
Un film di Francesco Costabile
Tratto da “Non sarà sempre così” (Piemme) di Luigi Celeste, “Familia” è un film di Francesco Costabile, la disamina di anacronistiche e violente dinamiche, un noir ante litteram di drammi famigliari senza apparente via d’uscita, con un cast di indubbia professionalità che vede, fra gli altri, Francesco Di Leva e Barbara Ronchi protagonisti di un’escalation vigorosa e distruttiva, la matrice fascista che devasta un domani che non c’è.
Le mura domestiche diventano le carceri da cui è impossibile fuggire, il confine da non valicare, raptus di gelosia che soffocano amori malati, è la latitanza che si riconsegna nelle mani di chi può redimere, la tensione genitoriale che si riversa su figli che tacciono pur parlando, figli che vivono traumi, una sorta di “Scelta di Sophie” da assistenza sociale, l’adolescenza rabbiosa di un’estrema destra che mostra lividi, botte e strangolamenti.
“Familia” è la denuncia di Donne che vanno protette, è il documento da mostrare nelle scuole, una pellicola autoriale che indirizza lo spettatore lungo un sentiero commerciale ma, non per questo, meno qualitativo, è la “g” mancante, un inno latino al verismo romano, un suicidio travestito da omicidio, nove interminabili anni prima del riscatto, dell’orgoglio e del coraggio di aver salvato una madre da imperdonabili errori e tragici destini.