Nulla succede per caso. Tutto è dono. L'umanità è meravigliosa ne sono profondamente innamorato. Ciò che mi spaventa e mi scandalizza, non è la debolezza umana, i suoi limiti o i suoi peccati, ma la disumanità. Quando l'essere umano diventa disumano non è capace di provare pietà, compassione, condivisione, solidarietà.... diventa indifferente e l'indifferenza è un mostro che annienta tutto e tutti. Sono solo un uomo preso tra gli uomini, un sacerdote. Cerco di vivere per ridare dignità e giustizia a me stesso e ai miei fratelli, non importa quale sia il colore della loro pelle, la loro fede, la loro cultura. Credo fortemente che non si dia pace senza giustizia, ma anche che non c'è verità se non nell'amore: ed è questa la mia speranza.