“Non tutti gli uomini che morirono, sono davvero morti”

(Fulvio Schinzari)

Chi non fosse stato ad Andria alle ore 10.45 della mattina del funerale del tragico incidente ferroviario del 12 luglio 2016, non potrà mai sapere quanto dolore venisse giù dal cielo.

Non ho mai visto piovere così tanto in tutta la mia vita.

Non so se Dio esista o meno, probabilmente è solo una mera invenzione di chi si appiglia ad un’insensata speranza.

Ma la pioggia di quella mattina è stata il segno di una Natura che non ci stava, il marchio di un Cosmo che si ribellava, un meccanismo inceppatosi misteriosamente. PASQUALE, GIUSEPPE, MARIA, SERAFINA, ALESSANDRA, ROSSELLA, PASQUA, ENRICO, LUCIANO, MICHELE, ALBINO, SALVATORE, GIULIA, NICOLA, JOLANDA, BENEDETTA, DONATA, MAURIZIO, GIOVANNI, ANTONIO, FRANCESCO, GABRIELE, possiate respirare la Gloria degli Angeli, e magari, sfogliando le pagine del nostro amico FULVIO, ci renderemo davvero conto che, a differenza di inutili e polemici vivi: “Non tutti gli uomini che morirono, sono davvero morti”.


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Iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Puglia, ho iniziato a raccontare avventure che abbattono le barriere della disabilità, muri che ci allontanano gli uni dagli altri, impedendoci di migrare verso un sogno profumato di accoglienza e umanità. Da Occidente ad Oriente, da Orban a Trump, prosa e poesia si uniscono in un messaggio di pace e, soprattutto, d'amore, quello che mi lega ai miei "25 lettori", alla mia famiglia, alla voglia di sentirmi libero pensatore in un mondo che non abbiamo scelto ma che tutti abbiamo il dovere di migliorare.