Quanto è cristiano l’applauso a quel poveraccio di Arezzo, il gommista che ha sparato e ucciso un altro poveraccio?

Caro direttore,

ogni giorno ha la sua pena e,svegliarsi sapendolo, aiuta ad affrontare la realtà da smarrimento che mi assale. Leggo che la Lega che governa le regioni del Nord-Est italiano lancia una Crociata per l’obbligo del crocifisso nelle scuole e nei luoghi pubblici, perché simbolo della nostra cultura e della nostra civiltà millenaria. Il ragionamento della banda Salvini non farebbe una piega, per quanto fuori tempo, se la suddetta banda avesse un buon rapporto col Cristianesimo e con Cristo. Se lo avesse. Ma non credo che ce l’abbia, se non in maniera strumentale: la religione piegata alla politica. Vedere comizio di Salvini, con Bibbia e Rosario, in piazza Duomo a Milano durante la campagna elettorale ultima. Oltraggio a Cristo fu quella penosa sceneggiata, oltraggio a Cristo è questa campagna per il crocifisso. Non bisogna essere un raffinato teologo per capirlo.

Provo a ragionare come un crisitiano dovrebbe rispetto ad alcuni fatti che da mesi infestano questo povero Paese. Salvini è al governo, grazie al nulla culturale e politico dei grillini, e grazie alla sua campagna ossessiva contro i “negri” colpevoli di ogni male del mondo, del nostro piccolo mondo in particolare. Il caso della nave Diciotti ci ha attirato addosso il disprezzo del mondo civile, non solo crisitano. Il racconto degli immigrati come “negri” da disprezzare e da evitare come criminali, tutti. Il decreto sicurezza, appena approvato anche dal nulla della banda Di Maio, è una pietra tombale sulla nostra civiltà, quella crisitiana e quella in genere. Costringeremo i migranti, anche quelli che hanno diritto all’asilo e alla protezione umanitaria, a trasformarsi in fantasmi prede della malavita. E, ciliegina sulla torta, lo Stato pretenderà, oltre a tasse e contributi legittimi, anche una tangente sulle rimesse che gli stranieri faranno alle loro famiglie nei Paesi di origine.

Quanto è cristiano tutto ciò?

E quanto è cristiano l’applauso a quel poveraccio di Arezzo, il gommista che ha sparato e ucciso un altro poveraccio? L’uomo, derubato più volte e lasciato solo dallo Stato, ha sparato nel buio e ha ferito a morte un immigrato che cercava di forzare con un piccone l’entrata dell’azienda. Il ministro Salvini si è precipitato ad applaudire e a telefonare al disgraziato, il quale si è rifiutato di rispondere, cioè di ricevere i complimenti per un’azione criminale, anche se giustificata dalle circostanze. Preso spunto dalla tragedia di Arezzo, Salvini – appena sistemati i “negri” – è partito con la campagna che allargherà le maglie della legittima difesa. Cioè trasformerà, o tenterà di trasformare, questo Paese in un Far West, dove ognuno si difenda e lo Stato stia a guardare.

Quanto è cristiano tutto ciò?

Io credo che non ci sia nulla di cristiano, e che affidare la nostra civiltà al crocifisso nei luoghi pubblici, sia una beffa per i cristiani veri e per il Cristo in croce. Salvini non può capirlo, perchè lui non è cristiano, se non nei comizi, ma la religione è fede, non è un orpello da usare come il dentifricio per sciacquarsi la bocca dopo aver vomitato disprezzo. La religione è legame che unisce gli uomini di buona volontà, non arma da fuoco per sparare su chi è diverso da noi. Cristiani non si diventa per obbligo, il Vangelo non è il Corano. Il Crisitanesimo è libertà, non è una serie di simboli vuoti di senso. Qualcuno lo spieghi a Salvini, per favore.


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Pugliese errante, un po’ come Ulisse, Antonio del Giudice è nato ad Andria nel 1949. Ha oltre quattro decenni di giornalismo alle spalle e ha trascorso la sua vita tra Bari, Roma, Milano, Palermo, Mantova e Pescara, dove abita. Cominciando come collaboratore del Corriere dello Sport, ha lavorato a La Gazzetta del Mezzogiorno, Paese sera, La Repubblica, L’Ora, L’Unità, La Gazzetta di Mantova, Il Centro d’Abruzzo, La Domenica d’Abruzzo, ricoprendo tutti i ruoli, da cronista a direttore. Collabora con Blizquotidiano.  Dopo un libro-intervista ad Alex Zanotelli (1987), nel 2009 aveva pubblicato La Pasqua bassa (Edizioni San Paolo), un romanzo che racconta la nostra terra e la vita grama dei contadini nel secondo dopoguerra. L'ultimo suo romanzo, Buonasera, dottor Nisticò (ed. Noubs, pag.136, euro 12,00) è in libreria dal novembre 2014. Nel 2015 ha pubblicato "La bambina russa ed altri racconti" (Solfanelli Tabula fati). Un libro di racconti in due parti. Sguardi di donna: sedici donne per sedici storie di vita. Povericristi: storie di strada raccolte negli angoli bui de nostri giorni. Nel 2017 ha pubblicato "Il cane straniero e altri racconti" (Tabula Dati).

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