Il Senato Accademico e il Consiglio di Amministrazione dell’Università degli Studi di Bari hanno deliberato l’istituzione e il bando di concorso per il conferimento di due premi, in memoria di Enrico Castellano, vittima del disastro ferroviario del 12 Luglio 2016, destinati alle migliori tesi discusse per il conseguimento, nell’anno accademico 2016/2017 Master in Psicologia Giuridica: le tesi dovranno vertere sul danno biologico.

È per noi motivo di onore e una gioia triste poter ricevere e pubblicare la lettera della prof.ssa Tiziana Lanciano, nuora di Enrico Castellano:

Ne sono passate di stagioni da quando non ci sei più. Come un ciclo di vita, tutto oggi è di nuovo come allora: il sole caldo, il vento, il suono delle cicale e la terra secca ai piedi degli ulivi. Ogni dettaglio di quel tragico e fatale 12 Luglio 2016 torna in superficie, caricandosi di forza e vividezza.

Chissà dove sei Enrico. È un anno che sono affacciata sul dolore di tuo figlio Giuseppe, cercando la via d’accesso più giusta. Ma il risultato è di rimanere sempre un passo indietro e di non comprendere mai pienamente il suo incolmabile vuoto. In questi difficili mesi ho dovuto spiegare alla tua nipotina più grande, Greta, cosa sia la morte e cosa sia uno strappo di vita. Io e Giuseppe abbiamo dovuto trovare con lei il modo più dolce per permetterle di sentirti vicino e di poterti parlare ancora.

Ne abbiam fatte di cose in questi mesi, ah se ne abbiam fatte! Ma tu sei sempre stato il pensiero finale, quel sorriso amaro e nostalgico che compariva sulla piega del volto all’idea di come sarebbe stato darti la notizia: dai compleanni, ai successi lavorativi, ai traguardi dei bambini, alle loro influenze stagionali. Ogni volta che chiedo a Giuseppe come stia, lui mi risponde: «Non lo so, non c’è un pensiero in ordine con un altro». E ha così terribilmente ragione, il dolore non è coerente, non risponde alle logiche spazio-temporali, ha una dimensione tutta sua in cui ti rapisce per poi lasciarti precipitare.

Giuseppe mi racconta di quanto tu fossi un calmante per lui. Le tue parole, le tue scelte di vita, il tuo modo di sorvolare il mondo e gli affanni lo ha sempre orientato e placato. La sera dell’11 Luglio tu eri con noi, e forse quello è il giorno che più mi inquieta… una felicità intensa e strappata senza permesso, senza il tempo di realizzare. Quello che ci siamo detti io e te passeggiando sotto braccio lo sappiamo io e te, e sono così gelosa di quel momento intimo tutto nostro. Hai rallentato il passo fino ad inchiodarlo al marciapiede, ti sei voltato verso di me e mi hai detto – tra le altre cose – «solo l’amore può». E allora io proteggerò le tue parole e soprattutto proteggerò lo sguardo liquido con cui me le hai dette.

Quante cose avremmo da raccontarti Enrico: il primo anno di scuola elementare di Greta, le sue prime pagelle, le finestrelle al posto dei denti, la prima recita di Mattia e il suo anno da asilo, le gare di Giuseppe e i suoi successi lavorativi, il mio concorso all’Università (eri così orgoglioso di me)…

E mentre la vita ci accadeva giorno dopo giorno, ci siamo sempre chiesti cosa fare per ricordare il tuo nome, per farti vivere non solo nelle nostre parole ma anche nei fatti. Abbiamo parlato di te ogni giorno, con ogni persona in cui ci siamo imbattuti… anche per sbaglio. Era bellissimo vedere come la gente si schiudesse in un sorriso e nella tipica espressione “che bell’uomo che doveva essere”. Allora giorno dopo giorno cresceva in noi, come una piccola onda, la voglia di fare qualcosa in tuo nome, o come ama precisare Giuseppe “in tuo onore”. Amavi il mio lavoro, amavi il fatto che io non smettessi mai di studiare, amavi l’università e amavi i giovani che cercavano – seppur a fatica – di laurearsi e di raggiungere i propri traguardi. Nel mio piccolo ho cercato quindi una strada per poter proporre una iniziativa in tuo nome e l’ho cercata nello spazio che più mi è familiare e di cui tu andavi tanto orgoglioso: l’Università.

E così, in seguito ad una mia lettera di intenti, il Senato Accademico e il Consiglio di Amministrazione dell’Università degli Studi di Bari, rispettivamente nelle sedute del 26 e del 28 Giugno 2017, hanno deliberato di approvare l’istituzione e il bando di concorso per il conferimento di due premi, ciascuno dell’importo di Euro 500,00, in memoria di Enrico Castellano, vittima del disastro ferroviario del 12 Luglio 2016, destinati alle migliori tesi discusse per il conseguimento, nell’anno accademico 2016/2017, del Master in Psicologia Giuridica dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro, coordinato dalla prof.ssa Antonietta Curci. Le tesi dovranno vertere, non a caso, sul danno biologico (tema di grande rilevanza per la strage accaduta). Questa iniziativa ha trovato sin da subito massima disponibilità e accoglienza da parte dell’Università di Bari e del Master di Psicologia Giuridica.

Niente sarà mai abbastanza Enrico. Non ci sarà mai un luogo giusto per viverti, se non accanto a noi.

Tua nuora, Tiziana.


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