Transgender fighting for lgbtq community rights - Transsexual male portrait, conceptual support for gay people, lesbians, transgender and against homophobia

Con e senza schwa

Nel dibattito in corso da alcuni anni su come rendere l’italiano una lingua più inclusiva e meno legata al predominio del genere maschile, una delle soluzioni più citate riguarda l’utilizzo del simbolo ə, chiamato “schwa”, al posto della desinenza maschile, per definire un gruppo misto di persone, come attualmente si insegna a scuola. Quindi, ad esempio, per non segnare una differenza fra maestrO o maestrA si dovrebbe utilizzare il termine maestrə, la cui pronuncia è MAESTR’.

Geolocalizzando lo schwa nel territorio politico, possiamo facilmente scorgere paradigmi fonetici di quanto enunciato sulle nostre coste. Ci ritroviamo, così, di fronte ad un’espressione quale EXTRACOMUNITAR (extracomunitariə).

Inconsapevolmente, quindi, noi italiani siamo gli antesignani del gender gap, l’abbattimento delle barriere che dividono uomini da donne, un concetto comunitario facilmente identificabile nel sostantivo BESTIE, coloro, cioè, i quali che per strada etichettano persone di diversa etnia. Per intenderci, quelli che rompono U’ CAZZ’.

Senza schwa, naturalmente!