Ieri mattina sono atterrati all’aeroporto di Fiumicino dal Libano 39 profughi, otto famiglie con 23 minori di cui tre bambini e due persone singole, grazie ai corridoi umanitari

Rispetto a tutto il clamore mediatico che si è creato attorno all’accoglienza mancata – veri e propri respingimenti – che rappresenta una vergogna non per la civiltà europea, per le sue radici cristiane e per chissà quale altro nobile e solenne movente, ma semplicemente per l’umanità, c’è chi fa.

Ieri mattina sono atterrati “all’aeroporto di Fiumicino dal Libano 39 profughi, otto famiglie con 23 minori di cui tre bambini e due persone singole, grazie ai corridoi umanitari promossi da Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei), Tavola Valdese, Comunità di Sant’Egidio, in accordo con i ministeri dell’Interno e degli Esteri. Quasi tutti siriani, sei i palestinesi, si aggiungeranno alle 1575 persone arrivate in Italia, in Francia e in Belgio, in modo legale e sicuro dal febbraio 2016”.

Lo stesso dicasi per i 200 profughi arrivati grazie al progetto dei corridoi umanitari attivati dalla Conferenza Episcopale Italiana con l’8 per mille (saranno 500 in due anni). Il tutto senza un solo euro a carico di fondi pubblici, ovvero a costo zero per lo Stato. Si potrebbe proporre al ministro degli interni di potenziare questa modalità che rispetta la dignità delle persone ed evita drammi, tragedie (e sceneggiate) per le quali saremo (lui e noi) duramente giudicati dalle generazioni future?

Come funzionano i corridoi umanitari?

Le associazioni inviano sul posto dei volontari, che prendono contatti diretti con i rifugiati nei paesi interessati dal progetto, predispongono una lista di potenziali beneficiari da trasmettere alle autorità consolari del paese in cui s’intende mandare i migranti, che dopo il controllo da parte del Ministero dell’Interno rilasciano dei visti umanitari con Validità Territoriale Limitata, validi dunque solo per il paese in questione. Una volta arrivati sul posto legalmente e in sicurezza, i profughi potranno presentare domanda di asilo.

L’Unione Europea potrebbe adottare una politica simile?

Secondo molti sì. Basti pensare – come fa notare il presidente della Comunità di Sant’Egidio Marco Impagliazzo – che secondo le statistiche ufficiali europee del febbraio 2017, considerando ben 15 Paesi dell’Unione Europea messi insieme, si è arrivati alla cifra di 680 profughi “ricollocati” (con le politiche di relocation). Lo stesso, identico, numero di quelli portati in salvo dal Libano in Italia con i corridoi umanitari.

Da una parte però ci sono gli apparati statali di oltre mezza Europa, con le loro capacità economiche e finanziarie, dall’altra appena tre soggetti privati (Comunità di Sant’Egidio, Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia e Tavola Valdese).

Lo stesso discorso si potrebbe fare per il tempo impiegato. Per raggiungere la cifra di 680 profughi ricollocati infatti, la brigata dei 15 Paesi ha impiegato un anno e mezzo mentre i corridoi umanitari, realizzati grazie ad un accordo fra le tre sigle cristiane e lo Stato italiano, esistono da solo un anno.

Insomma, se per un volta si riuscisse ad andare oltre le strumentalizzazioni classiche del problema migratorio, forse una soluzione equa per tutti ci sarebbe.


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